Scommessa persa

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-Dove vuoi che ti massaggi?
Fece finta di pensarci su, la risposta era ovvia.
-Te l'ho detto: come se fossi ad una spa.
Aurora sbuffò, iniziando a spogliarlo come lui aveva ordinato, come se fosse la sua schiavetta. Schioccò le dita da padrone e la rosa gli tolse maglietta e pantaloni, lasciandolo solo in boxer.
-Toglili.
Ah, bella questa!
-Non ci penso proprio.
Replicò coraggiosa lei, facendo scattare la fiamma dentro l'inferno.
Robert le prese una mano e la strinse, facendola divincolare quando la stava facendo scendere verso il basso ventre. Aurora improvvisò un braccio di ferro e con tutta la sua forza, comprese le riserve, tentò di batterlo in quella sfida che chiaramente vedeva un solo vincitore che questa volta fu la donna e non l'uomo.
Eppure anche l'attore aveva impiegato tutta la sua forza, ma non le riserve e si pentì di averla allenata personalmente in palestra, ora la pittrice non scherzava.
-Ti faccio i massaggi solo se mi lasci.
L'uomo sbuffò e lasciò la presa, stendendosi a pancia in giù sulla penisola del divano ed iniziando a stringere i denti quando Aurora si sedette sulle sue cosce per massaggiarli la schiena tesa.
-Ahh, sei pieno di graffi qua.
Sfiorò per sbaglio una ferita e Robert trattenne stoicamente l'urlo di dolore, quel ragazzo ci era andato abbastanza pesante.
-Scusa, adesso mettiamo la crema.
Gli mise un fazzoletto di stoffa tra i denti per dargli qualcosa su cui sfogare il dolore quando passava le mani unte su tutta la schiena. Sembrava sotto tortura, ma alla fine il tocco magico del petalo cadde sulla sua pelle rossa e placò i suoi sussulti.
Adesso erano arrivati i massaggi sulle braccia, le gambe, ma la ragazza stava ben lontana da quei boxer.
Robert per sbaglio scalciò all'indietro quando fece risalire le mani sulle cosce, colpendola col tallone sulla schiena e facendola cadere a peso morto su di lui.
-Oh, mi dispiace.
Disse con tono sarcastico, ma Aurora per vendetta si strusciò contro la pelle rendendola di nuovo rovente.
-Dai, ora girati.
Rob si rifiutò come un bambino, non voleva mettersi a pancia in su perché c'era qualcosa che gli faceva tanto male e non voleva darla vinta alla sua fidanzata.
Ma la pittrice non è una che implora facilmente, perciò lo girò da sola e slittò sulle sue ginocchia quando vide quel rialzamento nei boxer a pochi centimetri da lei.
L'attore sorrise per smorzare l'imbarazzo e anzi, la prese per la vita e l'attirò contro di lui con forza.
-Dovevo solo farti dei massaggi.
-Ma devi fare tutto ciò che voglio io, honey.
Ribatté roco, mettendosi a sedere e strusciandosi contro di lei.
Aurora cercò di andarsene dato che aveva del lavoro da fare, ma Robert la prese per i capelli e la voltò per guardarla in faccia, cosa che mai le aveva fatto.
-È inutile, non ti lascerò andare.
Tentò con degli spintoni ma per la prima volta la ragazza si ritrovò in netto svantaggio e l'attore stava facendo sul serio, la lasciava vincere le altre volte ma adesso era stufo di perdere.
-Potrei denunciarti per stupro lo sai?
Con quello sguardo dannato le fece inclinare la testa, baciandole la vena centrale del collo che subito sciolse le sue resistenze.
-La scelta è tua.
Mormorò, mettendole i polsi dietro la schiena e facendola cadere sulle sue ginocchia.
-Patetico.
Sbuffò lei quando iniziò a sculacciarla forte da lasciarle il segno sotto la stoffa. Robert odiava essere preso in giro in quelle situazioni e quindi le tirò le braccia indietro, facendola contorcere dal dolore mentre continuava a toccarle le natiche.
-Un'altra parola avanti.
La sfidò già sapendo che era facilmente provocabile e difatti si aizzò per colpirlo e lui, pronto come un soldato, le tappò la bocca con una mano e pure il naso. Se le toglieva l'ossigeno poteva avere tanti vantaggi su di lei, non era invincibile.
La mise sul divano, alzandole il bacino con ancora la bocca chiusa.
Aurora sapeva resistere, ma continuava a tentare di toglierli la mano venose che però pareva incollata alla sua pelle.
Le tolse i pantaloni e intimo, calandosi poi i boxer.
-Non sei immortale, non puoi vincere amore.
Le sussurrò all'orecchio facendole balbettare qualche insulto taciuto.
Quando la penetrò con forza aggiunse anche l'altra mano sulla bocca dato che aveva trovato uno spiraglio da dove respirare, schiacciando ancora di più il naso.
Tenendosi al suo volto come appiglio la speronò in continuazione, sorridendo sardonico quando boccheggiava tirando pugni sul divano.
Non voleva ucciderla, sapeva fin dove poteva arrivare.
Incattivito spinse fino a farle sbattere la testa contro il bracciolo di fianco, ma godevano entrambi questo è certo.
I gemiti erano inesistenti, solo la pelle liscia delle sue mani potevano sentirli.
Arrivò all'apice la ragazza, ma non l'uomo che uscì prima di seguire il suo esempio.
Finalmente le tolse le mani e Aurora cadde sul divano, boccheggiando e tenendosi il collo tutto pieno di vene in risalto.
-Un giorno mi vendicherò.
-Tsk, certo.
Si rivestì e così fece lei.
Fu una notte movimentata, ma in casa Downey, alle quattro di notte, l'unica ancora sveglia era proprio la protagonista che dipingeva con assoluta calma per non svegliare il drago.
Doveva ammetterlo: quel Robert le era piaciuto.


*saluti dall'isola d'Elba eh. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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