-Non hai bisogno di essere così Robert, sii superiore ti imploro.
Il problema è che sarà qualcosa di molto peggio in futuro, e forse esistono storie migliori della loro, ma di certo non raccontare in questo modo.
Aurora puntò la pistola rotta contro Robert.
Esatto: è rotta, non può sparare, quindi perché usarla come arma?
Vedete, è la figura che ti crei che ti porta a ciò che credono gli altri.
-Come ti senti quando ti puntano una pistola addosso?
Chiese pacata, lentamente stava liberando Stella. Quando giochi sul filo del rasoio, quando pensi che non è mica arrivato il giorno di partire, quando pensi oltre al proiettile, dove andrò?
-Senza speranze.
Rispose profondo, lasciando il coltello a terra che si era portato da casa. Aurora aspettava altro, sapeva altro.
-Ma sperando sempre di cavarmela, ripetendomi che sono in un film.
Continuò, avvicinandosi a passi lenti come se davvero un proiettile fosse pronto ad entrargli nel cuore senza rapirlo, ma spegnendolo.
-Dirmi che domani mi risveglierò nel mio letto, e se non mi sveglierò affatto allora sarò grato almeno di aver dormito bene senza soffrire.
Aurora inclinò la pistola e la testa, facendo gocciolare la pioggia dai suoi occhi.
-Tu soffri solo quando capisci che un tuo simile ha deciso di porre fine alla tua esistenza.
La vita è bella ma alla fine muori, dimmi ci sarà qualcuno sulla tua tomba a lanciare fiori.
-Non è forse l'ovvio che conforta la gente?
Rispose con un sorriso saggio, arrivando a sfiorare la sua mano. Aurora terminò le forze e cadde a terra, ma Robert l'aveva già presa, tenendola saldamente.
La stava deludendo, quanto male le aveva fatto, solo ora era giunto sopra il promontorio a guardare quella landa desolata.
Un paese distrutto.
Aveva portato la sua guerra da lei, lasciando dietro di sé solamente un cuore devastato.
L'amore e la guerra hanno una sola cosa in comune: sono le armi più potenti e pericolose del mondo.
Robert la prese in braccio, girandosi per un secondo verso Stella che si teneva il pancione.
-Sai solo deluderla, come pretendi di amarla?
L'uomo fece un ghigno tirato.
-Coltelli e pistole, come pretendi di diventare madre?
La lasciò così, camminando sotto la neve fino a raggiungere di nuovo casa. Aurora si dimenò quando Robert tirò fuori dalla fessura di un mobile una sedia a rotelle.
Non era malata, con tutto il rispetto del mondo per l'amor del cielo, solo sentirsi inutile la faceva star male.
Si aggrappò alla spalla di Rob, scuotendo la testa mentre implorava di non farlo ancora. Pianse e gli si strinse lo stomaco, mugulava come una bimba ferita, accarezzandole i bracci.
-È per il tuo bene tesoro, così starai meglio credimi.
Aurora strillò quando la mise seduta, tenendola ferma per le spalle quando cercava di alzarsi.
-Ti prego, non c'è da vergognarsi.
Attese che si calmasse, tirando un sospiro di sollievo e mettendosi dietro di lei per spingerla verso la cucina.
-Di chi era?
-Mia.
Aurora automaticamente chiuse gli occhi, rivedendo quella frazione di secondo del suo ginocchio completamente aperto e ustionato, del fatto che ogni volta che faceva le carezze sulle sue gambe toniche mai avrebbe pensato che in uno dei ginocchi ci fosse un pezzo di metallo.
-Ti sto rovinando il compleanno, non posso perdonarmelo.
Aurora rimase in silenzio per tutto il tempo, mangiando qualcosa con la delusione alla gola.
Testardo, difficile da dirigere.
Ora era la rosa che cercava di proteggerlo, arrabbiandosi se si cacciava in guai.
-Che vuoi fare?
Chiese Robert, passando le dita sulla guancia e tra i capelli, coccolandola mentre faceva dei piccoli sorrisi come se stesse accarezzando un cucciolo.
La pittrice aveva terminato, fuori dai giochi.
-Voglio solo dormire.
Così l'attore la spinse fino in camera da letto, posandola sul materasso per farle sentire il brivido che sa di casa quando percepisci il calore delle coperte avvolgerti.
Aurora si mise a pancia in giù, abbracciando il cuscino. Robert si stese di fianco a lei, cercando di prendere il suo posto, ma la rosa lo respinse con uno sguardo per poi tornare a farsi confortare da un cuscino.
-Non sai quanto mi stai deludendo.
Lo spaventò dopo due ore di silenzio.
Prese un bel respiro, il momento era arrivato.
-Ti ammiravo per la tua saggezza, quel straordinario talento di capire sempre le persone al primo respiro.
Abbassò lo sguardo, deluso di se stesso.
-Ho promesso di amare ogni tuo difetto, ma Cristo se me lo stai rendendo difficile!
Sbottò sincera, gli occhi sempre incollati al soffitto.
Robert stava per dire qualcosa che avrebbe posto fine alla storia, e nel modo più felice possibile, ma il destino tira ancora dritto e fece subito addormentare la ragazza.
Con un bacio sulle labbra le augurò buonanotte, restando però accanto per salvarla da qualsiasi incubo.
La delusione è la più difficile da perdonare.*ho sonno non ho voglia di correggere. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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Until The Wheels Fall Off
RomanceSequel di Let's Hurt Tonight. "We see what we want." "Well, love has made me blind."