Aurora stava camminando tutta sola lungo le strade di New York, senza meta e senza viaggio.
Pensava a Robert in continuazione, a come la maggior parte delle volte doveva mettere da parte l'orgoglio o l'arroganza per imparare a come vivere da lui.
Era ancora laggiù, quel terribile sentimento di sentirsi una bambina troppo piccola per capire il mondo degli adulti.
Credeva di aver superato quel momento quando per la rabbia aveva rischiato di perderlo per sempre, ma solo ora si accorse delle innumerevoli volte che l'aveva sgridata.
Da una parte odiava essere trattata in quel modo, ma dall'altra si chiedeva se Rob si stesse stufando di farle da padre oltre che da fidanzato. Alcune volte l'errore glielo faceva notare con una carezza e qualche dolce parola, ma quando lo sbaglio era abissale allora passava ad urla e tante parole trattenute.
Lo notava spesso che si tratteneva nel migliore dei modi prima di dirle qualcosa di offensivo, e lei voleva sentire cosa non voleva dirle.
Quando gli chiedeva di raccontargli del suo passato fuggiva o semplicemente diceva di no.
Era forse così terribile ciò che è successo?
Sapeva solo che aveva fatto piangere una donna per causa sua, e aveva una morte sulla coscienza. Aurora collegò le due cose e si paralizzò sul posto, fradicia.
-E se fosse un assassino?
Perché no, poteva benissimo esserlo, chiunque può esserlo.
Di solito le persone sagge ma al tempo stesso fredde e riservate come lui, sono i migliori psicopatici al mondo. Ricordava con che maestria Robert era memore di ogni loro litigio e momenti felici. Addirittura rimembrava i più piccoli particolari, cose che neanche lei si ricordava.
Ed è proprio il dubbio che porta alla morte.
Tutte quelle volte che aveva vinto era perché lui gliel'aveva lasciato fare, ma se non fosse più così?
Se adesso iniziasse a perdere per volere suo? Era capace di cambiarle sia la vita che l'umore in due secondi, questo l'aveva appurato. Quell'uomo aveva in mano un grande potere, e poteva usarlo a suo piacimento contro o per lei.
Si diede della stupida anche solo a pensare che Robert potesse aver ucciso qualcuno, una donna soprattutto.
Era ridicolo.
Sapeva che non faceva del male a nessuno, a meno che qualcuno non lo porti a farlo.
Magari evitava di toccarla quando lo spintonava nelle litigate perché sapeva che se partiva...non si sarebbe più fermato?
Ogni suo comportamento analizzato sotto la pioggia rivelava un solo sentiero, e portava tutto all'assassinio.
È assurdo direte voi, però pensateci. Potrebbe essere, perché no.
Un angoscia incredibile prese il controllo di Aurora che a passi lunghi si allontanò sempre di più dal palazzo di Robert, si stava lasciando prendere dal panico. Più negava ciò che stava sospettando e più lo pensava.
Corse senza nemmeno chiamare un taxi, giungendo davanti alla casa di Giulia.
Stava per entrare, era già davanti alla porta, ma sentì delle risate troppo allegre per i suoi gusti così capì che si stava divertendo con quel Brian.
Alzò una mano per bussare, sentì Zed percepire la sua presenza abbaiando, ma prima che aprisse la porta era già seduta sulle scale della casa, davanti alla strada.
Sputò quelle quattro gocce che le erano finite in gola, appoggiando la testa sulle ginocchia.
Quella giornata era forse la peggiore, ma nulla in confronto a ciò che accadrà.
La sua mente soggiogata dalla paura proiettò immagini macabre di Robert che uccideva una ragazza con le sue stesse mani, e aveva i capelli rosa. Il sangue tornò ad offuscarle la vista e cercò in tutti i modi possibili e immaginabili di scacciar via quella brutta visione.
Non poteva ucciderla, ma lo stava per fare quando l'aveva mezza soffocata per tenerla a bada sul divano.
-Voglio tornare a casa.
Si lamentò come una bambina, ma non fu completamente sola quella notte.
-Aurora che ci fai qui?
Alzò la testa e vide Marshall, Dorothy, Jon, Vicky, Amanda e Jacob guardarla curiosi.
Un sorriso si dipinse sulle labbra, alzandosi e mettendosi sotto l'ombrello della dolce Morstan che si era dimostrata la sua migliore amica a lavoro e forse lo stava per diventare nella vita reale.
-Guardati sei tutta zuppa, andiamo a casa mia a vederci un film!
Tutti seguirono Amanda in quella casetta tipica americana che si nascondeva a pochi passi da Time Square.
Era tutta arredata con cuoricini o fiori, rispecchiava perfettamente la sua natura docile e disponibile.
-Mettiti questo che starai meglio.
Le porse un pigiama di lana molto caldo, decorato da gattini. Corse in bagno e lo indossò, dando i vestiti alla collega che li mise in lavatrice.
-Sono un pochino larghi, ma ti ci abituerai.
Aurora continuava a fissare Vicky, decisa a chiederle spiegazioni, ma il suo sguardo da pantera le faceva cambiare idea.
Si misero a guardare Star Wars, tutti vicini vicini compresa la rosa che finì sotto il braccio protettivo di Jacob.
La compagnia si era unita, ora e per sempre.
-Sapete cosa mi è saltato in mente?
Esordì Jon e tutti sbuffarono.
-Non avrai l'autografo di Robert Downey Jr, ne abbiamo già parlato ti prego.
Disse Dorothy facendo venire un colpo alla pittrice sentendo nominare quel nome.
Forse poteva fare qualcosa.
-Posso fartelo avere io!
Perché non stava mai zitta.
Tutti si voltarono a guardarla e si rese conto che aveva già un piede nella fossa.
-Per venire a lavoro passò davanti al suo palazzo, potrei incontrarlo.
-E credi che non ci abbiamo mai provato?
Sbottò inviperita la Viper.
-Scommettiamo?
-Cento dollari in banconote.
Si strinsero la mano e chiaramente aveva già la vittoria in tasca, ma ora come faceva a spiegar loro di averlo già trovato così facilmente? La verità sarebbe venuta a galla, doveva solo aspettare.
Quando i vestiti si asciugarono e la pioggia si placò, la protagonista si rivestì e corse fuori, sfrecciando in taxi verso la casa del suo fidanzato.
Il dubbio era tornato, ma Robert era davanti alla porta che la stava aspettando.
L'immagine come un flash riapparì non appena lo vide con i capelli tutti arruffati e una goccia di sangue sulle dita.
Lo baciò con circospezione, entrando diffidente in casa e guardando con la coda dell'occhio sempre dietro di lei.
-Vado a farmi una doccia giù, raggiungimi.
Quando lo vide sparire si fiondò in cucina, raggiungendo il piano inferiore con un coltello affilato dietro la schiena.
La compagnia era riuscita a distrarla, ma non da farle evitare di scambiare i ruoli.
E comunque si, vi dico già che quella giornata in qualche modo finirà con del sangue.*che cosa creepy. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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Until The Wheels Fall Off
RomanceSequel di Let's Hurt Tonight. "We see what we want." "Well, love has made me blind."