-Quindi, alla fine, di che cosa ti sei ammalato?
Chiese a Robert non appena finì la chiamata per ristrutturare tutto ciò che quel pazzo aveva fatto.
Dovevano passare i prossimi giorni tra centrali di polizia e tribunali, tra avvocati e sbirri, e ad ogni respiro stare all'erta poiché la prossima volta uno di quei proiettili sarebbe finito in testa a qualcuno.
-Non si sa. Dicono che sia una malattia nuova, il mondo della medicina corre di questi tempi. Sembrava un tumore che si è spostato progressivamente e poi, pouf! Completamente eliminato. I medici fieri adesso sfoggiano questa tragedia mancata dicendo che il cancro non è mortale, spero soltanto che non si ripeta mai più nel mio corpo.
-Da quando ti ho trovato a vomitare in bagno...non hai fatto altro che mentirmi.
-Quella infermiera lavorava per Stella, mandava continue minacce da parte sua su come dovevo continuare a fingere di aver un tumore mortale addosso. Le chemio all'inizio hanno funzionato, poi non più e quando stavo per morire ti ho mandata via...perché non volevo più farti vivere con me.
Aurora si alzò di scatto.
-Ma se sono davvero colei che impedisce a quel bastardo di farti fuori, perché mandarmi via.
Robert venne rapito di nuovo dalle labbra della protagonista, guardandole come ammaliato mentre si avvicinava soave. La ragazza tuttavia indietreggiò.
-Volevo smetterla di usarti come scudo umano se alla fine la mia vita fa schifo e sono io che l'ho resa così.
La rosa annuì, infilando le mani in tasca e dirigendosi verso la porta.
-Dove vai?
-In albergo.
-Ehi no, aspetta.
Corse verso di lei afferrandole il braccio e subito Aurora tolse la mano. Rob sfoggiò quel suo sorriso ammiccante che usava per far cadere le donne ai suoi piedi, ma non con la pittrice. Eppure alla ragazza mancavano così tanto quei suoi minimi dettagli, a volte credeva lo stesso di star sognando ma poi si svegliava in quel mare di bugie in cui lui l'aveva gettata.
-Vieni a cena con me.
-Se il tuo amichetto ha bisogno di sfogarsi stasera, vai a farti un giro in tangenziale, e stammi lontano!
Urlò dal corridoio, stava per premere il bottone dell'ascensore, ma un pugno distrusse tutti i circuiti.
-Dico ma sei cretino?!
Disse lei sconvolta girandosi verso di lui che aveva il respiro pesante e gli occhi lucidi.
Non l'aveva mai visto in quelle condizioni.
-Ripagherò il danno, però ti prego non andartene.
Aurora prese un bel respiro, prendendolo per il colletto della camicia e trascinandolo di peso fin dentro il suo attico bucherellato. Lo spintonò per terra.
-Dovrei restare con te, che per paura di un cagasotto che neanche fa vedere la sua faccia di merda, mi hai picchiata così forte che ancora adesso sento dolore?! Fatti curare Robert, io non ti servo e non sono tua madre.
Stava di nuovo per andarsene, ma il cuore la bloccò.
-Sei tu la mia cura.
Roteò gli occhi, voltandosi ancora vedendolo rialzarsi mentre aveva gli occhi oramai strabilianti da quante lacrime stavano versando. Le labbra tremavano, ma lo sguardo confermava il casino che stava provando, per lei.
-Prendi lo straccio perché sto per vomitare sul pavimento.
Commentò Aurora ironica e sarcastica, nemmeno alla ragazza piaceva essere così ingiusta.
-So che sei qua.
Rispose.
-Beh si, ti serve un oculista?
Il soldato ignorava la guerriera, si era perfino offerto di passare attraverso la spada tratta, facendosi trafiggere il cuore pur di raggiungere l'unica rosa che vedeva in un campo di fiori.
-La vera Aurora. Quella che possiede gli occhi superiori ad una dea, che ha un carattere camaleontico.
La pittrice aggrottò leggermente le sopracciglia, restando ferma mentre lui si avvicinava a passo di alligatore.
-Tra sette miliardi di sorrisi io vedo soltanto il tuo. Seduto in un bar, con mille persone attorno, io vedo solo te perché sei così luminosa che non riesco a staccare i miei occhi dai tuoi.
Un tornado di lotte tra cuore e mente stavano infuriando dentro di lei.
-E perché so che queste parole la vera Aurora le ama alla follia, e adesso sta arrossendo sapendo che io provo davvero tutto ciò.
Fanculo, chi dice che in questa vita soltanto il cuore e mente decidono? È l'uomo a rendere l'essere umano, siamo noi che decidiamo, di certo non due organi vitali che si fanno guerra quando non possono nemmeno avere vita propria.
Ma noi si, noi abbiamo vita propria, ed è nostro dovere rendere questa vita nostra.
Quindi a tacere tutti quelli che dicono di no, che dicono che Aurora dovrebbe metterci molto di più per perdonarlo.
Perché lei fece un passo e poi un altro soltanto con un balzo atterrò tra le braccia di Robert che pronte la tennero.
Prima di imparare a volare, devi imparare a cadere.
In lui scorreva la Luna, la notte, le stelle.
In lei l'arte, i colori, i dipinti.
Questo, il loro abbraccio ipnotico:Bagnati da un universo che li osserva.
-Anche quando non ho nulla, tu sei l'unica che mi rimane.
È ora che quella spada finisca dove sempre dovrà stare, guerriera: nel tuo cuore.
Così si baciarono ancora e ancora, marcando sbagli con le labbra. Lei era il suo più grande amore dopo il più grande errore mai commesso. Era lì per aiutarlo a rimediare, accettando di incombere in pericoli fatti soltanto per essere superati da due mani unite.
-Sarà passato un mese da quando ti ho mandata via, e da un mese a questa parte che me ne pento.
Robert affondò le mani nei capelli, sentendo quel vuoto dove adesso passava i polpastrelli sulla parte rasata del ciuffo. Immerse allora la mano dove c'era ancora la chioma naturale, ancora più bella della precedente.
Continuavano a chiamare ogni singola particella del corpo a quel legame, la portò di sopra, posandola sul letto, mentre incredulo cuore e mente venivano ridotti a ciò che erano: semplicemente organi.
-Non voglio fare l'amore con te.
Dissero in coro, così Rob si tolse da lei e le fece posare la testa sulla pancia.
-Prima devo riconquistarti.
Soltanto loro due riuscivano a trovare l'amore sotto una pioggia di proiettili e sete di vendetta.*non cantate vittoria così facilmente. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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Until The Wheels Fall Off
RomanceSequel di Let's Hurt Tonight. "We see what we want." "Well, love has made me blind."