Tra tutta quella folla che camminava per le strade di New York per noi c'era soltanto una testa familiare, l'unica persona ferma in quella corrente di umanità.
La nostra telecamera personale si abbassa su quella testa, mentre alza le mani per abbassare il cappuccio, passando le dita fra il ciuffo castano con una saetta rosa.
Esattamente: Aurora era tornata.
Dopo la morte della madre aveva soltanto due posti dove stare, e l'Italia portava molti più dolori che gli USA.
Era ben distante dallo studio artistico, dalla casa di Giulia o di Robert.
Non era lì per divertirsi: era lì per investigare.
Iniziava ad avere forti sospetti sulla morte dell'attore, sentiva l'istinto dirle la loro storia non sarebbe finita così, e alla fine il suo istinto non sbaglia davvero mai.
Quindi grazie a quel taglio nuovo era meno riconoscibile dai vecchi amici, ma non aveva portato con sé la vecchia Aurora.
Perché?
Oh, perché è morta.
Adesso aveva messo sopra le mura del castello a difendere il regno il suo lato coraggioso, combattente e con poca pietà.
Adesso la sua ambizione superava i sentimenti, ora per raggiungere la soluzione al problema avrebbe ucciso cento volte.
Come un giustiziere attendeva la notte, conoscendo New York, ma ripeto in quella città c'era una guerriera non una pittrice dai capelli rosa.
Andava nei pub e spesso ne usciva sana e salva da piccole risse per difendere la vittima, comunque agiva per conto del bene mai del male. Era un po' entrata nel lato rock della musica, stava tirando fuori gli artigli pur di trovare giustizia per Robert.
Quindi appunto quando la notte stese le sue tenebre sul cielo Aurora era in camera d'albergo, mentre finiva di infilarsi quel maglione col cappuccio nero, largo, e con una rosa fatta da paillettes ricamata sopra.
Pantaloni e scarpe da palestra, tutto normale sembra, ma non è così.
La rosa aveva una bandana che si mise sulla bocca, fino a coprire il naso, quella bandana aveva stilizzato sopra la bocca di uno scheletro. Voleva apparire minacciosa, faceva parte dello spettacolo.
Per ultimo tirò fuori da sotto il letto l'arma dell'eroe, e per lei era una mazza da baseball dal manico con fasce nere e il resto color oro. Quella mazza aveva una storia dietro che non voleva raccontare a nessuno. Posso soltanto dirvi che aveva colpito tante volte.
Uscì dall'albero tirando su il cappuccio, mentre usava il freddo come scusa per il suo outfit.
E visto che quella città ne aveva viste troppe, vedere una ragazza conciata così con una mazza sulle spalle era la cosa più normale da vedere in una giornata.
Passava dalle strade malfamate, ultimamente si sentiva come seguita quando metteva piede fuori, per questo andava dove nessuno osava per far credere di essere ignara del pericolo.
Mentre camminava con fare spavaldo un uomo le si avvicinò, senza cercare rissa, per ora.
Aurora vedendolo si fermò, poggiando la punta della mazza per terra.
-Chi ti manda?
Chiese subito, iniziando ad avvicinarsi.
-Colei a cui hai rovinato la vita.
Fece roteare la mazza mentre aumentava il passo.
-Di a Stella che mi è mancata anche lei.
Detto ciò tentò di colpirlo in testa, ma lui schivò abbassandosi e fu facile per la ragazza tirargli un calcio per poi passare all'assalto. L'uomo le tirava pugni continui che Aurora parava con la mazza, una volta addirittura gli fece fare una capriola in aria facendolo cadere rovinosamente a terra. Non si arrendeva neanche per scherzo, lo fece finire dentro un vicolo cieco, lui voleva spingerla contro il muro ma lei saltò all'indietro dandosi la spinta coi piedi sulla parete.
Roteando la mazza in aria finì per colpirlo sul fianco destro, girando su se stessa per poi colpire il sinistro.
Aveva una certa abilità con quell'arma perché la possedeva da quand'era adolescente, e chi ha letto del suo passato capirà subito.
Quando esso si rialzò a tentoni Aurora posò la punta della mazza sul centro del suo petto, spingendolo, tirandogli un calcio saltando, di quelli che vedi fare nelle arti marziali.
Finì dritto tra i bidoni della spazzatura, non avendo più la forza di rialzarsi.
La rosa si avvicinò minacciosa, la mazza che roteava sempre, poggiandola poi sotto il mento dell'intruso per farsi guardare negli occhi.
-Sono venuta qua soltanto per questo genere di cose.
Inginocchiandosi davanti all'uomo lo prese in giro con una faccia da cane bastonato.
-Adesso correrai dalla mammina a piangere, vero?
-Io..
Aurora fece sbattere la mazza per terra fortissimo, ad un soffio dalla sua mano, se l'avesse voluto prendere ora si sarebbe ritrovato con le falangi frantumate.
-Parli soltanto quando faccio delle domande e voglio delle risposte!
Tuonò, alzandogli di nuovo il mento con l'arma.
-Cosa vuole Stella, come sa che sono qua?
Lui ghignò col sangue in bocca.
-Impara ad evitare i pub affollati.
Errore suo, o forse no.
-Se vuole davvero far diventare questa storia un film, chiamando degli "agenti segreti" a cercarmi, cosa nasconde?
Premeva la punta rotonda sulla gola vedendo che si rifiutava di rispondere, fino a bucargli quasi il collo.
-Per saperlo devi depistare il castello, io sono soltanto le mura.
-Va bene cavaliere della tavola rotonda, questo mi fa pensare che siete in pochi.
-Ma gli altri sono molto più forti di te.
Sbuffò.
-Bene, manderò loro i tuoi resti in pacchi regalo allora!
Ghignò quando lo vide deglutire.
-Va bene, vuoi sapere una cosa? Io sono l'unico. Si, non c'è un esercito di sicari che aspetta soltanto di ucciderti o cazzate varie. Siamo nella realtà dolcezza, quindi lascia che ti dia un consiglio prima di andarmene dalla mia famiglia: affronta Stella.
Aurora lo prese per il colletto, attaccandolo al muro.
-Che cosa vuoi dire?
-Ho fatto sta cosa soltanto per soldi tesoro, non voglio immischiarmi nei vostri casini. Da quello che so quella donna è pazza, ed è un pericolo pubblico. Fermala prima che sia troppo tardi.
Mollò la presa, spintonandolo per lasciarlo andare, ma prima lo afferrò per il polso.
-Dimmi dove si trova amico, e giuro che Stella non sarà più un problema per entrambi.
L'uomo si grattò la testa, sorridendo.
-Ho capito, grazie, è stato bello fare a botte con te dopotutto.
Stringendosi la mano Aurora fece l'errore di fidarsi, poiché esso tirò fuori una pistola, puntandola alla testa della pittrice che fece cadere a terra la mazza alzando le mani.
-Ho detto la verità tesoro, ma non sarà così facile. Perché, vedi, se ti uccido, avrò il doppio di ciò che mi spetta per aiutare la mia famiglia.
Questo era il ritorno a casa che piaceva a lei.*sarà un po' di azione adesso, serve per staccare dal drammatico romantico dai. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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Until The Wheels Fall Off
RomanceSequel di Let's Hurt Tonight. "We see what we want." "Well, love has made me blind."