Provarci

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-Sono tornato!
Esclamò Robert chiudendo la porta, portando ad Aurora un frappe' al caramello e popcorn di Starbucks.
Era distesa sul divano, in quella posizione da ore poiché il corpo doveva ancora tranquillizzarsi e rilassare i muscoli.
Aveva già tentato di lavorare, ma terminava tutto con qualcuno che la portava in braccio fino all'infermeria.
Dopo anni non era più abituata a ricevere botte così forti e ben precise.
Robert non andava più da Stella, anche quando lo chiamava rispondeva solo se era un'emergenza davvero pericolosa.
Aurora si stava annoiando, sentendosi come un oggetto fragile che gli altri non volevano rompere.
Scacciò via la sua mano quando cercò di aiutarla a sedersi, afferrando il frappe'.
Bevve ignorandolo, sentirlo come suo schiavo la faceva star male.
-Distenditi qua.
Indicò le gambe, ma lui scosse la testa.
-Non voglio pesarti.
Aurora sbuffò e gli afferrò il ciuffo, facendolo distendere sulle cosce. Lo costrinse a rimanere così, ma dato che lo sentiva tutto rigido optò per accarezzargli i capelli e tracciare disegni sulle braccia vedendolo rabbrividire.
Provarono a fare zapping sulla televisione, ma non c'era nulla di bello da vedere. Robert chiuse gli occhi e allungò un braccio per strizzarle una guancia, accarezzandola e poi affondare le dita nella chioma rosa. Le grattò anche la cute, seguendo le sue indicazioni mentre si coccolavano a vicenda.
Mettendosi più comodo sulle gambe la guardò, sorridendo e dandole un buffetto sul naso quando gli fece la linguaccia. Robert la fece chinare verso di lui, fino a baciarla con dolcezza.
Teneva le mani ferme sulle guance, Aurora passava le carezze fino all'ombelico.
Lo schiocco dei baci divenne sempre più ardente, fino a farlo sedere per prenderla in braccio e continuare a baciarla quand'era sul grembo.
Erano calamite, impossibile staccarsi.
Fu inutile cercare di toglierle la maglietta dato che, non appena stava per baciarle un seno, la porta si spalancò lasciando entrare l'unica persona che volevano dimenticare.
-Stella?!
Già arrabbiato lo fece alzare di colpo.
Aurora iniziò a tremare, sentire ogni ferite che le aveva lasciato tornare a bruciare sul corpo, il fiatone, la paura.
Si pietrificò sul divano, stringendo le ginocchia al petto.
-Volevo parlare con lei.
Robert sbarrò immediatamente la strada, stringendo i pugni e mettendosi in punta di piedi per sovrastarla ancora più mostruosamente.
-Se ti avvicini, se anche solo osi guardarla, ti caccio fuori da casa mia con le maniere forti, intesi?
E mi dispiace ma Aurora non riuscirà a salvarla per sempre.
La bionda prese sfacciataggine e stupidità mischiandole, ottenendo ciò che oggi chiamiamo coraggio.
-Non ci rimane che verificarlo allora.
Robert respirò profondamente, tremando dalla collera. Aveva la rosa dietro, stava perdendo petali continuamente, non poteva lasciarla appassire in sua presenza.
-Cosa vuoi?
-Parlarle.
-Se parli con lei parli con me, altrimenti vai via.
Stella sospirò, senza una scelta.
-Volevo chiedere scusa per avervi rovinato tutto, accetto la vostra relazione, solo che questa gravidanza mi sta spaventando davvero tanto. Non mi perdonerete mai, soprattutto tu, ci tenevo a rendere le mie scuse.
Robert incrociò le braccia e alzò il mento fiero, difendendosi con il suo orgoglio, Aurora iniziava ad alzarsi.
-Okay. Ora vattene.
-Sul serio, io...
-Vattene.
Ripeté al limite, perciò la ragazza barcollò velocemente fino ai due, aggrappandosi alla schiena di Rob e sbucando dalla sua spalla per vederla in faccia.
L'attore spalancò le braccia per proteggerla.
-Stai indietro tesoro.
Borbottava mettendole una mano sulla pancia.
-Accetto le tue scuse....
Vide Stella rilassarsi e sorridere davvero davvero felice. Infilò le unghie nella giacca di pelle di Robert pur di restare in piedi.
-Ma adesso vattene.
Mormorò col cuore affranto, guardandola con le lacrime agli occhi.
La ex moglie annuì e uscì, senza botte, senza casini. Solo delle semplici scuse che nessuno accetterà mai, nemmeno io.
L'attore la prese al volo in braccio prima che cadesse, posandola di nuovo sul divano.
-Non l'hai perdonata sul serio, vero?
Aurora abbassò lo sguardo intimorita.
-Lei ti riduce in questo stato...e tu la perdoni solo perché ha un figlio?
Annuì.
-Sei troppo buona, come fai?
Fece un piccolo ghigno che faceva pena e dolcezza.
-Perché conosco chi ha bisogno di esserlo.
Fu il suo turno di abbassare lo sguardo.
-È tuo figlio, se lei non lo tratta bene qualcuno dovrà pur farlo.
Le accarezzò la fronte.
-Saresti una madre fantastica.
-Perché non ci proviamo, allora?
Robert aprì leggermente la bocca, guardandola, parlando solo con gli occhi perché è li che si discute col cuore.
Lentamente cedettero le ginocchia, facendolo salire sopra di lei. Aurora lo baciò senza rimorso, lasciandosi spogliare come una farfalla che esce dal bocciolo.
Quando arrivarono al punto cruciale, il più nervoso era lui.
-Sicura? Non voglio farti del male.
Sussurrò finendo di baciarle il collo.
Aurora annuì così Rob spinse in lei, lento, facendola sentire amata dopo tanto tempo. Spostò la testa verso sinistra, iniziando a spingere davvero piano.
La rosa si aggrappò alle spalle senza affondarci le unghie dato che andava lentissimo.
Qualche volta lasciava dei lievi baci sulle labbra, era davvero calmo.
Ci provarono ad avere qualcosa di più quel giorno, ma non oggi.





*ieri sorry ma mi sono addormentata subito. Anyway, domani vado a Cambridge, e chi ci studia ? Faith! Me la vedrò in giro per i corridoi adoro. Perdonare errori. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

Until The Wheels Fall OffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora