Falso allarme

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-Non ci posso ancora credere che sto per diventare un padre!
Esclamò euforico Robert, parcheggiando l'auto vicino all'ospedale.
Aurora rispose soltanto con un semplice sorriso che rivelava le fossette adorabili, ma che in quella situazione erano le linee della disperazione che l'affliggeva. Non voleva essere gelosa...però doveva ammetterlo prima o poi.
In pochi lo riconobbero dentro quell'ospedale e giustamente la ragazza si chiese perché.
-Oh, beh, diciamo che ho fatto pochi film e mi riconoscono solo per un singolo personaggio.
-È triste così, non credi?
Lui alzò le spalle sospirando, usando la scusa che la ragazza dai capelli rosa era in realtà sua cugina quando qualcuno glielo chiese. Corsero fino alla stanza di Stella, e credetemi fu davvero complicato per Aurora rivederla di nuovo.
Si aspettò un caloroso saluto da parte dei due, invece Robert si limitò a salutarla e sedersi al suo fianco. La rosa rimase in piedi con le mani sudate dalla tensione e dal disagio, girandosi letteralmente i pollici. Non le piaceva affatto l'idea che aveva avuto, solo ora se ne rendeva conto.
-Siediti pure.
Le allungò uno sgabello scomodissimo su cui si sedette senza lamentele, a debita distanza dal letto dove giaceva Stella e di conseguenza lontana da Rob che era l'unico da volere vicino.
-Come stai?
All'inizio Aurora pensò che stesse parlando con l'ex marito, iniziando ad ignorarla per tutta la conversazione, ma ancora la stupirono poiché l'aveva chiesto a lei.
-Oh, ehm...
Col disagio nel cuore guardò di sfuggita il fidanzato che stava praticamente urlando con gli occhi di rispondere.
-Benissimo, mai stata meglio.
Annuì per rendere più chiaro il concetto e tranquillizzando Stella.
La ragazza notò subito che Robert guardava le lenzuola e non chi ci stava sotto, semplicemente si insospettì. Insomma, sapeva che tra di loro c'era di sicuro qualche divergenza, ma non così grave.
-Ti tratta bene?
La biondina purtroppo era troppo scaltra non capendo che Aurora stava lentamente cadendo in un lungo e tortuoso attacco di panico. Sudava, palpitazioni, tremolio, disagio che faceva tremare il corpo e l'anima, insomma stava soffrendo continuando ad essere in quella stanza.
L'unica ragione che le restava era l'uomo che si rifiutava di guardare in faccia il più grande errore che abbia mai commesso. La rosa balbettava allegramente, nella difficoltà totale.
-S-si, è davvero un gentiluomo.
Abbassò il viso per nascondere un sorriso che venne sincronizzato con quello di Robert dopo quel complimento. Stella prosegui parlando sottovoce con lui e ad un certo punto Aurora sentì la sua esistenza essere di troppo, per questo si alzò tremante.
-Io vi lascio soli, con permesso...
Si congedò prima di ottenere risposta, fiondandosi verso il primo bagno che aveva trovato. Si chiuse nel gabinetto, ansimando in cerca d'aria e rovistando freneticamente dentro la borsa per tirare fuori una pastiglia.
No, non stava cercando di suicidarsi, serviva per calmare la sua agitazione prima che sfociasse in qualcosa di molto più serio. Corse al lavandino per mandarla giù con l'acqua, aggrappandosi al bordo per poi tornare nel gabinetto. Chiuse la tazza e ci si sedette sopra, appoggiando i gomiti sulle gambe.
Sbuffando rimuginò suo perché era così spaventata in presenza di Stella.
Forse gelosia, forse rispetto, o forse l'iniziare ad assecondare quel desiderio razionale che prevedeva di togliersi dalla scena per lasciale la nuova famiglia brillare.
Era il sacrificio più grande, da una parte poteva essere l'eroina dell'amore...ma dall'altra sapeva che significava perdere l'uomo più importante della sua vita. Restò a pensare senza risposta finché non venne Robert a scassinare la porta, facendola uscire tirandola per un braccio.
E non era arrabbiato, assolutamente no: era incazzato nero peggio di un toro alla corrida.
Corse con lui fino alla macchina tentando di non volarci dentro da come la fece entrare. Guidava folle senza superare il limite, tirando pugni al volante quando c'era il rosso.
Non appena giunsero in casa pretese delle spiegazioni.
-Che cosa diamine è successo?!
Robert si passò una mano tra i capelli, agitando le mani.
-Guarda non usare quel tono altrimenti giuro che faccio un casino oggi!
Disse velocemente tirandosi il ciuffo e scaraventando gli occhiali contro il muro, chiaramente si frantumarono in mille pezzi. Aurora almeno voleva farlo sentire a casa, e ci tentò di buon cuore, ma era troppo ingenua da gettarsi tra le fauci del coccodrillo.
-Qualcosa hai già fatto...
Rob le si avvicinò puntandole un dito contro coi denti digrignati.
-Non fare la spiritosa, hai capito?!
Non la smosse di un millimetro, respirandole pesante sul viso, ma la rosa voleva sapere cosa fosse successo per farlo adirare così tanto. Mise una mano sulla spalla, ma lui la tolse via a mali modi.
-Dimmi almeno perché sei arrabbiato.
-PERCHÉ ERA SOLO UN FALSO ALLARME, CI HA PRESI IN GIRO!
Urlò fuori di se ad un passo dalla sua faccia, la fronte praticamente attaccata e le sopracciglia aggrottate che le trasmettevano tutta l'ira che aveva in corpo e si capiva che stava per sfogarla, per questo iniziò ad indietreggiare.
-Quindi mi stai dicendo che ci ha fatto annullare la vacanza....per niente?
Era una domanda retorica.
Si, adesso iniziava ad odiarla, ma non voleva mancarle di rispetto sopratutto al cospetto del suo ex marito in preda alla rabbia del diavolo. Trattenne gli insulti per sé, osservando Robert che prendeva a pugni il povero divano.
-Credo che tu stia esagerando.
Non appena tentò di avvicinarsi lui alzò la testa, facendola cadere in un baratro quando immerse gli occhi chiari in quelli scuri e in lacrime.
Contornati di rosso, un bruttissimo spettacolo.
-No! Non capisci che quella vacanza era importante per me che....
Si morse il labbro inferiore, scurendo la testa e scacciando il seguito della frase con un gesto. Potevano essere milioni i motivi, ma lasciò dedurre a voi.
-Ah, non importa, andiamo a dormire che è meglio.
Aurora tentò ancora di chiedere spiegazioni, ma Robert fu molto crudo e chiaro su questo punto.
-Tesoro, odio essere così volgare e minaccioso, ma se osi ancora proferire parola io potrei dare di matto e tu potresti denunciarmi, intesi?
Rimase letteralmente di stucco, annuendo tremante e deglutendo veleno come sempre, ultimamente.
Dormirono ben distanti quella notte, le schiene che si guardavano, svegli senza neppur parlarsi, persi nei propri pensieri. Eppure la ragazza voleva solo stargli vicino, qualche carezza o un abbraccio.
Sperò di vederlo voltarsi e abbracciarla, ma così non fu.
Chiuse gli occhi, e la domanda stavolta è questa:
Come andremo avanti?


*volevo darvi un addio migliore. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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