Reazione

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-Cosa..co..Auro...sveglia..ti...
La voce che uscì da quelle labbra fu piena di paura, di esplosioni, di sentimenti tutti rivolti alla parte fredda e triste dell'umano.
Questa coppia non potrà gridare alla vita finché non smetterà di tacere alla morte.
Robert la prese in braccio, ma aveva le ginocchia troppo deboli per tenere il suo peso perciò si costrinse a trascinarla da sotto le ascelle. La portò nel suo studio, tirando fuori da una porta scorrevole e ben nascosta uno di quei lettini da medico.
La distese, accendendo una luce e portandola sopra il volto tumefatto della sua ragazza.
Si stavano gonfiando le ferite, doveva agire in fretta.
Da un cassetto prese tutti gli attrezzi necessari, infilandosi guanti, mascherina e cuffia per i capelli.
Il dottore fece la sua magia in un ora esatta.
Aurora aprì gli occhi lentamente, scontrandosi subito con lo sguardo spalancato e preoccupante del suo uomo.
-Come ti senti?
La rosa provò a parlare, ma riuscì solo ad aprire la bocca e far uscire aria e non la voce. Si prese il collo, ricordandosi cosa le era successo e facendo cadere la testa sul comodo cuscino dietro di lei, rassegnata.
Iniziò a mimare con le mani cosa voleva dire, e Robert capì brillantemente.
-Tieni, è per la gola.
Prese tutte le medicine che le porse, sentendo che stavano evitando l'argomento più importante.
L'attore sospirò, sfiorando delicato tutte le ferite ancora rimaste sul suo volto.
Il cerchio rosso attorno all'iride purtroppo ci metteva un po' di più per sparire.
-Che ti è successo?
Aurora mimò un combattimento, una rissa da bar, cercando di essere convincente ma di fronte ad un attore l'ultima cosa che puoi fare è mentire.
-Sii sincera.
La riprese severo, ma non una punta di spietatezza uscì dal suo tono.
La rosa confermò ciò che aveva illustrato, non voleva farlo sentire in colpa dopo tutto quello che aveva passato.
C'è qualcosa di estremamente puro nel provare i sentimenti di Aurora, di essere così stupida di fronte a chi ragiona con la testa, ma eroicamente rara per chi pensa col cuore.
-Te l'ho fatto io?
La negazione perseverava sempre di più, portando la pazienza di Robert ad un filo sottile sul confine del fronte.
Si avvicinò al suo volto, fondendo quella corazza di bugie che si stava costruendo.
-Sii sincera.
La rosa aveva gli occhi lucidi, sapendo di non avere più la forza di fermarlo, qualunque sarebbe stata la sua reazione. È quando il guerriero ha perso la sua armatura, che diventa un eroe.
Sospirò, lo faceva per lui, perderlo o lasciarlo andare.
-Sei stato...tu.
La voce uscì finalmente, ma pareva quella di una gallina strozzata.
Si aspettò di tutto, ma non un grido così potente e straziante davanti alla sua faccia, ad occhi aperti, guardandola aveva urlato.
Alzò un braccio quando lo vide alzarsi, ma cadde vergognosamente sul letto prima di fare qualsiasi altro movimento.
Robert la guardò alzando il mento, incredulo ma consapevole di cosa aveva fatto.
-Cosa stavi sognando?
Non rispose, solo a testa bassa prese il computer, cercò qualcosa su internet e le mostrò un video che ritraeva lui e sua madre pronti a partire.
Chiuse gli occhi quando la buffa telecamera riprese l'aereo da guerra virare pericolosamente verso terra, cadere in picchiata sulla pista di lancio e poi fuoco, grida e fumo terminarono il video.
Era così dolce quella donna, così piccola ma così forte con quel sorriso di orgoglio verso il figlio.
Ed era morta.
-Io..
La zittì, mostrandole un altro video dove il suo corpo veniva recuperato tra i detriti e lo scheletro in fiamme dell'aereo, fu così devastante per la ragazza vederlo con gli occhi chiusi e metà faccia bruciata.
Chiuse gli occhi di scatto prima di vedere il suo ginocchio completamente aperto e pieno di sangue.
-Mi hanno messo un sostituto di metallo, qua dentro.
Si picchiettò la gamba, triste.
-Quante me ne hanno date i familiari dei soldati morti.
Rise amaro, facendo scoppiare in lacrime la rosa che si lanciò verso di lui, abbracciandolo fortissimo. Affondò la disperazione e l'onore di essere davanti ad una persona così dilaniata ma ancora in piedi nella sua spalla, accarezzando la nuca.
-Mi dispiace per tutto, non l'hai fatto apposta.
Robert sospirò stremato, appoggiando la guancia sui suoi capelli e trovando parte della sua pace nel profumo di marsiglia.
-Ma l'ho fatto.
Replicò con un roco sussurro, pensando solo ad una cosa che ci porterà vicino alla fine di questa prima fase della storia.
-Non posso perdonarmi ciò che ti ho fatto Aurora, sono un mostro.
-È tutto okay amore, stavi avendo un incubo terribile, non importa davvero.
Con troppa velocità la spinse di nuovo sul letto, portando una mano dietro la schiena e tirando fuori una cosa che mai avrebbe voluto vedere.
-Se mi ami davvero, non fermarmi.
Mugugnò disperato, portando la punta della pistola dentro la bocca.


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Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

Until The Wheels Fall OffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora