-Ragazzi portiamola in centrale al più presto.
Il detective si avvicinò ad Aurora, le mani sui fianchi.
-Non ho mai sentito una storia così stupida e malata.
Disse guardando Stella venire ammanettata da due agenti.
-Beh, c'è sempre una prima volta.
Rispose dandogli una pacca sulla spalla.
-Verrai con noi?
-Dopo, prima devo calmare la bestia.
Aurora si voltò, camminando verso Robert che ancora cercava di dimenarsi legato da quelle corde alla colonna del salotto. La rosa sì fermò proprio davanti a lui, incrociando le braccia mentre alzava un sopracciglio.
-Hai finito o devo lasciarti così un altro po'?
-Smettila di essere ciò che non sei Aury, io ti conosco!
La ragazza rise amara, era un bel inferno farla tornare quella di prima, Robert doveva improvvisarsi poeta e tirar fuori delle frasi piene della cosa più sfuggevole a questo mondo: la verità.
-Ma se non so nemmeno io chi cazzo sono, come puoi dirmelo tu eh?!
Rob sospirò abbassando per un solo attimo la testa, sfiorando la punta del labbro superiore con la lingua.
-Perché mi hai detto che so guardare dentro alle persone, analizzarle fino a rimanere freddo quando scopro chi sono davvero. Anime vuote, soltanto gusci di parole che tutti usano per farmi illudere che sono buoni, che sono eroi.
Disse con la voce roca e rabbiosa, tirando ancora le corde e prima o poi si spezzano.
-E io sono tra quelle?
Quel piccolo ghigno di chi ti aiuta, di chi infondo ti vuole bene e che soltanto quando sarai in fin di vita ti aiuterà, fece tremare la guerriera.
-No. Tu non sei un eroe perché combatti per te stessa, ma alla fine finisci sempre con le mani sporche di sangue per aver salvato qualcuno ora io, mi chiedo perché. Perché alla fine risparmi sempre il nemico.
-Non è con l'omicidio che si risolvono i problemi.
Rispose guardandolo, e chiedendosi come mai non fosse sepolto in una bara.
-Ah davvero? E come speri di batterli quei poveri stronzi come Stella, uh!? Mandandoli davanti ad un giudice che la spedisce dietro le sbarre sapendo che tornerà quella spina nel fianco?
-La rabbia ti da alla testa Robert, non sai quello che dici.
Provò a toccargli la spalla, ma era come toccare un drago mentre dorme.
-Ti prometto che finirà in un bagno di sangue questa faccenda tesoro. Non vedo l'ora di infilare una pallottola nel cranio di chiunque ci abbia fatto questo. E poi Stella...oh Stella....lei la ucciderò con le mie stesse mani.
La guardava mentre cercava di divincolarsi dagli agenti, e gli occhi di Robert erano quelli di un leone affamato davanti alla preda. Un rivolo di sangue colava sulla bocca, sorrideva.
Aurora aveva trovato il motivo per restare: calmare la sua sete di vendetta.
Sapeva che quell'uomo da solo era capace di avere trenta cadaveri a terra restando l'unico in piedi, e voleva evitare di avere un mostro al suo fianco.
-Si, molto convincente.
-Cosa?
-Sei bravo come attore. Farmi credere che non appena ti libererai farai strage, e per impedirtelo resterò con te devo dire che è un tocco di classe.
Robert sputò quel rosso a terra, respirando a fondo.
-Tu non sai di cosa sono capace. Ero un soldato ancor prima d'essere uomo, e in qualche missione mi ci hanno spedito lo ammetto. Ho ucciso così tanti nemici che nemmeno me lo ricordo. Credi che sia difficile per me ora andare là fuori e premere il grilletto?!
Aurora sciolse le corde, liberandolo.
Subito si mise in mezzo, sul suo cammino diretto verso Stella ancora ribelle.
-Fallo e sarò io quella a piantarti un proiettile in testa.
Lentamente mise una mano sulla guancia di Robert, piano sussultò, ma si fece accarezzare. Per ottenere campo e fiducia gli fece appoggiare la testa sul petto, accarezzandogli il ciuffo e riscoprendo con commozione quanto fosse morbido e rilassante.
-Shh, fai smettere quell'assassino dentro di te, fammi vedere il soldato con un codice d'onore
Poi, successe tutto così in fretta.
-TUTTI A TERRA!
Urlò Robert, buttando Aurora sul pavimento e mettendosi sopra di lei mentre con le mani le copriva la faccia. Gli agenti erano già giù sopra a Stella. Tempo un battito che l'attico venne invaso da continui spari che distrussero le vetrate, bucando i mobili. Cadde della polvere su tutti i corpi, Rob la teneva pressata a terra quasi a farle del male pur di non farla alzare.
Quando gli spari cessarono lo vide rotolare verso il divano, infilando una mano sotto e tirando fuori un fucile carico.
-Resta giù!
Le disse prima di alzarsi e nascondersi veloce dietro la prima colonna.
Aurora allungò lo sguardo, vedendo effettivamente qualcuno che dal grattacielo di destra aveva un treppiedi con un'arma sopra. Aprirono insieme il fuoco, poi ad aiutare il soldato giunsero i poliziotti con le pistole.
La rosa strisciò verso una pistola caduta a terra, prendendola e alzandosi.
Sparava anche lei ripetutamente, cercando di beccarlo sulla spalla ma non era addestrata.
-Vai via ho detto!
Urlò Robert per surclassare gli spari continui, spingendola indietro per evitare che un proiettile la colpisse. Aurora lo vide tenersi la spalla sfiorata dalla pallottola grazie al cielo. Ma c'era comunque una ferita e sanguinava.
Lo vide indietreggiare ed appoggiarsi alla colonna.
Aurora in quel preciso istante, guardandolo nel volto, vide cambiare espressione e divenire una mente con un solo pensiero e anni di addestramento per averla resa così.
Vide il soldato resuscitare, quando caricò di nuovo il fucile, sparando un colpo che a quanto pare fece centro al bersaglio.
Gettò a terra l'arma, tenendosi la ferita.
La pittrice stava per soccorrerlo quando vide con la coda dell'occhio Stella dare una gomitata al detective e scappare dalla porta d'ingresso. Prese la pistola di prima e le corse dietro, rincorrendola per le scale. Con un colpo sul muro la destabilizzò, saltandole addosso ed atterrandola.
La canna sulla fronte scottava, e la ragazza voleva divertirsi.
-Game over tesoro.
Disse tra i respiri profondi.
-Dopo quello che il capo ha fatto, credo proprio che i giochi siano appena iniziati.
La colpì con il calcio della pistola.
-Se riempire di buchi un attico era il suo avvertimento beh, ha fatto incazzare le persone sbagliate questa volta.
Alla fine riuscirono a portarla dietro le sbarre ed incriminarla per tutti i suoi crimini commessi, e anche perché il giudice alla corte era una persona dai capelli ricci che si chiama Giulia.
Ma adesso torniamo da Aurora e Robert, seduti sul divano completamente rovinato.
-Va meglio?
Indicò la ferita che lei stessa aveva cucito.
-Si.
Doveva spezzare quel silenzio.
-Adesso puoi dirmi come non sei morto?
Lui sospirò.
-Ero malato ma...non così grave. Il dottore, tutti quelli che abbiamo incontrato durante la malattia...tutti corrotti da Stella per farti credere che fossi destinato a morire. Per mandarti via è ovvio, e io lo sapevo già.
La rosa disperata applaudì.
-Ma bravo, tra te e lei non riesco a capire chi sia il più deficiente!
Robert accettò l'insulto con un mezzo sorriso.
-Ti avrebbero ucciso.
-A questo punto viva o morta per me non fa differenza, ah ma aspetta, tu sei stato entrambi quindi divertiamoci a mentirmi.
L'attore strinse i pugni.
-Dovevo farlo io. Tutte quelle armi che hai visto in questa casa...erano per te, per quando saresti tornata o saresti restata dopo la mia finta morte. Io dovevo ucciderti, o loro ti avrebbero fatto perire le pene dell'inferno davanti ai miei occhi. Questo l'ho saputo appena sono entrato in malattia, della presa per il culo di Stella non ne sapevo nulla altrimenti sarei in cella.
-Che cosa hai fatto a quei soldati oltre a non averli uccisi?
Perché sentiva che non era quella l'unica ragione per cui tanta gente lo voleva morto.
-Loro mi trattavano come feccia e beh io, io ho reagito e loro come femminucce hanno raccontato tutto ai familiari. Ho augurato la morte a quei figli di buona donna. E ora le famiglie pensano che dopo aver detto questo abbia davvero condotto le parole ai fatti.
-Ne dici di stronzate Downey.
Che bambinata il lato maschile dell'umanità, vero ragazze?
-Poi mi sono ammalato, e si all'inizio pensavano tutti fosse un tumore alle ossa, poi me lo hanno diagnosticato al fegato e successivamente alla prostata. Ho dovuto cavalcare l'onda e farti credere che fosse il più mortale, ma alla fine della fiera, mentre soffrivo per la chemioterapia, quel virus come è apparso è scomparso. Non si sa se grazie alle cure o altro, ma ho dovuto sopportare ancora la chemio anche quando non ero malato, poi sono un attore fingere è il mio lavoro.
Aurora assimilava tutto, e lo metteva a tacere.
-Mentre tu facevi chissà cosa, io in Italia ho dovuto fare i conti con il mio passato e vedere mia madre morire davanti a me.
Robert restò in silenzio.
-Quindi quando tutta questa enorme cazzata sarà finita, dovrai avere la più soddisfacente delle motivazioni per convincermi che ti amo ancora.
Per essere eroi basta andare davanti allo specchio, e guardarsi negli occhi.*si, complicato? Scomplicatelo. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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Until The Wheels Fall Off
RomanceSequel di Let's Hurt Tonight. "We see what we want." "Well, love has made me blind."