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Un altro giorno di scuola, bello dai.
Mi sveglio e mi rendo conto che sono già le 8:10 e non arriverò mai in tempo per la prima ora di lezione e la perderò sicuramente.
Mi vesto e mi trucco velocemente.
Arrivo in classe e per fortuna la prof non c'è.
Sono le 8:30 e mi siedo nel mio banco.
Per fortuna mezz'ora passa in fretta e siamo già a seconda ora.
Ma è noiosa e decido di disegnare qualcosa sul mio quaderno nuovo.
Non so bene che creazione fare e prendo il diario e trovo qualcosa.
Quasi vicino alla metà del disegno sento qualcuno che mi sta col fiato sul collo. No, dico davvero.
Mi giro di scatto verso la mia sinistra e per poco non baciavo quel ragazzo.
«Mi hai fatta spaventare» prendo la matita.
Non parla. Che odioso.
«Cosa fai?» sorride.
E che sorriso.
«Questo» indico col dito.
«Ti posso guardare?»
Annuisco e faccio una linea ma sbaglio e lui mi passa la gomma.
Mh gentile.
Lo fa solo per attirare la mia attenzione, probabilmente.
«Hai sbagliato...» mi guarda.
Lo fisso e cancello.
«Se vuoi posso fartelo io» chiede con gentilezza.
Simpatico.
Annuisco e giro il quaderno verso di lui.
Ah, non mi ero accorta che si era impossessato del mio banco.
Si è seduto accanto a me.
Il suo banco è ha 10 centimetri lontano da me, sicuramente mi fissava anche di là e si è incuriosito.
»Sei bravo a disegnare»
«Io non sono bravo, tu lo sei»
Non lo ringrazio per evitare di continuare a discutere in quel modo.
«Non mi hai ancora detto come ti chiami...sai dopo il primo incontro potevi anche farlo» guardo la matita danzare dentro la sua mano.
«Ah scusa, mi chiamo Gabriel» non mi guarda.
Pazienza.
È vabbè d'ora in poi sarà il mio compagno di classe e il mio personal trainer.
Se farà sempre il simpatico va benissimo altrimenti lo mando a fanculo già da subito.
«Ecco» mi restituisce il quaderno con il disegno appena finito.
Wow.
«Grazie» sussurro.
Eppure dovrei colorarlo ma mi secca anche troppo.
Finalmente suona anche l'ultima campanella e decido di scendere l'ultima dalla scuola, così evito il traffico sulle scale e fuori nel cortile.
Mi vibra il cellulare, Daniel. Che palle.
«Dimmi tutto» sbuffo.
Mi domanda cosa avessi in quel preciso momento ma so bene che non gli interessa per niente la mia risposta quindi cambio discorso.
«Sto tornando a casa. Ciao» chiudo.
Esco e lo vedo di fronte a me.
E peggio di così!!!!
«Ei» mi guarda.
«Ciao»
Mi giro e vedo Gabriel che ci fissa ad entrambi, so già cosa pensa adesso e sicuramente domani non mi parlerà più.
«Devo andare a casa» gli do le spalle.
«Sono venuto fin qui a prenderti.»
«Ciao»
Non ho nulla contro di lui, ma non deve essere così ossessivo verso i miei confronti.
Va via per fortuna.
E l'altro pure.
Ok adesso sarò sola fino a casa.
Controllo lo zaino e vedo le mie amatissime cuffie.
Metto la musica e comincio ad ascoltarla.
E poi vedo Gabriel con due ragazze e un loro amico.
Ah wow è un puttaniere allora, menomale che le cose le scopro in tempo a volte.
Faccio finta di non averlo visto e proseguo dritto.
«Ferma un attimo» sento a stento.
«Mi dica» tolgo una cuffietta.
«Ci sarai oggi in palestra, vero?» sorride.
Che cazzo ride a fare?
«Non saprei» la rimetto e scappo via.
Arrivata a casa la chiave non gira.
Giuro che se ha cambiato la serratura faccio casino.
Suono il campanello e non ricevo risposta.
Strappo un foglio dal mio quaderno e prendo una penna.
"Grazie per avermi cacciata fuori di casa. Ci vediamo :)"
E la faccio passare sotto la porta.
A chi posso chiamare? A nessuno.
Poi vedo il mio riflesso su una macchina posteggiata e ricordo di avermi messo una tuta stamattina e vado in palestra.
«Bentornata» guarda lo zaino.
Spero solo che non faccia domande altrimenti non saprei come rispondergli.
«Lo so, lo so. Ha un po' che non faccio nulla»
Ultimamente era raro che venivo qui.
Comincio a fare gli addominali.
«1...2...3» continua così sorride male.
«Cosa c'è?» mi fermo.
«Continua. Che ci fai con lo zaino?» lo guarda.
«Nulla di particolare» inizio.
«Se hai portato il cambio non c'è nulla di male a dirlo» mi ride in faccia.
Ok a volte è simpatico a volte no.
«Senti non sono andata a casa. O almeno non ci sono entrata» spiego.
*2 ore dopo*
«Per oggi hai finito...se vuoi ti porto a mangiare qualcosa» prende il tappetino e lo arrotola.
«Accetto volentieri» sorrido.
Ma solo per il cibo, tra l'altro non saprei dove andare a mangiare sennò.
Mi guarda e ricambia il sorriso.
«Solo cinque minuti» chiude le finestre.
Decido di aiutarlo, così avrà qualcosa in cambio da me.
Mi ringrazia e usciamo fuori.
«Non dirmi che dobbiamo andare a piedi...»
Sono parecchio stanca adesso.
«Ti direi di no, ma ti mentirei» mi guarda.
Ecco.
Poi continua.
«Casa mia è dietro l'angolo» sorride e mi prende in giro.
«Perfetto allora» lo guardo.
Bella mossa eh, penserà che sono una poco di buono adesso. Complimenti Esmi.

io prima di te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora