Aurora sentì le lacrime sgorgare a fiumi dalle palpebre, senza un controllo, nemmeno ci provava.
-Come puoi avermi nascosto una cosa del genere?
Chiese con il labbro tremante, ancora accarezzandogli il viso. Robert sospirò affranto, l'odore di vomito arrivò dritto in faccia ad Aurora che non lo percepì nemmeno da quanto era disperata.
Gli occhi cangianti, che ora erano divenuti di un verde scuro, possedevano qualcosa che la disperazione può anche solo sognare.
-Mi avevano detto che non era grave, e invece adesso sta peggiorando.
Mormorò allo stremo.
Aurora fece cadere le lacrime a terra, strizzando gli occhi e tirando su con il naso. Robert tirò lo sciacquone e riluttante si fece pulire il volto dalla sua ragazza. Non appena tolse l'asciugamano dalla faccia cercò di prenderlo in braccio come sempre lui faceva.
-Stai ferma Aury, ti spezzi la schiena così.
Cercò di spingerla via, ma la rosa non demordeva.
Fece scivolare un braccio sotto le spalle e l'altro sotto le gambe, prendendo un bel respiro prima di stringere i denti e alzarsi.
Piano piano riuscì a mettersi in piedi con Robert tra le braccia, aveva tutti i muscoli in fiamme e non sarebbe resistita per molto. Barcollando camminò fino al letto, posandolo delicata e facendogli appoggiare la testa sulle gambe.
Aurora non la smetteva di piangere, così condizionò pure l'attore che guardandola dal basso allungò una mano per asciugare quelle lacrime, finendo per versarle anche lui.
-Quando ti dicevo che dovevo andare dal dottore...ecco...non sempre era per Stella.
Continuando a parlare fece scoppiare la pittrice in un pianto isterico, appoggiando la fronte sul petto, come se fosse già morto tra le sue braccia. Eppure ora doveva restare forte, ma come diavolo sarebbe riuscita a stare con lui dopo quella terribile verità?
Robert sentendola lamentarsi come se stesse ricevendo frustate singhiozzò, prendendole le mani per stringerle fortissimo.
-Non sono morto amore, smettila di piangere.
La sua voce non riusciva più a divenire spietata come voleva, il freddo Downey non si ghiacciava più.
-Ma stai morendo.
Rispose lei bagnando la maglietta, stringendo le sue mani così forte da fermare la circolazione del sangue.
Le era caduto il mondo addosso, senza più nulla da fare. Così disperata senza sapere come sentirsi, sicuramente con un vuoto dentro più enorme ed incurabile di quando era morto suo padre. Qua si muore soffrendo, e almeno quello voleva risparmiarlo a Robert.
-Dovresti essere forte.
Disse mettendosi a sedere, così ora lui doveva consolarla facendola appoggiare sulle gambe. Aurora piangeva e avvolse con le braccia una gamba, come un peluche da abbracciare.
Appena la smetteva sentiva la gola bruciare e pulsare, le lacrime tornare in un battibaleno.
Chi stava soffrendo non era il malato, ma colei che doveva vederlo ammalarsi.
Provò ad accarezzare un fianco, sentendola scostarsi. Robert immerse una mano nei capelli sapendo che quando faceva così la tranquillizzava, ma più massaggiava la cute e più la rosa lasciava cadere i petali.
Aurora accarezzò il ginocchio, affondando la faccia nella coscia di Rob che semplicemente la guardava.
Sospirando guardò il tatuaggio sul polso, sorridendo triste sfiorandolo col naso. Avevano così tanti simboli da non essere più unici.
Se solo vedesse la faccia di Aurora mentre piangeva: gli occhi chiusi ma rossi, le lacrime a miliardi sulle guance, le sopracciglia aggrottate e tremanti con i denti digrignati quando apriva la bocca per respirare spezzata.
-Non sono morto.
Ripeté abbassandosi al suo orecchio, finalmente duro e spietato come voleva essere. Spostò i capelli, baciandole il collo per poi restare così, con il volto incastrato tra mandibola e giugulare. Restarono così per ore fino a che Aurora si addormentò con gli occhi serrati, di sicuro sognando un incubo.
Robert delicatamente riuscì a staccarla dalla gamba, vedendo le lacrime incrostate sul volto le tolse con il pollice. Senza svegliarla la mise sotto coperta, baciando la fronte per poi andarsene in salotto in compagnia del suo modellino dei fratelli Wright.
Come un bimbo teneva l'aereo di legno tra le dita, facendolo volare usando la fantasia per vederlo sfrecciare nei cieli. Portandolo al petto, stringendolo sul cuore, chiuse gli occhi rivedendo tutti i momenti belli passati con Stella.
Quando l'aveva salvato da un fosso, quando riusciva a fargli dimenticare del passato tormentato che fino ad ora soltanto loro due conoscevano. Sospirando aprì di nuovo gli occhi, sentendo la mancanza di quei momenti.
Ora la odiava e basta, ora stava morendo senza averle detto davvero ciò che pensava.
-È troppo debole per sopportate tutto questo.
Disse riferendosi ad Aurora, potendo sentire il suo profumo nella casa che aveva sostituito quello della bionda.
I giorni passarono tristi e lenti, Robert diveniva sempre più magro con le guance scavate, gli occhi iniziavano a marchiarsi di un rosso misto alle occhiaie mostruosamente aumentare.
Aurora faceva di tutto pur di farlo migliorare, tenendolo sempre soddisfatto e facendo ogni cosa che le chiedeva. Rob con la malattia stava diventando sempre più freddo e chiuso, solo con la rosa si apriva leggermente. Il medico dava ordini alla ragazza e lei ubbidiva con successo, di questo passo sarebbe guarito in fretta.
"La migliore cura è l'amore."
Queste le parole del dottore.
Purtroppo sappiamo tutti che l'amore può nulla contro un tumore alle ossa, il peggiore di tutti.
Non possono sostituire le ossa, si finisce per perdere l'uso del movimento e alla fine...muori.
Grazie al cielo Robert riusciva a camminare, ma per vincere serve un vero miracolo e una chemioterapia all'istante.
Quindi eccoci qua, non ancora grave, ma con una mano sul cuore e l'altra sulla morte.
-Aurora...
Sentì quel flebile sussurro che la fece correre immediatamente da Robert, steso sul letto, con un filo nel braccio.
C'era un macchinario che lo teneva sotto controllo, i due medici avevano dato la chemioterapia direttamente a casa.
Cercò di non piangere vedendolo alzare il volto stanco e smunto verso lei.
-Vieni qua.
Disse freddo.
Aurora subito arrivò, sussultando quando le prese una mano con presa forte nonostante la malattia.
-Come puoi restare qua e vedermi morire?
La rosa non sapeva che rispondere, ma lui infilò le unghie nel palmo facendola accovacciare a terra dal dolore. Si, stava diventando sempre più cattivo con il tumore, odiava stare fermo.
-P-perché ti amo, Robert, e non esiste malattia che possa dirmi il contrario.
Abbassò la testa quando sentì le sue unghie affondare ancora di più, facendole sanguinare la mano.
Alzando lo sguardo capì che stava soffrendo per la chemio in piena fase, sfogando il dolore su di lei.
Resto a farsi ferire il palmo fino alla fine dell'agonia, accarrzzandogli il ciuffo.
Sarà dura, ma come puoi sopravvivere dove tutti sono morti?*sarà così per molto tempo, abituatevi. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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Until The Wheels Fall Off
RomanceSequel di Let's Hurt Tonight. "We see what we want." "Well, love has made me blind."