Geloso?

170 8 0
                                    

-Davvero coraggioso a minacciare con un'arma in mano.
Commentò Stella, irrigidendosi lo stesso.
-Davvero intelligente entrare nella mia casa come un ladro, non credi?
La bionda sbuffò, allontanandosi. Si voltò e lo vide alzare un sopracciglio, facendo cadere a terra tutti i proiettili e il fucile.
-Ora sono abbastanza coraggioso per te?
Abbassò il cappuccio e sorrise, ma uno di quei sorrisi che crepano il ghiaccio più freddo. Mise le mani dentro l'unica tasca della felpa, tranquillo si avvicinava a passi frenetici.
-Ora rispondi alla domanda.
Fermandosi la guardava divertito ma comunque con quello sprazzo di assassino dentro lo sguardo.
-Mi sembra ovvio.
Rispose altrettanto fredda con una tensione mai destinata ad esplodere.
Schioccò la lingua sul palato, muovendo il dito indice con dissenso.
-No cara, non funziona così: voglio sentirtelo dire.
Sbuffò.
-Vediamo altrimenti mi metti le mani addosso? Che paura!
Robert chiuse gli occhi per qualche secondo, pazienza e autocontrollo di nuovo sotto la sua divisione. Mise le mani proprio dietro la schiena in un chiaro segno di cambiamento.
-Semplicemente resterai qua finché non risponderai, e ti giuro che farò in modo di renderlo un inferno.
Stella si accarezzò il pancione per poi sedersi sul divano, Robert con le braccia incrociate la guardava sbattendo il piede per terra a ritmo.
Passarono così due ore esatte, a fissarsi, scrutarsi, dirsi tante di quelle cose senza mai aprire bocca. Il primo a cedere?
-E va bene! Stavo rubando del cibo perché...non ho più....una casa.
Ammise abbassando la testa e in quel momento Rob riuscì a sentirsi la colpa picchiettare sulla nuca dopo tutte quelle volte che l'aveva respinta. Con la condizione del loro passato vivere sotto i ponti, incinta, l'inferno viveva là fuori.
-Hai perso il lavoro?
Annuì.
Ci pensò davvero a lungo, ma ogni domanda portava ad Aurora. Si disse che cosa avrebbe fatto se fosse stato in lei. Si pose questioni impossibili o facili da risolvere, ma nella calca di idee l'unica che spiccava portava sempre e solo ad Aurora.
Alla fine la risposta quella era, difficile o inaccettabile sono sempre le cose impossibili a realizzarsi.
-Ti ospiteremo qua.
Stella spalancò la bocca incredula.
-Stai scherzando?!
Robert strizzò gli occhi, pestando il piede per scaricare la rabbia e stringendo il pugno.
-È ciò che farebbe Aurora.
Ed era totalmente falso.
-Quindi fai tutto quello che vuole lei? Pensavo fossi un uomo.
Disse con disprezzo assoluto, sputando per terra addirittura. Fosse per lui le avrebbe fatto pulire per terra con la lingua, ma nel nome del suo amore restò calmo.
-Faccio quello che vuole lei...perché malgrado i nostri litigi la sua è sempre una scelta giusta e mai facile.
Deglutì sentendo la sensazione dell'infinito passare per la gola solo pensandola sorridere.
-Poiché chi è coraggioso sarà sempre con lo scudo a difenderti, o con la pistola alla tempia pronto a morire al posto tuo.
E se combatti, urli di dolore, cadi, ti rialzi e torni a combattere...allora guerriero diventerà un eufemismo.
-Non sei mai stato un grande poeta.
-Adesso vattene e prendi le tue cose poi torna qua.
-Ah no, grazie ma con te e quella italiana non ci sto.
Robert sospirò.
-Grazie al cielo! Allora evapora e se ti vedo ancora giuro che non sarò così gentile.
La minacciò fino a punzecchiarla talmente tanto da offenderla e farla uscire di corsa dalla casa. Soddisfatto nascose l'arma del delitto dov'era prima, attendendo il ritorno della sua regina. Per noia spiò dal terrazzo la gente in strada, usando il binocolo talmente era in alto. Una testa rossa spiccava tra la folla assieme ad una rosa, subito inquadrò Aurora e Ronald camminare per strada correndo e pestando apposta tutte le pozzanghere. Aggrottò le sopracciglia e mise lo zoom, correvano a braccetto e la ragazza rideva come mai aveva fatto con lui.
-Ma è gay o no questo?!
Sbottò infastidito quando Ronald Gate la salvò da uno scivolone ma alla fine caddero entrambi sorretti dalle altre persone dietro che probabilmente gli urlarono contro. Ci perse la testa per quell'irlandese, Robert più si ingelosiva e più si sentiva stupido ad essere così dubitante di Aurora. I segreti giusti potevano raccontarsi, ma monitorare l'altro mai.
Se ti fidi ti fidi, altrimenti ciao.
Quando la vide entrare in casa tutta fradicia subito la coprì con una coperta, mandandola dritta filata dentro la doccia calda senza accettare discussioni.
Ripeteva il nome del rosso, sguardo fisso e immobile.
Come poteva essere geloso?
-So che ci hai spiato.
Si spaventò quando vide Aurora nuda che tranquillamente appoggiata alla spalla faceva lo sguardo sincero.
Rob imbarazzato distolse lo sguardo, grattandosi il collo.
-Io..ehm..
-Fa niente dai, spero solo tu trova la risposta che cerchi.
Provò a ribattere ma la ragazza si era chiusa in bagno.
Downey sbatté la schiena contro la porta, strisciando in basso fino a sedersi con le ginocchia al petto.
-Geloso?


*ho sonno dormo scusate errori. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

Until The Wheels Fall OffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora