Riprendersi

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-Mi hai perdonato o no?!
Gridò Aurora contro Giulia, spaventando il piccolo Zed che era cresciuto notevolmente ora che aveva sei mesi.
Era l'unico punto in sospeso, doveva risolverlo.
-Sei tu che non sei più venuta a casa mia!
Replicò acida lei, mettendo a dura prova l'impulsività della rosa che sovrastò l'amica, non riuscendo ad intimorirla, solo Robert poteva farlo.
-Rispondi alla mia domanda.
Ripeté fredda come mai prima d'ora.
-Si, ti ho perdonato, ma non ti vedo da giorni sei sempre con i tuoi amici o con Rob!
-Perché tu? Ti vedo con Brian ogni due secondi!
Non avevano mai litigato così, non riuscivano a capirsi se non urlarsi contro ogni due per tre.
-È il mio ragazzo ci credo bene!!
Aurora sbuffò, dovevano trovare un punto d'incontro. Giulia la guardò ancora un pochino, facendo poi cadere lo sguardo dato che in fatto di occhiatacce vinceva sempre la rosa.
-Se dormiamo dai nostri ragazzi, ci mandiamo un messaggio okay?
La pittrice annuì, riappacificandosi con la riccia dopo averla portata dal suo gelataio preferito nonostante fosse pieno inverno.
Se ne stava lì, su quella panchina, davanti a quelle persone di cultura e nazionalità diversa. Amava parlare con la gente straniera, dopotutto anche lei lo era. New York offriva così tanti vantaggi, per non parlare delle luci di Natale ancora appese per le strade principali. Era un sogno a cielo aperto durante quel periodo.
Bevve il suo frappe' alla pesca, cercando di far ridere Giulia che rischiò un vestito sporco di gelato al bacio.
-Come va con R?
Era il nome in codice per non far scoprire a nessuno della loro relazione, il mondo troppo tradizionalista per accettarli.
-Abbiamo affrontato dei giorni bui, ma ci siamo ripresi per fortuna.
Non le piaceva parlare di quell'argomento, non dopo quel terribile segreto che le aveva riferito. L'avrebbe protetto fino alla morte, anche mettendosi in pericolo per lui.
-Mh, invece io e Brian sembriamo la classica coppietta adolescenziale.
Aurora rise.
-Forse perché lui è un adolescente!
Non riuscì a rinchiudere quelle parole dentro se stessa, così fece cadere di nuovo la discussione. Giulia non le parlò per tutto il tragitto, solo alla fine trovarono un argomento per rompere il ghiaccio.
Si guardarono Game Of Thrones, decidendo a quale casata appartenere.
-Soccomberai alla forza degli Stark!
Gridò Aurora, brandendo una spada di legno contro la riccia che contraccambiò il colpo.
-Non osare provocare un Lannister!!
Inscenarono una battaglia tra cavalieri, finendo per stancarsi. Giulia cadde stremata sul divano, dormendo come un ghiro con Romeo appollaiato sopra la schiena. La rosa tentò di svegliarla, ma il gatto mostro i denti per invitarla a lasciarla stare.
-Scusa.
Disse alzando le mani, mettendo a nanna Zed per poi uscire di casa. Robert la chiamò mille volte, ma la pittrice riuscì solo a dargli la sua posizione così da poterla raggiungere.
Si stava ubriacando al Lord Green, innamorata della birra schiumosa e bionda che faceva il barista alzò un po troppo il gomito. Molte persone cercarono di farle capire che stava esagerando, ma non le ascoltò.
-Adesso mi sente.
Ringhiò arrabbiato quanto un padre, aprendo la porta del pub e venendo accolto da un boato assordante. Con una smorfia di fastidio, odiando essere circondato da tante persone, si fece spazio con forza tra la folla fino a stringere i pugni.
-È la quarta!!
Gridò entusiasta il classico americano medio, incoraggiando un'Aurora  parecchio sbronza a ingurgitare un boccale più grande della sua faccia.
Robert poteva essere riconosciuto da un momento all'altro, ma ringraziò quel vecchietto che portò l'attenzione del pub su di lui, reggendo una bottiglia di vino gigantesca e minacciando di berla tutta in cinque minuti.
Corse verso la sua ragazza, mettendosela sulla schiena a mo di koala e reggendola per le cosce.
Uscirono dal Lord Green in fretta, facendo rabbrividire l'uomo a contatto con la fredda folata del vento newyorchese.
Sospirò, guardando con un sorrisetto dolce il volto della rosa che sonnecchiava beata sul suo collo, lasciando penzolare le braccia dalle sue spalle. Non era di certo un peso piuma, fu molto difficoltoso farsi più di trenta minuti con lei sulla schiena.
Rob era disposto a farne altri cento di kilometri pur di portarla al sicuro.
-E io che avevo preparato la cena...
Mormorò deluso non appena entrarono in casa. Dovette chiudere la porta e allo stesso tempi cercare di non farla cadere. La posò sul divano con delicatezza, mordendosi un labbro mentre con un sacchetto riponeva tutti i petali di rosa rossa al suo interno.
Eppure le aveva detto che doveva presentarsi ad un orario preciso quella sera.
Chinò il capo, facendo strisciare il sacco per terra e riponendolo in uno scaffale nascosto.
Tentò di svegliarla, ma in risposta Aurora nel sonno gli tirò uno schiaffo sulla mano che gliela fece ritrarre così come i suoi sentimenti e le sue intenzioni.
-Notte.
Sussurrò con voce tremolante, dandole un bacio sulla fronte.
Arrivò in camera da letto, sospirando affranto quando vide quel enorme "ti amo" scritto con delle pietre profumate e fatte apposta a forma di cuoricino che aveva cercato per la città in lungo e in largo.
Recuperò un altro sacchetto, riponendo tutto via.
Era dura riprendersi per loro.


*e si, purtroppo è cosi. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

Until The Wheels Fall OffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora