Trovare l'arcobaleno

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Aurora e Robert stavano camminando mano nella mano per New York, come ai vecchi tempi.
Nessun rimorso, nessun fastidio e finalmente nessuna maschera.
Erano ora uniti e per sempre insieme contro chiunque minacciasse la loro vita.
Erano inequivocabilmente in guerra, ma soltanto loro due riuscivano a capire che i colori son tutto.
Quel giorno voleva riconquistarla, capendo che il suo corpo non era ancora pronto per amare, il passo indietro di fronte allo stato d'animo a pezzi. Era una faticaccia ricostruire tutto ciò che avevano distrutto, ma se restavano fermi a pensare non si sarebbe risolto nulla.
Tornare ad amare per capire davvero chi sono.
Trovando, tra una rosa e un coccodrillo, ciò che rende l'imperfezione la cosa più perfetta al mondo.
Trovare l'arcobaleno dipinto nei quadri della pittrice, poiché senza colori dove si va.
Trovare l'arcobaleno tra il ciuffo di Robert quando lo accarezzava, che passava assieme al vento dando respiro a chi non può vivere.
Un petalo e una zanna fanno del sangue che sgorga la linfa dell'amore.
So che la vita è corta, ma basta soltanto colorarla un po'.
Quindi Rob la portò in questo teatro dismesso, dove la miseria avvolge la polvere. In mezzo a quell'unica luce che pendeva dal soffitto rotto, il pianoforte giaceva in mezzo alla sala da ballo.
E chissà quanti sorrisi, quanti colori, quante persone avevano calpestato quel posto.
Viveva anche spento, soltanto un vulcano addormentato.
Robert corse al piano, iniziando a suonare mentre Aurora veniva attraversata dalla grazia del cigno, iniziando a danzare attorno al fulcro fino a che le ruote non cadono: la musica.
Portava in scena il rosso della rabbia, del sangue, della guerra e della cattiveria a questo mondo.
Buffo sapere che tutte queste emozioni sono il sinonimo di quella che resterà sempre la più grande ed immensa di tutte: l'amore.
L'uomo vedeva la sua donna slanciarsi come una piuma che cade sul filo d'acqua.
Faceva volare le dita sui tasti, chiudeva la mente per aprire il cuore dalla chiave di sol.
Portavano la pietra più povera ad essere d'oro.
Quelle spaccate in aria, quel vento invisibile che avvolgeva il corpo della ballerina, si muoveva agile come un cervo nel suo bosco.
Portava l'arancione sulle spalle, simbolo di pienezza, di vitalità. Muoveva quella bandiera contro il Sole che cercava invano di intrufolarsi in quel mondo dimenticato da Dio.
Tracciò con la punta del piede la polvere, dov'è tante ballerine prima di lei l'avevano fatto.
E come quando pensarono alla vittoria di due cuori albeggiare, il giallo esplose per sposarsi sulla loro pelle, chissà da quale angelo era caduto quel colore.
Portava pace, la magia dentro ognuno di noi.
Robert trasmise tutta la sua natura, tutta la sua speranza che ancora viveva, tutta la sua pazienza tra i tasti, e dal pianoforte ne uscì il verde. Aurora lo accolse tra le braccia, facendolo volteggiare con le mani mentre creava un intero universo soltanto per loro due. Facendosi avvolgere dal rosso, arancione, giallo e verde. Alzava le mani al cielo in frantumi, portando i colori fino alla punta del dito per poi farli cadere a terra.
In quel turbine che l'avvolgeva mancava qualcosa, poiché la casa che doveva ospitare il loro amore non era ancora riparata.
E come la terra natia chiamò al corno il suo nome, dal cuore di Aurora esplose il blu, creando onde magnifiche che danzavano assieme a lei scivolando soavi sulle nocche di Robert.
Con due salti portò il mare in alto, immergendo le mani dentro quell'acqua che per lei era la vera risorsa.
In vita fai tutto quel che puoi, perché poi dovrai raccontarlo.
Si sporse verso l'obbligo di una vita divisa tra due organi, ma le lingue di mare la portarono indietro per farla danzare regalando qualche schizzo alla sua conchiglia più preziosa.
Come ultimo portò il violetto che uscì dal suo spirito, dalle iridi, dalle pupille che catturano ogni farfalla nell'oscurità fino a farla volare via dai polmoni. Dalle ferite sulla schiena uscirono farfalle che invasero la stanza, come una grande famiglia volavano in perfetta armonia.
Volteggiarono come un cavallo al galoppo quando Robert sorrise incrociando lo sguardo di Aurora, correndole incontro e lasciando che il piano si suonasse da solo. La prese in braccio, uno avvolto attorno alla vita mentre giravano insieme.
Le farfalle violette si chiusero attorno a loro, mischiandosi con gli altri simboli, creando una nube di colori.
Ancora informe, ancora che doveva decidere chi essere.
La loro casa era pronta a resistere a terremoti, alla potenza di Dio.
Soltanto sul punto di morte si capisce che la vita è corta, perciò rendiamo il rimorso soltanto una leggenda.
Un miscuglio di un treno che ancora non sa quale sia la sua meta.
Potevano anche uscire e andare a dipingere il mondo a mezzanotte.
Come un cuore che rotto continua a battere, e tu continui a sorridere.
Anche quando la città sta morendo, sii l'unico a restare vivo.
Con la vita spaventosa loro, tra farfalle, mare, natura, vittoria, vitalità e amore avevano trovato la via di luci.
Lui sussurrò:
-Vieni a dipingere il mondo con me stanotte.
E soltanto quando si baciarono la nube capì chi doveva essere, e trovarono l'arcobaleno.




*credo di esserci riuscita. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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