Amore e odio

249 10 2
                                    

-Forza! Sei dentro da due ore!
Disse frustrata Aurora, bussando insistentemente contro la porta del bagno rimasta chiusa per chissà quanto tempo con l'attore dentro.
-Mi sto lavando i denti, vedi di smetterla!
Gridò di rimando lui.
La rosa con un mugolio di disperazione si accasciò contro la porta, tirandoci contro delle testate per sfogare la frustrazione. Aveva sete ed era troppo pigra per andare giù in cucina a prendere da bere perciò voleva colmare la sua sete con l'acqua del lavandino che era sempre meglio di niente.
-Robert hai il ciclo, se vuoi degli assorbenti dimmelo!!
Se lo immaginò mentre roteava gli occhi facendo un facepalm come suo solito, cosa che effettivamente fece.
-Non ora, tesoro!
Rispose con una voce da femminuccia, anche se pareva gli avessero tirato una sprangata dove non batte il sole.
Aurora sbuffò, ma non appena sentì la serratura scappare aprì di prepotenza la porta, spingendo il suo uomo senza nemmeno guardarlo in faccia e precipitandosi contro il lavandino.
Bevve come un cammello, restando piegata dato che era troppo basso per lei.
Rob si rialzò da terra dolorante, guardando per un attimo il fondoschiena della rosa bello in vista e così si avvicinò.
La pittrice sentì le sue calde mani accarezzarle i glutei, tirandole il laccio dei pantaloni per poi tornare a toccarla come se stesse facendo la pasta della pizza.
Lei sbuffò, ma si lasciò andare dato che lui era appena tornato da settimane di lavoro sul set, voleva farlo divertire.
Da quando erano tornati dall'Austria non si erano visti per un po' di giorni, anche per un motivo che non osava nominare in presenza sua altrimenti rischiava grosso.
-Domani devo tornare da Stella, ha una visita.
Disse come se niente fosse, stringendole però più forte una natica.
Aurora si pietrificò, spegnendo l'acqua e tornando con la schiena dritta mentre i suoi muscoli si irrigidivano sempre di più. Avrebbe così tanto voluto chiedergli cosa fosse successo tra loro due per odiarla così tanto, ma non voleva uscire da quella casa piena di lividi.
Non l'aveva mai picchiata o altro, anzi era sempre il contrario, ma dopo certe esperienze uno impara a prevenire.
Deglutì sofferente quando guardò il loro riflesso, Robert la stava fissando a ore.
Riabbassò subito lo sguardo, pensando a cosa dire per scatenare una reazione buona e non negativa.
-Okay, spero che la gravidanza non le faccia male.
Disse sinceramente, anche se infondo sentiva quel ripulso del cuore o forse del fatto che la sua ex moglie lo portava sempre via da lei. Purtroppo aveva sbagliato Robert a metterla incinta, e se ne disperava ogni giorno.
Nonostante tutto non poteva abbandonare quella piccola creatura e questo la ragazza lo comprendeva.
-Ehi, sei diventata tutta rigida, che c'è?
Smise di palparla e le massaggiò le spalle, girandola verso di lui che solo ora notò che era in accappatoio...aperto e senza boxer.
Aurora non era una di quelle che abbassava lo sguardo o si lasciava fare cose che non voleva, lei piuttosto ti sputava in un occhio prima di saltarti addosso. Proprio conoscendola in quel modo lui si allarmò subito.
Le alzò il viso, ma non appena le sfiorò lo zigomo lei si voltò per non farsi toccare.
Aggrottò le sopracciglia.
-Dai, guardami.
Insistette lui, allungando ancora una mano per afferrarle il volto e in quel momento la pittrice pensò che sarebbe iniziata la lunga battaglia, per questo con uno scatto gli bloccò le braccia.
Con uno schiaffo lo fece attaccare al muro, tenendo il colletto dell'accappatoio stretto in un pugno.
Robert teneva le braccia lungo i fianchi, guardandola enigmatico ma senza osare toccarla per liberarsi.
Quando litigavano si lasciava sempre spintonare dalla sua ragazza, tenendo le mani dietro la schiena anche quando arrivavano pugni più forti degli altri.
-Ehi! Toccami ancora, avanti!
Lo provocò a due soffi dal suo volto.
-Aury, stai calma non intendevo farti nulla.
La rassicurò lui dolce, cercando di toccarle un braccio ma lei lo schiaffeggiò via e subito ritirò la mano.
-Perché hai sempre paura quando nomino Stella?
Chiese curioso, iniziando a fare l'uomo e camminando in avanti per farla staccare, ma lei si sporse verso di lui per pressarlo.
Fu una lotta contro chi spingeva più forte, e nessuno dei due scherzava.
-Non ho paura.
Alzò un sopracciglio, scettico.
-Davvero? Prima sembravi terrorizzata da me.
Mise più forza e riuscì a liberarsi, iniziando a camminarle contro mentre lei indietreggiava con i pugni stretti e pronti a scattare.
-Ma finiscila!
-Ho capito: hai paura che reagisca male e ti metta le mani addosso, probabilmente per qualche tua esperienza passata.
Stavano per tornare in camera da letto.
-Hai finito con le deduzioni? Non sei Sherlock Holmes!
Robert fece una risatina come per dire "seriamente?".
-Sappi che prima di essere il tuo fidanzato sono un gentiluomo e non mi permetterei mai di farti del male.
Sussurrò quando la fece cadere sul materasso, salendole sopra e gattonando mentre lei strisciava verso la testata del letto.
-Ma non in questa stanza.
Sussurrò roco, baciandola famelico e riaccendendo tutti i sensi dentro Aurora che dimenticò quel fatto e prese a baciarlo alla francese.
Robert si tolse l'accappatoio e si stese su di lei con tutto il suo peso, esitando sempre prima di toccarle la guancia e poi il seno.
Le tolse tutto, mettendosi in ginocchio e girandola di schiena, baciandola tutta fino a lasciarle segni rossi di morsi e succhiotti. Risalì con le movenze di un coccodrillo verso il suo pranzo, spostandole i capelli rosa e baciandole il collo mentre entrava dentro di lei lento come un petalo che cade.
Al contrario di quello che aveva detto le sussurrò solo parole dolci o frasi poetiche sull'amore, spingendo a seconda di come lo desiderava la cuoca.
Le prese i polsi e li portò sui cuscini, mettendosi seduto e continuando a speronarla più velocemente mentre iniziava a strapparle dei gemiti sempre più forti.
Il suo respiro accelerato faceva da sottofondo al rumore della pelle che s'infrangeva l'una contro l'altra.
-R-Rob...n-non dentro....
Mormorò lei dopo aver raggiunto l'apice prima di lui, il quale uscì immediatamente e corse in bagno direttamente nella doccia sotto l'acqua fredda come il ghiaccio.
Aurora esausta lo vide tornare ancora con le gocce attaccate alla pelle e i boxer leggermente umidi addosso.
Salì sul letto, mettendosi al suo fianco.
Le fece fare l'aereoplano come fanno i padri con le figlie, cercando di tenere le gambe ben dritte prima di farla volare giù dal letto come l'altra volta.
-Adesso tolgo le mani, attenta!
Avvertì, sciogliendo la stretta e ammirandola mentre rideva vantandosi di riuscire a stare in equilibrio sui suoi piedi premuti sul bacino.
-Okay, è il mio turno.
La fece cadere sul materasso, mettendosi sopra di lei che subito appoggiò i piedi sul bacino, vicino alle anche, prendendogli le mani.
-Pronto?
Lui la sfotté.
-Non riuscirai mai a sollevarmi.
Aurora alzò le sopracciglia per sfidarlo, facendo forza sui muscoli delle gambe e riuscendo a sollevarlo con facilità, osando addirittura togliere le mani e sostenerlo solo con gli arti inferiori.
Robert ci mise tutto il suo impegno per restare in equilibrio con la schiena dritta, perché un conto era se lei gli cadeva addosso, un conto era se lui lo faceva.
Gli fece tanti gestacci.
-Dove vuoi scendere? Sul letto o sul pavimento?
Rob spalancò gli occhi e la guardò con sguardo omicida, iniziando a lamentarsi come un pauroso e lagnoso.
-Non ci pensare nemmeno Aury, guarda che ti spezzo le gambe!
Provò ad assumere un tono intimidatorio, ma la sua vocina da checca spaventata rendeva il tutto più esilarante.
-Come desidera.
La rosa fece finta di farlo cadere per terra, ma poi piegò leggermente le ginocchia per caricarlo e gli fece fare un salto in aria, facendolo cadere di fianco a lei, di faccia.
L'attore dopo un secondo si mise a sedere con gli occhi di un bambino, urlando che voleva rifarlo e Aurora lo fece saltare più di venti volte, non riuscendo più a muovere le gambe da quante volte l'aveva sollevato.
-Uh, lascia che te le massaggi.
Si preoccupò lui, massaggiandole i muscoli e i piedi fino a farla addormentare.
Sorrise addolcito quando la vide ronfare come un ghiro, baciandole la fronte per poi stendersi e prenderla tra le braccia.
-Notte, rosellina.
Sussurrò gentile, addormentandosi a sua volta.
Erano così loro: amore e odio.
Però l'odio, in certi casi, supera di gran lunga l'amore.


*perdonate vari errori di battitura, ma non ho voglia di correggere. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Until The Wheels Fall OffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora