Ti amo

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-Ciao.
Oh e non è questa l'ultima spada nel cuore, o chi solo osa essere debole dentro la voce di Robert.
Aurora lo guardò: smunto, spento. Un sorriso non è mai esistito su quel volto, siamo fatti di maschere e soltanto maschere saremo. Come si avvicinava, come la terra tremava sotto ogni suo passo, per la rosa era giunta la condanna.
-Ciao.
Fa così male, entra nelle carni, non lascia più questo corpo.
Lo sentì fermarsi ad un soffio da lei, un ultimo sospiro che respirò contro la sua bocca, modellandone la forma, ma mai più accadrà. Robert stava gridando, dilaniando completamente ogni pezzo di se stesso, ma tutto ciò non lo vedrà neppure la pittrice.
-Ho parlato con Stella.
Aurora emise un respiro spezzato, sentendo quel tremolio che fece oscillare il cuore.
Deglutì, questa volta il veleno rimase esattamente a metà tra testa ed anima.
-Lo so, Robert. Lo so.
Disse sorridendo con labbra malferme, tanto si stava già distruggendo da sola. Prima o poi sarebbe arrivato, solo non così. Non questo dolore, fa così male, è insano vivere quando non fai altro che morire ancora e ancora.
Come sentirsi differente quando sei esattamente il dolore che porti dentro.
-No, lasciami spiegare.
Fece gonfiare il petto un tempo fiero ed orgoglioso, ora soltanto pelle che non riesce a difendere un cuore che da giorni sente solo silenzio. Così magro, le ossa delle spalle sporgenti, l'agonia scavata con le unghie nella faccia.
-Mi ha detto tante cose che mai avrei voluto sentire.
-Perché?
Fu l'esitazione, le palpitazioni a rendere impossibile tutto.
-Perché sono vere.
Sarebbe andata ovunque con lui, ovunque ma non in questa notte.
Era inutile prendere respiri profondi, stavano sott'acqua aspettando di precipitare dentro l'abisso.
-Il bambino sta per nascere da un momento all'altro, devo essere un padre.
Coccodrillo, spalanca queste fauci e fai della preda ciò che vuoi.
-Lo capisco, Robert.
Rosa, togliti la corona e lascia cadere i petali, d'ora in poi soltanto le spine farai crescere.
Rob ridusse le labbra a due linee rosse, come il sangue che sgocciolava dalle loro ferite passate ma mai guarite. Come da quelle urla, dalle loro anime che incatenate in una teca di vetro si urlavano contro.
-Ci abbiamo provato a stare comunque insieme...ma questa creatura mi sta lasciando troppo lontano da te.
Il capitano della nave chinò il capo, accettando di affondare nel mare.
Aurora aveva soltanto una domanda, una che scatenasse l'inferno dal paradiso.
-Con chi vuoi passare gli ultimi attimi della tua vita?
Come uno schiaffo in pieno volto Robert boccheggiò, facendo un passo indietro, lasciandosi travolgere dalle lacrime che imminenti si scontrarono contro le iridi, come onde sugli scogli. Tremando strinse i pugni, avvicinandosi.
-Non farmelo dire, ti prego.
La ragazza cercò di respingere le lacrime, ma sfondarono il muro lasciandola a morire tra le macerie.
-Per chi vuoi morire?
Disse ormai affogata tra i singhiozzi, abbracciandolo quando rispose lacrimando.
Lo strinse più che poté, sentendo le ultime stelle che entravano dentro al suo cuore, come ricordo, per tenerlo acceso durante la notte. Lo abbracciò, affondando la testa nel suo collo, respirando quel profumo pregando che un giorno il vento glielo portasse in dono. Robert la strinse un'ultima volta, non poteva essere così crudele, ma una parte di lui aveva già una mano dentro al cuore della pittrice e lo stava soffocando.
-Ti sto dicendo addio, Aury.
Riuscì a trattenerla tra le braccia, ma l'urlo disperato della ragazza rimbombò esattamente dentro di lui.
-Ti amo piccolo aviatore. Ti amo, ti amo, ti amo.
Lo stava implorando di non aver mai detto quelle parole, ma quella voce distrutta definitivamente entrò dentro al ghiaccio che cercava di far solidificare per evitare l'agonia.
-Voglio restare con mio figlio...
La strinse di più, i lamenti che uscivano dalle sue labbra erano sangue su sangue.
-Ti sto lasciando Aurora, però ti amerò per sempre.
Si guardarono negli occhi, anche se era come guardarsi allo specchio.
Da questo posto in poi si ameranno, ma presto o tardi tutti i fili si spezzano, anche le certezze sono destinate a cedere.
-Sarai sempre come un faro in mezzo alla tempesta.
Non bastava questa frase, bastava solo vederlo sradicarsi da quel legame, cercando di tagliare i fili, correndo a più non posso via da lei, difendendosi dai meteoriti di colpe che li coprirono.
Ma nulla a che fare contro il vederlo tenersi il cuore, prima della porta d'addio, accasciandosi a terra.
Aurora corse da Robert, cercando di svegliarlo, ma vide i suoi occhi spalancati vuoti. Respirava ancora, solo adesso il tumore ha deciso di mordere. Lo scosse, urlando di svegliarsi. Disperatamente, non poteva finire così. Aurora si mise a prenderlo a pugni sul petto, stringendo la maglia tra le dita, accasciandosi sul suo cuore che debolmente si stava fermando, piangendo e baciandolo fino a dargli tutta l'aria dentro ai polmoni.
Chiamò l'ambulanza, tenendogli la mano sentendo solo le sue vene pulsare ancora.
Restò con lui fino all'ospedale.
Urlando, battendo i pugni contro il vetro quando lo vide steso sul lettino, circondato da attrezzi e persone in divisa verde. Sbatté la testa sulla superficie fredda, rigandola con le unghie, piangendo vedendo il macchinario dei battiti farla camminare su un filo sopra il vuoto.
L'operazione era per rianimarlo, far fronte al tumore lo stavano facendo in contemporanea, credetemi sono degli eroi questi medici. Sentì la luce divina illuminarla quando lo vide aprire gli occhi.
Attese tre ore, poi un infermiera le disse che Robert voleva vederla.
Entrò nella sua stanza, ed è qua che si tocca il fondo.
Solo due parole ferme su cuore e mente:
Ti amo.


*non avete idea della battaglia che è stata fare sto capitolo. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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