Robert sorrise commuovendosi per due principali motivi:
Era lì, e l'aveva gonfiata di botte dove nemmeno la vergogna stessa può vergognarsi.
Con una mano sotto al collo l'abbracciò, ma era un qualcosa di inutile e che non bastava di sicuro a farle cancellare quell'espressione sospettosa e senza speranza.
-Non stai piangendo per me, vero?
Vivo o morto, adesso avercelo davanti non faceva più alcun effetto.
Povera Aurora, la vorrei abbracciare, ma in questa storia sono tutti colpevoli, perfino il giudice, perfino voi.
-Tesoro ti prego, vattene da qui. Stella...la cosa è più pericolosa di quanto pensassi io...
La rosa posò un dito su quelle labbra che aveva baciato chissà quante volte. Con un fremito chiuse gli occhi, atrvesrata da continui e violenti flashback di quando quelle labbra passavano sopra la sua pelle, accendendola come una scintilla.
-Non mi importa niente di te o di lei, voglio soltanto mandarla in carcere e poi me ne tornerò a marcire tra quattro mura e il mare.
Robert le prese il viso, baciandola furioso, facendole sentire a forza quanto le era mancata.
Aurora dopo un attimo di stupido rifiuto accettò l'offerta, ricambiando passionevole e malgrado il suo lato guerriero, quel bacio, era da parte della vera ragazza che si sentiva abbagliata dalla luce divina.
Lo sentì salirle sopra, ed erano ancora nel bel mezzo del corridoio.
Con due spintoni se lo tolse di dosso, alzandosi con il suo aiuto.
Fece scorrere lo sguardo sul fisico tonico, incredula.
-Vedo che ti sei trattato bene.
Mentre si incamminava verso la porta dalla manica fece uscire un coltello che teneva sempre con sé.
-Perché ieri non mi hai fermato?
Aurora la risposta la sapeva, ma non rispose e prese un bel respiro anche quando lo ripeté.
-Perché tu non ti sei accertato della mia identità prima di pestarmi come un sacco della spazzatura?!
Disse fredda stringendo la maniglia della porta, piegando il volto sulla spalla.
-Ti ho riconosciuta non appena ho sceso le scale.
La ragazza spalancò gli occhi, tremando, stringendo la maniglia fino a far sbiancare le nocche. Con un colpo netto strappò in due la bandana, lanciandola a terra. La rabbia abbandonava.
-Ti prego dimmi che hai una motivazione strappalacrime per averlo fatto.
-In effetti si, ma non posso dirtelo amo...
Aurora si girò di scatto, puntando la lama contro la faccia per nulla sorpresa di Robert.
-Non osare chiamarmi così. Se sei il cagnolino di Stella, se ti minaccia per fare quelle cose allora...mi dispiace ma io non sto con un uomo senza palle.
Rob tentò ancora di toccarla, ma la pittrice si divincolò aprendo la porta con un calcio che la fece traballare da quanta forza aveva da sfogare. Teneva la lama ben in avanti, simile ad una pistola. L'attore continuava a fare diniego con il capo, disperato.
La traditrice era pronta, li stava aspettando.
-Volete del tè?
-Si, grazie, al gusto di "ti porto dietro le sbarre stronza", senza zucchero.
Esordì Aurora strafottente e credendosi in un film di sbirri e criminali, anche se ci andiamo vicino sinceramente.
La donna incinta stava per alzarsi, ma la ragazza fu più chiara del previsto mentre dopo quella frase, Robert, sentì il sangue gelarsi nelle vene.
-Se provi anche soltanto a muovere un neurone ti giuro che farai un volo dal tetto del grattacielo, e ti auguro di atterrare sopra un forno di hot dog incandescente.
La biondina capì, restando ferma.
-Adesso muoviti e dimmi tutta la cazzo di verità.
-Ah, che linguaccia che hai.
Aurora sbatté il piede sul pavimento infuriata, stava per lanciarle il coltello ma Robert le serrò il polso dissuandendola.
-Guarda non è giornata, quindi muoviti o ti faccio un parto cesario con questa fottuta lama!
Gridò facendola deglutire, così iniziò la verità che si cela dietro a questa intera storia.
-Va bene! Vuoi davvero sapere com'è andata?! Ottimo! Ma sappi che alla fine rimpiangerai di avermi minacciato.
Trattenne l'insulto.
-Sono stata io. Ogni volta che tra voi due c'era qualche incomprensione, qualche litigio, ero io che lo causavo. È iniziato togliendoti Robert perché lui mi ha messo incinta, ogni volta che veniva da me cercavo di manipolarlo e convincerlo che eri sbagliata, che dovevamo tornare insieme perché tu, maledetta, non hai idea da quanto tempo ci conosciamo!
Ma adesso viene il bello.
-Lui però non si lasciava convincere, era così disgustosamente innamorato. Allora ho cambiato tattica, rovinandovi i viaggi, riducendoti in fin di vita e lasciami ammettere quanto è stato bello farlo.
-Potrò dire lo stesso quando ricambierò il favore.
Ribatté.
-Stressavo il tuo ragazzo come pochi, vedi, lui mi odia perché lo deludevo in continuazione. Ti ricordi quand'ero piombata nel tuo bar impaurita? Ecco. Io mi ubriacavo spesso e dicevo cose davvero brutte a mio marito, lui le sopportava, ma cercava di farmi curare. Alla fine ha perso la pazienza e mi ha mollata cercando disperatamente ciò che mai aveva avuto, in te.
Così elettrizzante.
-Non l'hai ancora capito? Sei un trofeo Aurora, una scusa a cui aggrapparsi per dirsi che va tutto bene, che il passato è dimenticato, ma bisogna ucciderlo il passato prima di dimenticarlo.
-Quest'uomo mi ha amata come se fossi stata la sua stessa anima e vita Stella, forse dovevi cambiare tu non pretendere che lui ti sopportasse.
Lei aveva il diniego nello spirito.
-Quando me ne sono accorta era già troppo tardi. Ma comunque, tu vuoi sapere come mai non è morto e credo che questo debba dirtelo lui, sempre se ne ha il coraggio. Io ti dico soltanto che da tempo era sotto mia personale minaccia, e parlavo del suo passato. Sai che ha ucciso dei soldati in quell'incidente, e ci sono famiglie che ancora non accettano il rimborso per la perdita del proprio familiare. È sempre sotto costante minaccia di morte, io sono soltanto il canale. Agisco per conto loro, e tu sei talmente forte da poter eliminare chi c'è dietro tutto questo soltanto pensandoci, per questo sei il primo bersaglio per cogliere Robert vulnerabile. Oltre ad amarti ti vuole perché lo proteggi.
Aurora respirava profondamente, voltandosi lentamente verso l'uomo che annuì confermando tutto. Indurì la mascella, serrando i denti quando lo colpì con un pugno in faccia facendolo cadere a terra.
-Così piccola, la vendetta è la più saporita delle pietanze vero?
-Non sarò mai come te.
Rispose a denti stretti.
-Ieri ti ha picchiato perché altrimenti avrei detto al capo che ti aveva risparmiato e che eri tornata, uccidendovi. Lo tiene costantemente in ansia, lo vuole far soffrire come ha sofferto per causa sua.
-LUI NON HA UCCISO QUELLE PERSONE!
Gridò con le vene pronte ad esplodere.
Piangeva, occhi rossi, troppo da sopportare.
-Bene, io credo di aver detto tutto, ora con permesso ho un tè da prendere.
Aurora sorrise tirando fuori dalla tasca un registratore che sarebbe finito dritto dritto tra le mani di un giudice, portandola dietro le sbarre, lei e quel qualcuno che la comandava.
-Grazie per aver collaborato.
-Oh non credo: Robert uccidila, altrimenti anche se andrò dietro le sbarre lui farà per conto suo. Senza di me che lo dissuadevo, adesso sareste cenere.
Robert era in piedi, ma non fece nulla.
-Uccidila.
Lo sentì prendere un bel respiro.
-Non voglio più stare sotto il suo comando, voglio dimostrare di essere tutto fuorché codardo.
Stella serrò le labbra, aspettandosi quella risposta.
-Sai, non immaginavo che questa ragazza ti desse così tanto coraggio, oppure vuoi pararti il culo per farti perdonare e portarla a letto oggi stesso.
Aurora abbassò il capo, cercava di non sentirlo vicina a lei come ai vecchi tempi.
Stava per chiamare la polizia, ma un rumore metallico li sorprese ancora. I due videro Stella sbiancare di colpo, vedendo delle scintille uscire dal pancione. Increduli le alzarono la maglia, scoprendo un qualcosa che fece incazzare tutti.
Con uno sbuffo un macchinario smise di funzionare, e aveva la forma del pancione.
Ricreava i calci del bimbo, ma dentro quel rigonfiamento c'erano soltanto ingranaggi.
-Ci hai presi per il culo fin dall'Austria!
La ragazza non riuscì ad impedire a Robert di strapparle letteralmente quel macchinario tecnologico e chiaramente all'avanguardia. Ricreava la pelle perfettamente. Videro la vera pancia di Stella: piatta.
La guardò in un modo che la rabbia stessa non è nulla al confronto.Fu un vulcano realizzare tutto quel dolore per nulla, ecco perché ci metteva tanto a partorire.
-IO TI AMMAZZO!
Gridò Robert, dandole un pugno in faccia da spaccarle il naso, saltandole addosso.
La stava massacrando, ma Aurora da dietro lo bloccò, tirandolo con tutta la sua forza, facendolo cadere per terra.
Lo placcò, dovette legarlo ad una colonna pur di farlo star fermo.
-Pronto polizia? Si, credo che oggi sia il vostro giorno fortunato...
Iniziò la rosa tenendo per terra Stella con un piede sulla schiena.
Aveva ancora la registrazione in mano, era felice.
Questo non dirsi le cose comportava conseguenze, e cioè al fatto che Robert ed Aurora non sarebbero più stati gli stessi.
Mai amarsi, poiché potrebbe portare ostacoli più grandi della vita stessa.*lungo, ma piacevole. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
STAI LEGGENDO
Until The Wheels Fall Off
RomanceSequel di Let's Hurt Tonight. "We see what we want." "Well, love has made me blind."