Tradimento

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-Non posso, non posso farcela io...
Aurora cercava di credere che fosse soltanto un brutto sogno, ma facendolo aumentava soltanto l'ansia.
Non sapeva se stava per avere un attacco di panico o altro, di sicuro però il fatto che respirava poco normalmente guardandosi attorno non era un buon segno.
Si teneva il collo, segno di chi sta soffocando anche se di materiale lei non aveva nulla in gola. Sentiva questo grande blocco pronto ad esplodere dentro al corpo.
Il cuore pulsava, lo sentiva rimbombare ovunque.
Cadde a terra scivolando su quel sangue che la spaventava più di ogni altra cosa.
Strisciando all'indietro per cercare di fuggire sbatté la testa contro il mobile su cui c'era il telefono, così lo prese e fece la cosa più saggia da fare. Non vendetta da sola, non come in un solito film d'azione.
-Pronto? Si, sono Aurora ho chiamato tempo fa per...
La voce affannata del detective che aveva arrestato la biondina riconobbe subito la ragazza.
-Sei tu? Oddio, non dirmi che è vero!
-Cosa?
-Aurora ho appena saputo che Stella è evasa di prigione, perciò scappa dalla città.
-No. Adesso mi serve tanta polizia sotto casa e manda anche quelli della scientifica. Senza fare domande.
In un certo senso il detective e la protagonista avevano instaurato una quasi amicizia da quando lo aveva chiamato per arrestare la traditrice, chiamava sempre la sua centrale per chiedere aiuto.
Attese poco tempo prima di sentire le sirene della polizia avvicinarsi e un sacco di agenti entrare nell'attico a pistole spianate. Li vide togliersi il cappello alla vista di tutto quel sangue.
-Stai bene?
Dal corridoio giunse il detective che si pietrificò entrando nella sala.
-Anderson fai salire subito la scientifica.
E così gli esperti arrivarono e analizzarono il sangue che effettivamente apparteneva a Robert Downey Jr, ma un indizio arrivò come manna dal cielo.
-Questo non è il suo sangue, ma di un'altra persona.
Esclamò uno, indicando una chiazza rossa lontana da quel orrido dipinto che si era creato.
Avviarono tutte le loro specifiche procedure, scattando foto e quant'altro.
-Analizzatelo subito ragazzi e non voglio sentire ragioni!
Gridò il detective che teneva per un braccio un Aurora ancora sotto shock. Intanto gli altri stavano ispezionando il luogo per trovare altri indizi.
Il cellulare di qualche agente squillò e subito lo porse a lui.
-Dimmi tutto.
Mentre ascoltava una patina di preoccupazione ed adrenalina si estendeva sul volto.
-Che succede?
-Guardando le telecamere in strada hanno notato una macchina nera che superava il limite di velocità. L'hanno localizzata e si trova vicino ad un bar dismesso fuori New York.
Aurora capì e annuì, prendendo dalle mani la mazza da baseball che un agente stava analizzando. Era ora di fare i conti.
-Vengo con voi.
Ripeteva inseguendoli per le scale.
Giunsero fuori dal palazzo, c'erano un sacco di volanti e moto dirette verso il presunto luogo dove Robert era stato portato, si spera.
-È una cosa pericolosa donna, stanne fuori.
Disse freddo e intollerante, ma non oggi.
-Stanne fuori?! Ho appena scoperto che la persona a cui tengo di più al mondo è stata rapita, ha perso un sacco di sangue. Robert potrebbe essere morto sul serio questa volta, e anche se farà male, io voglio scoprire cosa sta succedendo.
Gli occhi pieni di lacrime non erano una messa in scena per impietosirlo.
-Perché per colpa di questo bastardo la nostra storia d'amore si è trasformata in un fottutissimo film d'azione, e tu mi dici di starne fuori?!
Stava già per aspettarsi che se ne sarebbe andato, invece prese al volo quel giubbotto antiproiettile che le tirò, indossandolo mentre sorrideva con gratitudine.
-Prendi questa.
Le mise una fondina con dentro una pistola alla cintura, indicando scettico la mazza.
-Con quella non ci farai molto.
-Credimi, questa in mano mie diventa molto meglio di un'arma da fuoco.
Saltò in sella ad una moto, mettendo una mano sul fianco dell'agente che accese le sirene, seguendo tutta quella mandria di auto della polizia. Mentre sfrecciavano i capelli finivano sul volto ora che erano cresciuti un po', il ciuffo se n'era ufficialmente andato. Guardava la città passarle sopra.
Quella città che le aveva portato tutto e poi lo aveva tolto, ma adesso Aurora era tornata a riprenderselo.
Se New York ti da calci in culo è normale, perché aspetta soltanto una tua reazione.
E lei avrebbe reagito nel modo più tosto possibile.
Immersa nei suoi pensieri si accorse di essere arrivata soltanto quando vide il buio totale attorno a lei. Erano in una strada squallida, circondati da alberi, e di fianco al bar dismesso c'era un magazzino enorme quanto decadente.
Alcuni poliziotti si misero in posizione all'esterno, chiudendo le uscite.
-Mi raccomando sangue freddo.
Mormorò il detective, caricando la pistola.
-Vieni anche tu?
-Non me la perdo mica un'occasione così! Sai che bella storia da raccontare ai miei figli.
Gli diede un pugno sulla spalla.
-Sai, alla fine un po' sei simpatico.
Lui sorrise.
-Potrei dire lo stesso di te.
Finendo di scherzare entrarono assieme ad un vero e proprio esercito dentro al capanno, Aurora in prima fila guidava il gruppo. Alzò una mano per fermare tutti, sentendo dei rumori dietro l'unica porta che si poneva davanti a loro.
Si accostò con la mazza a due mani pronta a colpire.
C'erano voci, risate, e poi silenzio.
Guardò i suoi compagni per cercare conforto, questa volta stava per far rissa ma per la ragione giusta.
Da ragazzina invece quell'asta aveva toccato ragazzi innocenti, e se ne pentiva ogni secondo.
Con un cenno del capo fece sfondare la porta da uno, entrando per prima con la mazza puntata in avanti.
-Come si dice? Ah si: la festa è finita.
Vide delle persone, più che altro teppisti, alzare le mani quando la polizia entrò in massa ad armi spianate. Aurora boccheggiò guardandogli negli occhi poiché avevano il suo stesso sguardo quand'era come loro.
Lo sguardo di chi sa che sta facendo la cosa sbagliata, senza avere il coraggio di ribellarsi e cambiare.
Erano ragazzini a malapena maggiorenni, fu l'unica a non attaccare finché uno di loro stava per colpirla con una bottiglia.
Allora lei rispose, spaccandola con la mazza e successivamente stancandolo con continue mosse sui fianchi che lo spaventavano. Aveva paura che lo colpisse fortissimo, e lei approfittava di ciò.
Alla fine lo mise a terra con un calcio, gli altri erano già in manette.
-Puoi cambiare ragazzo.
Gli sussurrò prima di essere preso a mali modi da un agente.
In quel trambusto fu l'unica a sentire un tintinnio di catene infondo al magazzino, dove la luce non arrivava. Corse verso l'oscurità, accendendo la pila incorporata con la pistola e dopo averlo fatto se ne pentì subito.
Le cadde a terra la mazza vedendo Robert legato ad una sedia da catene strettissime, pieno di sangue come se ci avesse fatto il bagno.
La testa bassa, respirava a malapena.
Corse verso di lui, cercando di liberarlo e lui si svegliò improvvisamente, scalciando e dimenandosi come un cavallo imbizzarrito.
-Fermo, fermo, sono io...
Disse reprimendo il dolore vedendolo aprire gli occhi con qualche capillare esploso, rossi anche quelli. Lasciò cadere la pistola, passando le mani sulle guance e capendo che aveva la febbre.
-Che cosa ti hanno fatto...
Cercava di parlare ma non aveva più la capacità di muovere un dito.
-Molto commovente.
Si girò di scatto vedendo l'incarnazione del tradimento in due persone: Stella, che pareva terrorizzata, e...Ronald Gate.
Prese subito la pistola chiamando a gran voce il detective che arrivò subito, puntando la pistola contro i due.
Parlava alla radiolina sulla spalla chiamando un ambulanza e rinforzi a non finire senza però staccar loro gli occhi di dosso.
-Tu...
Aurora aveva il dito sul grilletto e nulla l'avrebbe convinta a non premerlo.
-Tu hai sparato quel giorno nell'attico.
L'irlandese rise.
-Ah no! È stato lui.
Dalla penombra uscì un'altra persona con la spalla e il braccio fasciati: Brian il fidanzato di Giulia.
-Ti teneva d'occhio per i primi giorni, poi Stella e infine io. A proposito, quel passo di danza alla fine l'ho imparato grazie.
Aurora venne bloccata dalla biondina prima che si avvicinasse al rosso che aveva un sorriso da schiaffi sulle labbra.
-Non farlo ti prego...è un mostro quel ragazzo.
La rosa rispose sputandole in faccia a colpendola con il calcio della pistola, facendola cadere a terra e i due ragazzi non l'aiutarono.
-Si, le ho offerto un bel po' di soldi per rovinarvi la storiella, è una che si piega facilmente.
Disse leccandosi le labbra.
-Sei uno sporco traditore!
-Robert è l'unico ad aver tradito qua. Lui ha ucciso mio padre e i padri di tutti i ragazzi che avete appena arrestato in quell'incidente, perciò penso che lui non sia così diverso da me, vero?
Non appena si avvicinò all'attore strizzandogli una guancia Aurora sparò un colpo vicino al suo piede per farlo allontanare. Rob fissava soltanto lei.
-L'hai detto tu stesso: è stato un incidente. Non poteva fare nulla quando l'aereo perse il controllo!
-Si però casualmente lui e mio padre si odiavano a morte.
La ragazza ora aveva superato la pazienza.
-Va bene adesso mi incazzo. Hai mai provato, mentre progettavi questa folle vendetta, a metterti nei suoi panni?! In un aereo con tua madre, state cadendo, lei ti ha appena detto che è fiera di te e tu cerchi di tornare in quota, magari di cadere da un'altra parte per salvare quei soldati, ma non ci riesci. E vorresti essere morto tu al posto loro, e te lo ripeti ogni singolo secondo della tua vita del cazzo.
Ronald finse di non capire, ma invece capì eccome.
Robert sorrise a quelle parole della sua donna, lasciando che una lacrima si mischiasse con sangue.
-Io so solo che amavo mio padre, e per colpa sua ora non ho nessuno.
Detto questo tirò fuori una pistola e sparò troppo velocemente al detective che cadde a terra, sotto un urlo di Aurora. Tentava di tamponare la ferita al fegato, ma perdeva troppo tempo. Aveva imparato a sopportare queste situazioni, ma non era stata fatta per farlo.
-No no, ti prego resisti. Devi raccontare la storia ai tuoi figli ricordi?
L'uomo sorrise ansimando, stringendole una spalla.
-Raccontala tu.
Aurora aveva imparato a non piangere, ma su questo si era promessa una delle più grande cazzate della sua vita.
Quando spirò l'ultimo respiro, anche se come persona poteva sembrare poco importante, qualche lacrima andava spesa e tanto dolore. Alla fine l'aveva aiutata. Gli chiuse gli occhi, lasciando il corpo agli agenti che correvano avanti e indietro per cercare Ronald e Brian che erano scappati.
-Dove vai?
-A prenderli.
Disse dimenandosi dalla presa di Stella, vedendo che stavano liberando Robert.
Caricò la pistola, spintonandola ancora.
-Ti posso dire dove sono!
Si girò di scatto sovrastandola.
-Muoviti.
Corsero fuori dal magazzino, finendo in mezzo alla strada proprio davanti al bar. La bionda indicò un'auto sbucare dal retro, e subito la rosa fece segno agli agenti in macchina di inseguirli. Ma quando le superarono in velocità i due ragazzi, Brian si sporse dal finestrino.
-Non ci servi più stronza!
Gridò, sparando.
E quel colpo, ennesimo sparo nelle orecchie di Aurora, finì nel petto di Stella che si accasciò a terra.
Senza fare distinzioni si inginocchiò, provando di tutto, perfino la respirazione bocca a bocca.
-Mi hanno costretto...
Ripeteva piagnucolando, e si, un po' di dispiacere lo provava.
-Non ti credo.
Guardò negli occhi della morte.
-Si...mi hanno fatto cadere nelle vecchie abitudini e..hanno...ucciso la mia famiglia...vai al cimitero della città se vuoi...
L'avrebbe fatto, ma da ingenua e buona d'animo vedeva la verità dentro i suoi occhi. Era accaduto tutto così in fretta, prima correva sulla spiaggia, ora aveva perso praticamente tutto.
-Amalo anche per me Aurora..ama..
Stava per finire la frase, ma il sangue e il proiettile ebbero la meglio.
Continuava a ripetersi che non le dispiaceva, ma si sentiva un mostro pensandoci. Aveva visto troppe morti, troppe. Cose che aveva sempre sognato, ma ora, nella realtà, preferiva di gran lunga non aver mai accettato quel biglietto di sola andata dalla madre.
-Signore salga sull'ambulanza la prego!
Alzò lo sguardo e vide Robert barcollare verso di loro, vedendo prima la pistola in mano sua e poi il cadavere della ex moglie.
-STELLA!
Gridò, ma non riusciva a correre.
-L'hai uccisa tu..
Disse avvicinandosi ad Aurora che subito corse ad abbracciarlo, ma la spinse a terra.
Il tradimento spesso inganna, e bisogna essere davvero buoni per non cadere in trappola.






*quanto lungo. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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