Robert posò le mani sul volto di Aurora, accarezzando le gote con i pollici ed esercitando una leggera pressione, allungando le dita tra i suoi capelli.
Quel bacio c'era sempre stato, tra di loro, in quei giorni persi.
Nella loro mente e nel loro cuore, senza una donna l'uomo morirà. Portò le braccia fragili sul suo collo, premendo il volto contro il suo per restare ancora più appiccicati.
Come una rosa che si lega ad una promessa, uno dei loro baci più memorabili.
Anche quando il buio avanzava sui giorni, Aurora c'era sempre stata.
Quando Robert si lasciava uccidere dal dubbio, la ragazza c'è sempre stata.
Tra quelle labbra, quel bacio così vicino che quasi sfondava i loro visi, riempiendoli d'amore. Foglie al vento che tornano da lei, da lui.
Se si alza un po' lo sguardo c'era quel piccolo roditore che presenziava alla scena, e se l'animale spesso supera l'uomo, allora davvero lo scoiattolino prese con le zampette delle foglie secche, facendole cadere sulle loro teste.
Come la natura si mischiò in quel bacio senza schiocchi, senza distanze, senza rumore. Un bacio continuo che si lega ad un filo, moriranno l'uno per l'altro.
Tra fango e neve, le mani resteranno unite.
Si tenevano stretti sulle guance, spingendo, volendo di più.
Delle persone non si ha mai voglia, perché poi non ci si vuole più, si ha bisogno.
-Non succederà mai più, ma se ricapita, ci ritroveremo insieme.
Anche quella frase fece parte del bacio e non lo fermò affatto, nemmeno un'intrusione. Robert sentì di nuovo quel brivido che lo portava in paradiso quando accarezzava la sua schiena, il suo odore, la sua lei.
Questi fiori di ninfea non hanno nome.
Con il sole o con la tempesta, Aurora sempre era lì con lui. Con la melodia meravigliosa, con il corno che richiama alla guerra, ci sei sempre stata.
Fu così travolgente quel bacio, da non essere più degno di quel nome, ma qualcosa di più, di molto meglio. Non un bacio, non amore, ma come una macchina che trova rifugio nel nulla, basta che sia assieme alle sue ruote.
Come un motore che funziona solo con gli ingranaggi e mai perché viene definito come il centro di tutto.
Come un uomo che solo insieme ai suoi marinai può essere definito il capitano della nave.
Come quando nel mare immenso trovi taverna.
Quando le onde si schiantano contro gli scogli, consapevoli di rovinarsi ma che nonostante la sicurezza di morire continuano a vivere. È quando l'amore supera i limiti terreni e anche oltre, quando nemmeno l'universo può essere spiegato.
Quel bacio fu come un gabbiano che plana sul mare, come un pirata che affonda col veliero.
Era gioia, emozione ferma sul cuore, frenesia.
Insieme erano il silenzio pieno di mille parole.
Quando le foglie a terra si rialzarono, giocando con il vento che le rincorreva creando un cerchio perfetti che girava solo attorno a loro.
Aurora e Robert erano tutto questo e molto di più, toglievano il fiato a chi leggeva la loro storia.
Così puri da far invidia ai diamanti.
Così incoerenti da essere abituati alle cadute.
E quando il tornado di tuoni arriva, spaventa, osa pure toccare una casa, è in quel momento che devi esserci.
-Non ti chiedo di perdonarmi, solo teniamo questo sbaglio nella memoria e un giorno ne rideremo insieme.
Aurora annuì tra le lacrime emozionata, premendo ancora le labbra contro le sue calde e umide della loro stessa saliva. Robert la baciò così forte da farli girare assieme al vortice di foglie, diventando un tutt'uno.
Lui che ne aveva viste di battaglie, con lei si sentiva un soldato tornato a casa.
Lei che di colori ne aveva visti, con lui veniva immersa nel paradiso dei pittori. Dopotutto, l'arcobaleno è più luminoso quando la pioggia è più forte. A dir la verità un paparazzo con gli occhi da falco li aveva scovati, ma infondo tutti hanno un cuore, per questo decise di sorridere senza fotografarli per poi andarsene.
Giravano lenti, le foglie veloci, il vento abbracciava tutti insieme.
Se ci pensi è meglio non conoscersi affatto, sono le sorprese che rendono la vita così perfetta.
È un esplosione di libri e parole, di penne e inchiostro questa New York mai stata così luminosa. Di questa città che se cadi ti aspetta, che augura a chi nasce buon viaggio.
La loro era una corsa che decide la sua meta, dove si va...si va.
Robert costellò di baci infiniti Aurora, baciandole le guance fino alla fronte.
Non voleva lasciarla da sola, lasciarla soffrire ora che sapeva farlo anche da sola.
Corsero insieme per il sentiero del Central Park, ridendo come bambini che di adulti ci si stanca. Correndo allo sbaraglio, morendo senza sbaglio, basta una rima per cantare al mare.
Un assolo di chitarra su tra gli alberi alla deriva, loro correvano ridendo con la pioggia che cercava di star dietro a loro, sudando dalle nuvole.
Come quando ringrazi una donna per esserci sempre stata, quando un cantante che tutti conoscono torna a farti sognare.
Poi alla fine il sogno è un sogno se si avvera.
Robert la prese per la vita, alzandola da terra, e le foglie li raggiunsero tornando a girare per nasconderli dagli altri. La girò verso di lui, appoggiando la fronte con ancora i petti che si toccavano dalle risate. Aurora addolcì lo sguardo, mai sazia di guardarlo.
Robert chiuse gli occhi, i pensieri si parlavano da soli.
-Ci sei sempre stata.*se la canzone continua anche adesso, chiudete gli occhi e pensate a loro due, e andate da chi volete bene a dirgli tutto ciò che mai avete detto. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
STAI LEGGENDO
Until The Wheels Fall Off
RomanceSequel di Let's Hurt Tonight. "We see what we want." "Well, love has made me blind."