Indescrivibile

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Aurora prese le mani di Robert, cercando di farlo uscire dal suo stupido ruolo.
Iniziò a muoversi oscillando, portando le braccia di lui con lei.
L'attore rimaneva impassibile a recitare la parte dell'offeso, così la rosa gli fece il solletico sulla pancia e vederlo ridere dopo giorni cupi bastò a far risplendere la luce.
Anche se prima era ridotta malissimo, Rob era riuscito a farla guarire in poco tempo sia per le sue capacità di medico sia perché la ama forse più della sua stessa vita.
-Preferisco la musica classica, la lirica, l'orchestra o un solo violino.
Ad Aurora si accese una lampadina, così corse verso la valigia che aveva portato in quella casa nel caso servisse, pur sempre rimanendo a stretto contatto con Giulia.
Acciuffò il suo violino, accordandolo e pulendo le corde. Spense la musica, camminando a passi lenti e calibrati verso Robert che stava di schiena.
Passò l'archetto, una melodia meravigliosa uscì da quello strumento, da un legno che può suonare e parlare direttamente al cuore delle persone. Suonò una musica regale, alta classe, forse una spruzzatina di Mozart qua e là.
Girò attorno a lui, facendo delle piccole spaccate in aria quando accennava a note più frenetiche.
Robert chiuse gli occhi, muovendo la testa a quel ritmo solenne ma delicato, forte e ad un certo punto calmo.
Fece un pliè quando sorrise perso nei suoi pensieri, ringraziandolo di apprezzare quel poco che sapeva nonostante fosse davvero brava. L'uomo ad un certo punto tornò a guardarla danzare, saltare, posarsi a terra leggiadra come una piuma che non fa rumore. Come girava, come si muoveva, era tutta armonia creata e tessuta.
Una ragnatela di emozioni e note, dove tutte le strade portano al centro: il cuore.
Robert iniziò a muovere le mani come se fosse un direttore d'orchestra, direzionando il suono a suo piacimento e Aurora seguiva quel maestro.
I due sguardi per un attimo si incrociarono e basta solo dire che si sorrisero senza aprir bocca.
La portava in alto quando voleva sognare, in basso quando doveva tornare alla realtà. Improvvisarono quello splendido momento, incorniciandolo nelle memorie della vita.
Quando terminò le fece un grande applauso con tanto di fischio, abbracciandola fino a sollevarla da terra nonostante la melodia lo portava ancora tra i pensieri più profondi.
-Puzzo come un troll, non starmi così vicino.
Disse con la bocca incollata alla spalla possente.
-Non mi importa un fico secco, ti amo e anche nel fango continuerò ad abbracciarti.
Le ultime parole famose.
Nonostante le forze riprese rimaneva quel piccolo angolo di stanchezza che si fece sentire, così Robert la portò fino in camera da letto. Aurora si divincolò e toccò terra, posando il violino sul mobile.
-Riposati che ti fa bene.
Sussurrò accarezzandole la guancia come un padre che manda a nanna la figlia.
La rosa fece un sorriso malizioso.
-Pensavo ad un altro tipo di riposo.
Si avvicinò, posando la mano sulla patta dei pantaloni e sentondolo paralizzarsi. Robert guardava il muro, respirando profondamente quando iniziò a massaggiare proprio lì.
-Sul serio, io...
Serrò gli occhi quando si voltò strusciando il fondoschiena contro la leggera eccitazione, l'attore inarcò la testa, posando le mani appena sotto i seni.
Aurora sorrise quando lo sentì toccarle i glutei, portando tutta una mano fino ad allungare le dita e sfiorarle il fiore. Si morse il labbro inferiore, girandosi e iniziando a baciarlo come mai aveva fatto.
Lo spogliò lentamente, lasciandosi mordere le spalle e il collo da quei denti voraci di lei.
-Non sono più geloso comunque.
Mormorò roco da far spavento, gettandola sul letto e salendole sopra con una foga mai scoperta. Entrò dentro di lei veloce senza avvisarla come di solito faceva, aggrappandosi alle sue spalle mentre spingeva forte.
Nascose la testa nell'incavo del collo, speronando fino a farle rimanere la bocca aperta per minuti interi.
Il respiro mancante, le pulsazioni a mille.
Ad un certo punto si mise a sedere, guardandola e sorridendo eccitato mentre mise una mano attorno al collo senza stringere, spingendo ancora.
Aurora afferrò il polso quando stringeva troppo per colpa di ciò che stava facendo. Robert ringhiò profondo, guardando in basso vedendosi mentre la speronava senza un limite.
Le prese le gambe e le mise sulle spalle, aggrappandosi alle caviglie per dare gli ultimi colpi di grazia e cadere a peso morto su di lei. Aurora lo abbracciò, accarezzando il ciuffo completamente andato.
-È stato indescrivibile.
Commentarono in coro.
La pittrice ridacchiò e gli diede un coppino quando fece una delle sue battute squallide, il che era strano poiché le faceva soltanto con lei, con gli altri era troppo timido.
-Ehm, solo se...come dire...ti...
Robert divenne rosso e uscì dal paradiso che per la ragazza iniziava ad essere troppo ingombrante, stendendosi di fianco e prendendola in braccio.
Aurora si rannicchiò vicino al petto, posando una mano sul cuore per sentirlo battere soltanto con il suo tocco.
Dormirono così, rilassati e sfiniti.
Una della poche nottate passate col sorriso stampato sulle labbra.



*lo so, ma mi sono addormentata ancora sorry. Non riesco a correggere errori. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

Until The Wheels Fall OffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora