Paralizzato

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-Non scherzare, ti prego.
Disse con voce impercettibilmente salda Aurora, alzandosi mossa dalla volontà di fermarlo.
-Mi vuoi fermare?!
Capì quelle parole dato che la voce era soffocata dalla punta della pistola. Hanno portato letteralmente tutto ciò che sono stati sul filo del rasoio. 
La rosa tremava, facendo lenti passi in avanti pur di raggiungerlo.
Sentì il grilletto pronto a partire, il suo cuore pronto ad esplodere.
-Smettila Robert, è una follia!
Si coprì gli occhi quando credette di aver sentito il proiettile uscire, ma era la sua mente che già lo vedeva a terra privo di vita.
Come da uno scherzo si possa arrivare alla tragedia, questa la loro storia.
Era devastante vedere gli occhi lucidi dell'uomo, così indescrivibili da trovare mille parole inutili.
Non sentiva più il cuore battere Rob, forse stando vicino a lei percepiva quella luce da qualche parte.
Anche il più piccolo sprazzo di luce può battere l'oscurità.
Aurora tese le mani avanti, invitando chi di battiti non ne ha mai avuti a risuonare forte come un tamburo.
-Dentro di te c'è un leone, allora perché continui a tacere?
Non cadde a terra per le poche forze, rimase a distruggersi e a vedersi distruggere la persona più significativa della sua vita davanti.
Era suo dovere trovare la luce dentro quell'uomo e tirar fuori quel passato indimenticabile.
-Non mi ami!
Gridò in lacrime Robert, mordendo la fredda pistola con i denti pur di trattenere tutto ciò che aveva dentro.
La rosa si lasciò contagiare dal suo pianto, restando ad un passo da lui, sfiorandogli la mano.
-Perché mi fai questo...
Mormorò la ragazza, lasciando che quel tocco portasse nel suo cuore qualcosa, ma era paralizzato dalla sua convinzione.
Un proiettile e si chiude tutto.
-Tu non mi ami perché mi vuoi fermare!
Aurora chiuse gli occhi contro quelle urla, sopportando solo come una donna sa fare le accuse dell'uomo cieco davanti a tanta forza.
Pelle contro pelle, un brivido accarezzandogli il dorso della mano che raggiunge la spina dorsale.
-Ti odio...
Tra quelle lacrime, quel dolore, solo bugie infide una serpe può pronunciare. Robert chiuse gli occhi, premendo il grilletto.
-NOOOOOO!
Fu il grido e l'eccezionale coraggio di Aurora che la portarono a deviare la traiettoria contro il muro, forandolo.
Aveva le orecchie tappate da quel terribile suono, il respiro pesante.
Ma si fa presto a tirare un sospiro di sollievo quando non c'è nulla da cui sollevarsi.
Buttò la pistola a terra, appoggiandosi stanca degli aventi al corpo di Robert rigido come una roccia. Pianse come se il proiettile fosse arrivato nel suo cuore, la guancia abbandonata contro il suo petto fermo.
-Anche se mi odi, io ti amo lo stesso.
Disse, abbracciandolo in lacrime perché lei vedeva solo il sangue scorrere dalle pareti come una volta.
Chiuse gli occhi, credendoci fino alla fine di trovare il conforto tra quelle braccia, ma così non fu.
-Anche se sei così difficile, così schivo e freddo. Anche se potrai avere solo difetti e nessun pregio...io saprò amare il peggio di te.
Come una pezza fece appoggiare la fronte sulla sua spalla, pregando in silenzio di essere abbracciata, ma ripeto che Robert era paralizzato.
-Sperando un giorno che tu possa essere migliore di chiunque altro.
È inutile.
L'attore non aveva più maschere, si sentiva vuoto. Alzò le braccia per darle tutto ciò che le stava togliendo, ma da un codardo puoi aspettarti solo delusioni.
Forse il ghiaccio poteva sciogliersi...un giorno, forse.
-Vattene via.
Distruggi tutto quello che hai Robert, rimani con quel niente che ti resta.
La morte lo segue come un'ombra.
C'è da stare in silenzio e smetterla di sperare.
Aurora si sciolse da lui, incredula.
Non era fatta per essere oscura, non era fatta per essere come Rob.
-Mi fai male così.
Gli occhi di giada brillavano senza accendere alcuna fiamma in quelle iridi scure come la notte.
-Vattene via.
Ripeté duro, stringendo i denti e i pugni. Aurora stava perdendo pezzi, non meritava tutto quello o forse era necessario per capire che l'apparenza inganna.
Robert impotente la vide correre via, scappare, sbattere la porta senza più rientrare.
Trattenne fino alle lacrime l'urlo, poi il più forte dei dolori venne gridato al soffitto.
Cadde in ginocchio, al cospetto di un falso dio che voleva risplendere dentro di lui. Gridò a terra, senza più una gravità a cui aggrapparsi.
Doveva distruggere qualcuno per rendersi conto della malvagità di se stesso, trovarla una ragazza capace di sacrificarsi ogni giorno.
-Aurora...Aurora...
Ripeté il suo nome come una lagna, come il figlio che dopo l'incubo chiama a gran voce la madre. Lei non c'era e nemmeno la sua anima.
Senza fiato, senza voce, senza niente si mise una mano sul cuore che lo prendeva in giro battendo solo per tenerlo vivo.
Con le lacrime lucenti come perle restò col cuore caldo e pulsante in mano, decidendo se stringerlo o meno.
Calciò via la pistola, simbolo della fine.
Si appoggiò al letto dietro la sua schiena, piangendo con la gola arsa dal dolore della solitudine.
La solitudine è l'unica che prova chi sei veramente, le altre emozioni sono solo test della tua resistenza.
Strinse il petto, trovando altra voce per gridare straziato dalla desolazione che lui aveva portato.
Chi non si sentirebbe un mostro quando distrugge l'unica speranza che rimane?
Con le sue mani aveva ucciso Aurora, così piccola e fragile quando la toccava.
Quella sensazione di affogare in un mare senza fondo lo stava uccidendo da dentro.
Paralizzato, non riuscì a gridarle ti tornare.

*non c'entra molto, ma mi mancavano le canzoni. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

Until The Wheels Fall OffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora