Incubo

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Aurora sentì la parte sinistra del letto muoversi in continuazione, aprì di scatto un occhio con mezza faccia nel cuscino.
Robert stava mugugnando nel sonno, più che altro dalle sue labbra uscivano dei versetti imploranti.
-No...no..ahh!
Urlò con la voce impastata, muovendo le braccia e strizzando gli occhi. Sinceramente di primo impatto le venne da ridere, ma quando lo sentì tremare e piangere senza però svegliarsi si preoccupò.
Allungò una mano per accarezzarlo, ma in risposta Rob le tirò involontariamente un cazzotto che ella schivò appiattendosi contro il materasso.
-Shhh...
Mormorò, raggiungendo i suoi capelli e sfiorandoli con un moto circolatorio, senza destarlo dal suo incubo. All'inizio sembrava stesse funzionando, ma Robert riprese ad implorare e gridare più forte, ripetendo sempre "no" o "ti prego".
Aurora si mise a sedere, non sapendo come prendere in mano la situazione.
-E che faccio adesso?!
Sussurrò a se stessa, massaggiando lenta e delicata la testa come uno shampoo rigenerante. Ma niente, più lo toccava e più si dimenava tirando pugni all'aria.
La rosa se ne stava con le mani in mano, e non le piaceva essere inutile per il suo tesoro. Tutti avevano un punto debole per calmarsi e la ragazza non lo sapeva.
Purtroppo stette ferma a pensare a lungo e non vide il pugno serrato dell'attore che le fece girare la testa con uno sputo di sangue sulla coperta.
Era involontario, stava avendo un incubo molto violento.
Aurora rimase a bocca aperta, asciugandosi il sangue che usciva dal labbro per quel cazzotto devastante.
Si tastò la parte offesa, passando il polpastrello sulla guancia tumefatta e sicuramente colorata da un grosso livido.
La bocca era in fiamme, ogni fibra tesa.
Si asciugò sangue e lacrime, girandosi di nuovo verso Robert che stava letteralmente lottando contro il nulla.
Si girava a pancia in su, poi in giù, poi di nuovo su.
Tirava pugni e calci, facendo allontanare Aurora che corse a cercare qualche manuale su come calmarlo.
Non trovò nulla ovviamente, preparò una camomilla e quando gliela porse rischiò di rovesciarsela addosso.
Stava per chiamare l'ospedale dato che aveva paura fosse in presa ad una crisi epilettica, ma invece capì che l'incubo doveva combatterlo da sola.
-F..fermo..
Con voce strozzata dalla preoccupazione si avvicinò vedendolo immobile, sfiorando il suo petto agitato, ma cadde a terra pur di schivare quel ceffone.
Lo scosse per le spalle, spostandosi con il corpo agile evitando i suoi tentativi di ribellione.
Nel sogno cercava un avversario, era tanto spaventato.
Poteva andarsene, chiamare qualcuno, e così fece.
-Che c'è Aury?!
Chiese nel panico Giulia.
-Non lo so, Robert sta avendo un incubo e da di matto. Mi ha tirato un pugno involontariamente e se lo sfioro tira calci...aiutami!
-Hai provato a svegliarlo?
-Non voglio farmi scassare di botte!
La sentì sospirare.
-Lascialo così, passerà prima o poi.
-Okay, grazie Giulia ci sentiamo domani.
Mise giù prima di ottenere risposta, la riccia aveva sentito il tono da ribelle, quello che diceva una cosa e ne pensava l'esatto contrario.
Aurora prese un bel respiro, spalancando gli occhi quando vide la testa di Robert pericolosamente vicina allo spigolo del comodino.
Stava per sbattercela contro, per questo corse verso di lui e fece un salto da ghepardo per atterargli sopra e tirarlo via.
Come previsto dovette lottarci contro, urlando con tutta la sua forza quando beccò un pugno di nuovo in quel livido.
-Ti prego, svegliati!
Gridò per destarlo, ma aveva la testa che girava da quanto stavano rotolando sul letto pur di schivare i suoi colpi. Gli strinse i polsi, ringhiando per sfogare lo sforzo che impiegò nel frenare quelle mani tremanti sul suo volto.
Aveva una pozza cristallina di giada macchiata dal sangue, un capillare esploso per colpa dell'ennesimo pugno.
Trincò i bicipiti, spingendo in alto, cercando di toglierselo di dosso.
Accade troppo veloce per lei: Robert si mosse solo dopo essersi liberato, averle tirato una breccia secca in bocca da far scendere un rivolo di sangue e la mano stretta sul collo.
Il pollice spingeva sua gola, la vena centrale.
Aurora chiuse gli occhi, sentendo il ruscello rosso solleticarle la guancia e l'aria soffocarsi.
Con le ultime forze, anche quello allo stremo, direzionò il pugno sulla tempia calibrando bene il tiro per non ammazzarlo ma solo metterlo K.O.
Strisciò pietosa fino al bordo del letto, vedendolo steso in una posizione innaturale, ma finalmente fermo.
Credette di potersi rialzare, per questo cadde a terra con un tonfo sordo.
Si trascinò fino a prendere una poltrona e sedersi accanto al corpo dell'attore, non riuscendo più a dormire o andare a medicarsi.
Respirava piano, la voglia e la decenza di tamponare il sangue dalla bocca svanì così come la volontà di tenere l'occhio rosso aperto.
Era stravaccata su quella poltrona, vigilando con un solo sguardo.
-Questo ed altro amore mio...
Sussurrò senza pronunciare suono, solo muovendo le labbra per mimare le parole.
Sia chiaro che non l'aveva picchiata per sua volontà, ma scoprirete l'incubo come torturava il povero Robert.
Quando riacquistò un cumulo di energia si alzò per pulire con il mocio tutte le tracce di sangue che aveva lasciato per terra, ma la batteria appena accesa si esaurì subito così cadde sul pavimento allo stremo delle forze.
A pancia in su guardò il soffitto, ai piedi del letto, impotente.
-Aurora?!
Finalmente si era svegliato e la stava cercando, ma andando nella direzione sbagliata.
Allungò una mano piangendo quando lo vide correre di sotto, non riusciva a dire una parola.
Si sentiva la gola ancora schiacciata dal suo pollice.
Credetemi quando vi dico che questa ragazza ha una resistenza di ferro, poiché pur di raggiungere il bagno rotolò come un barile in discesa.
Chiuse la porta, gattonando verso il lavandino e issandosi tra i brividi.
Una smorfia di orrore apparve sulle labbra dilaniate dalle ferite quando vide il suo volto riflesso e pieno di lividi.
Aprì l'occhio, osservando il sangue che ornava l'iride azzurra.
Con un sospiro di disperazione appoggiò le braccia sul bordo del lavandino, insaccando le spalle e chinando il capo.
Cominciò a piangere apposta per farsi sentire da Robert, ma non riusciva a parlare.
-Eccoti!
Era lì, vicino a lei e stava per alzarle il volto, ma la rosa lo precedette e quasi rise vedendolo cadere a terra di colpo per lo spavento.
-Dormito bene?
Disse ironica, cedendo e ruzzolando sul pavimento. Strisciò verso Rob ancora sbigottito, appoggiando la testa sul suo petto e chiudendo gli occhi, pregando di non svegliarsi mai più.
Qui anche un incubo può uscire dai sogni e mescolarsi con la realtà.

*e si, tutto sul serio si prende. Commentate e votate altrimenti ci crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

Until The Wheels Fall OffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora