Il giudice

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-Signorina!
Aurora si voltò di scatto prima di entrare nel tribunale, vedendo il medico chiamato a testimoniare mostrarle con un'ombra di dispiacere delle carte. La ragazza era troppo incasinata mentalmente per capire quello che c'era scritto e poi aveva l'ansia da tribunale dato che c'era già stata, ma dalla parte dell'imputato.
Respinse il medico dicendo di parlarne dopo.
A quanto pare la polizia in un folle inseguimento era riuscita ad acciuffare Brian e Ronald. Oggi erano arrivati alla sentenza decisiva, l'arringa finale per gli avvocati.
A difendere i due ragazzi c'era Allyson Filler mentre, l'avvocato di Aurora e Robert, era un certo Larry Samson.
Secondo il piano dovevano testimoniare entrambi, e i due dopo la tragica sera non si erano più parlati nonostante vivessero insieme. Il loro difensore era sul piede di guerra per questo con astuzia riuscì a far durare poco il tutto raggiungendo il finale tanto atteso.
Non appena entrarono nell'aula il giudice entrò, e Giulia fece il suo ingresso sedendosi dietro la cattedra enorme.
Vederla in quelle vesti rendeva orgogliosa l'amica, che da un liceo artistico era arrivata ad essere l'estremo difensore della legge, ma da un'altra aveva paura poiché con una frase avrebbe mandato il suo ragazzo in carcere.
Doveva scegliere tra l'amicizia e la giustizia, una delle scelte più ardue.
L'avvocato promise di voler vincere quella causa a tutti i costi, usando tutta la sua esperienza.
Era chiaro il verdetto, ma non si sa mai.
Passarono le solite procedure e i due avvocati stavano combattendo ad armi spianate, la vittoria più l'avversaria parlava e più diveniva un puntino lontano e indecifrabile. Questa volta sarebbe stata dura. La giuria seguiva ogni passo, mentre Aurora scoccava occhiatacce a Ron e Brian ammanettati con delle guardie dietro.
Strinse il pugno fino a sbiancare le nocche, ma sussultò quando sentì un qualcosa di caldo sfiorarle il dorso della mano. Alzando lo sguardo vide Robert guardare davanti a lui mentre le accarezzava il dorso, passando l'indice sulle nocche prima di alzarsi per andare a testimoniare come richiesto dall'avvocatessa.
Indossava dopo tanto tempo un semplice smoking nero eppure suo suo volto erano ancora ben visibili le ferite cucite che i due ragazzi gli avevano inflitto.
Aveva due strip sul sopracciglio, un taglietto sotto il labbro e una lunga ferita sulla guancia sinistra.
Per non parlare dei lividi semi visibili.
Nonostante questo Aurora sapeva che quell'uomo era stato torturato e nonostante tutto camminava ancora, restando a testa alta. Lo ammirava, e voleva trovare un modo per scusarsi dopo averlo usato come scudo per spaccare un muro...anche se dopo lui quel muro glielo aveva lanciato appresso.
Giulia ascoltava tutto, sembrava un'altra persona al lavoro.
-Signor Downey, lei odia questi due ragazzi?
Lui ghignò beffardo.
-Ma lo vede come mi hanno conciato?
Rispose arrogante così Aurora gli fece segno di abbassare la cresta e lui non la degnò di uno sguardo.
Proseguì l'interrogatorio come aveva pianificato Larry che ripeteva sottovoce tutte le domande che doveva fare per aggiustare laddove Rob aveva sbagliato risposta.
Quando fu il turno della protagonista sentì lo sguardo di Giulia addosso, deglutì sedendosi al banco dei testimoni.
Il suo avvocato partì con le domande e lei rispose tranquillamente, ma quando giunse al punto cruciale restò con la bocca arida.
-Lei ha visto chi ha sparato a Stella vero?
Prese un bel respiro, ora pendeva tra la giustizia e l'amicizia.
Pensava che faceva parte del suo lavoro ricevere dispiacere, ma dall'altra parte dicendo la verità portava via l'unico ragazzo che Giulia avesse mai avuto. Si, lo odiava, ma non sapeva come avrebbe potuto reagire la riccia. Credeva nella sua razionalità, sperava di capirla.
Fermò il tremore, guardando profondamente Robert negli occhi che annuì leggermente per spronarla a dire il giusto.
-Si è vero. Ho visto che uno di loro si è sporto dalla macchina e ha sparato a Stella.
-Può dirci chi è stato?
Guardò il giudice, mimando un mi dispiace con le labbra.
-È stato Brian.
Larry sorrise sotto i baffi con la vittoria in pugno mentre il surfista guardava con le lacrime agli occhi Giulia che a stento tratteneva un grido contro entrambi. Odiava sapere cosa sarebbe successo appena finito il processo.
Alla fine, dopo le arringhe finali e la testimonianza del medico, la giuria depose il verdetto e la rappresentante lo lesse a tutto il tribunale.
-Dichiariamo Ronald Gate e Brian Worth colpevoli per tutti i reati commessi.
Larry strinse le mani ai due contentissimo, mentre i ragazzi venivano condannati all'ergastolo.
La guerra era finita, ma ora doveva convivere con la distruzione che essa si era portata.
Appena usciti dal tribunale Giulia prese sottobraccio Aurora.
-Lo so che hai fatto la cosa giusta...però è meglio se non ci vediamo più.
Alla ragazza si spezzò il cuore.
-È colpa di Brian non mia. Ed è il tuo lavoro difendere la giustizia.
-Ma io l'amavo come tu ami Robert.
L'abbracciò.
-Sei una stronza Giulia sappilo.
Replicò lei stufa di essere sempre quella scaricata dagli altri.
-E tu non pensi prima ai tuoi migliori amici vero?
Si spintonarono, prendendo poi due strade diverse.
Aurora corse in bagno a piangere come quando faceva a scuola, sciacquandosi il volto senza smetterla di lacrimare. Aveva appena perso colei che l'aveva accolta in casa prima di tutti, ma le amicizie sono destinate a finire comunque.
Con le spalle incassate strinse i bordi del lavandino, girandosi quando sentì la porta aprirsi e poi chiudersi.
-Avete rotto?
Chiese Robert camminando a passo di coccodrillo.
La rosa vide quelle squame dentro le iridi brillare sotto la luce artificiale.
-Si.
La guardò.

Inaspettatamente l'abbracciò allargando le braccia e facendole segno di avvicinarsi

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Inaspettatamente l'abbracciò allargando le braccia e facendole segno di avvicinarsi. Aurora riscoprì il piacere, la soddisfazione, il calore e la sicurezza di sentirsi a casa quando venne stretta di nuovo dopo tempi duri.
Avevano finito, basta così, alla fine i cattivi erano vinti.
Con quei tacchi lei era più alta di lui, così Robert si mise un po' sulle punte per sollevarla da terra.
Tornarono a casa e l'attore le tolse le scomode scarpe, vestendola personalmente per poi portarla sul tetto.
Faceva parecchio freddo nonostante fosse primavera, ma una coperta addosso bastava.
-Ho parlato con il medico: quando le hanno sparato Stella era incinta, per davvero questa volta.
-No...
-L'abbiamo fatto mentre tu eri in Italia e il bimbo non ce l'ha fatta purtroppo.
Aveva le guance rosse per l'imbarazzo e gli occhi di chi ha superato la perdita, ma rimane comunque impressa nella mente. Aurora vide il suo profilo perfetto, il vento spostava il ciuffo mentre i suoi capelli cresciuti ancora venivano districati dalla mano venosa.
New York veniva dipinta con uno schizzo di colori sul cielo al tramonto.
Le mani si cercarono.
-Mi dispiace per tutto tesoro, non te lo meritavi.
Disse guardandola con le labbra serrate mentre le guardava la bocca di nuovo innamorato.
-Alla fine ne è valsa davvero la pena.
Rispose lei, continuando a guardare il tramonto.
-No.
Robert le prese il mento, girandola verso di sé mentre la distendeva sul tetto. Salì sopra di lei, guardandola con un fuoco negli occhi mentre baciava il collo fino a strusciarsi sul suo fiore.
-Varrà sempre la pena amarti nonostante tutto.
Aurora gli disfò il ciuffo, baciandolo con impeto senza lasciar spazio alla dolcezza.
Si slacciò la cintura, spostandole le mutandine prima di trincare i glutei e penetrarla. Le tappò la bocca per non attirare curiosità, ma spingeva come voleva lei. I vecchi tempi.
Nemmeno la legge poteva dividerli, o un qualsiasi giudice poteva dare il verdetto che loro due alla fine si ameranno sempre.





*e sono due. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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