Esmi
"Se vuoi ho casa libera per un po'" chiede.
"Che intenzioni hai con me?"
"Nessuna" mi guarda.
So che sta mentendo.
"Con me devi essere serio" urlo.
Sono sorpresa da me stessa adesso.
"Ei calma" si avvicina.
Non voglio nessun bacio.
"Sta lontano da me" il
Alzo lo sguardo e vedo i suoi bellissimi occhi, ma anche i suoi pearcing non sono un granché.
"Sennò che fai" fa un passo indietro.
Odio quando fa lo stronzo e mi tocca sopportarlo per un bel po'.
Mi bacia.
Ha delle belle labbra carnose e allo stesso tempo sono calde e morbide.
All'improvviso comincia a spogliarsi ed io tolgo il giubbotto.
"Ti aiuto" chiede.
"Non con la luce"
La spegne e mi bacia.
Mi lascio spogliare e mi siedo sul letto, mi bacia con foga e pian piano si posiziona sopra di me.
Non l'ho mai fatto, quindi non so da dove iniziare e mi sento una stupida.
«Non sono il primo, vero?» fa gli occhi da cucciolo.
Non voglio dirglielo ma tanto lo scoprirà lo stesso.
«Invece ti sbagli, sei proprio il primo»
Adesso lo vedo insicuro.
Incominciamo a farlo con molta delicatezza e con molta voglia l'uno dell'altra.
***
All'improvviso si alza da me e sento un vuoto. Mi tremano le gambe ma è la mia prima volta, sarà sicuramente per questo.
È stato bello, per la prima volta ammetto qualcosa a me stessa.Non pensavo che mi facesse sentire così tanto bene.
"Mi piaceva quando mi toccavi la schiena su e giù con le mani"
Ok, adesso mi sento in imbarazzo.
"Dico davvero, mi veniva ancora più voglia di te" ammette.
"Meglio così" sorrido.
Mi sentivo completa per davvero, non mi mancava niente e non pensavo neppure.
Ci vestiamo, o almeno ci provo ma non riesco.
"Potresti aiutarmi per favore?" Chiedo ma so già che non lo farebbe.
"Si" risponde mentre mi allaccia il regiseno.
Poi continua a vestirsi ed io non sono neanche pronta.
Scendiamo da casa sua e passa l'autobus.
"Se hai la tessera ci tocca correre un..."
"A piedi" aggiungo io.
Accetta e ci incamminiamo verso casa mia.
"Ti è piaciuto?" Chiede con curiosità.
Vede che non rispondo, quindi, capisce subito che è un si.
Non ho voglia di dirglielo, non capirebbe ciò che mi faceva provare in quel momento, però è stato magnifico.Gabriel
Non è stato come tutte le altre volte, di solito quando mi scopavo una tizia qualunque non mi faceva nessun effetto toccarla e baciarla, adesso invece credo che ci sia qualcosa, ma per adesso non voglio ammetterlo neanche a me stesso.
So benissimo che l'è piaciuto, nessuna avrebbe messo una faccia soddisfatta come la sua, d'altronde era la sua prima volta.
"Hai una sigaretta?" Chiedo.
"Non fumo"
Ecco la classica ragazzina che non fuma.
Arriviamo a casa sua e la saluto.
«Non vuoi salire?» fa gli occhi dolci.
Ma sei matta?
«Non posso, ho da fare» faccio un passo indietro senza neppure salutarla.
Non ho voglia di conoscere sua madre.
«Non hai nessun diritto di comportarti così» mi dice.
«Non ti conosco nemmeno, perché dovrei?» mi pento subito di quel che ho detto.
Mi chiude la porta in faccia, forse rimarrà lì dietro.
Non so per quale motivo, ma non riesco a muovermi da qui.
Da quando l'ha chiusa resto fermo, eppure dovrei andare via e non cercarla più.
Quando mi decido, faccio a piedi la strada per il ritorno e incontro un mio vecchio caro amico.
«Ei Alberth»
Penso e non faccio caso a lui, ma subito dopo ritorno sul pianeta Terra e cerca di abbracciarmi e mi scanso.
«Ciao, stavo per andare al bar da Nicola...vieni con me?» chiede.
Eh? Proprio adesso? Non ho voglia.
«Non dirmelo nemmeno, sai come ragiono quando si tratta di andare lì» mento acidamente.
«Ei calma, non ho detto nulla» scherza lui.
Decido di andarci per non pensare più a quella ragazzina.
Bevo quattro shorts e mi si avvicina una bionda.
«Ei tu, che ci fai tutto solo?» mi guarda.
«Bambolina non guardarmi in quel modo» non voglio essere provocato da una come lei anche se mi piacerebbe tantissimo.
«Ti ho appena fatto una domanda»
Non smette di guardarmi nemmeno un secondo.
«Lasciami bere e vai via altrimenti finirei per portarti in bagno» ringhio.
«Ti lascio un po' in pace, gioia» e se ne va.
Menomale.
Ho perso il conto di quanto ho bevuto ma so ragionare per poco ancora.
Mi alzo e mi gira la testa e mi siedo.
Adesso sembro proprio un bambino che sta per imparare a camminare.
«Ti sei rilassato?» chiede.
Di nuovo lei?
«Senti biondina vieni» la prendo per il polso e la trascino con me.