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Sono passati così tanti giorni che nemmeno mi sono resa conto che tra poco di cento giorni ci sarà l'estate.
E così bello, finalmente l'aria sarà più bella.
Leggo il messaggio di Gabriel che dice di scendere al volo.
Affaccio dalla finestra e c'è una bellissima giornata di sole, chiudo la tenda ed esco da casa subito dopo aver preso la borsa, il telefonino e le chiavi.
«Eccoti» mi sorride.
È arrivato vestito un po' elegante ma tutto in nero.
«Ma buongiorno» lo abbraccio.
Mi prende la mano e mi porta quasi all'angolo, dopodiché mi benda gli occhi.
«Adesso puoi togliertela» dice poco dopo.
Vedo una moto.
È bellissima, è di un colore strano, ma dopotutto è bello.
È gialla, rossa e con qualche striscietta bianca.
Ha le ruote super lisce.
«É fantastica» mi metto le mani in bocca per non gridare.
«Me l'ha regalata mio padre ieri sera, non so se ha sbattuto la testa» poi si è scusato per non averlo fatto prima ma dopotutto voleva farmi una sorpresa, quindi non c'è nulla di scusarsi.
«Sto sognando» lo abbraccio nuovamente.
«Vuoi farti un giro?» mi chiede.
«Ma certo che sì»
Mi da il casco tutto fantastico e lo metto, lui mi aiuta a chiuderlo, ed io faccio la stessa cosa.
Mi bacia.








Gabriel
Parto pianissimo perché non voglio che succeda qualcosa a lei, fin quando capita a me non mi importa un cazzo ma di Esmeralda troppo, cazzarola.
Fantastico, due parolacce in meno di due secondi.
Mi fermo in un bar qui vicino per far colazione e cercar di fare il gentiluomo.
La faccio scendere, posteggio la moto e le tolgo con delicatezza il casco dalle mani.
«Buongiorno» diciamo in coro io e lei.
«Cosa desiderate?» fa il signor gentilissimo.
Ne parlo con lei e decidiamo cosa prendere.
«Due cornetti alla Nutella, per favore?» fa lei senza esitare.
«Certamente» sorride.
Ci sediamo su un tavolo qualunque e dopo poco li porta.
Finiamo di mangiare e vedo che è leggermente sporca sull'angolo della bocca.
Prendo un tovagliolo e la pulisco.
Lei mi bacia ed io le infilo la lingua per iniziare a sgamare con lei.
Litighiamo qualche secondo visto che vuole pagare ma non vincerà lei.
Pago il conto e lascio il resto là.
Usciamo dal bar e vedo un ragazzo accovacciato, vicino la mia moto.
«Cazzo stai facendo?» cerco di mantenere la calma il più possibile.
C'è Esmeralda, non fare cazzate.
C'è Esmeralda, non fare cazzate.
C'è Esmeralda, non fare cazzate.
«Ei amico, mi stavo solo attaccando i lacci delle scarpe» fa un passo indietro.
Mi sembra di averlo visto da qualche parte. Strano.
Glieli guardo ma non mi convince affatto sto tizio.
Lei si mette il casco e riparto.
Sono calmo.
Accelero un pochino, c'è l'aria fresca.
«Sei contenta?»
«Con te sempre»
Non si tiene e vedo che si è allargata le braccia, sicuramente starà anche sorridendo.
Per un attimo non penso a niente neanch'io, sono felice accanto a lei.
Ogni volta mi migliora tutto.
E pensare che mi ero autoconvinto di non volerla oppure di non amarla.
Ero convinto di non poter amare nessuna ragazza al mondo.
Se non ci fosse lei non saprei chi cazzo mi starei scopando adesso.
E successivamente, pensare a questo mi fa un po' sentire in colpa, ma nonostante tutto mi viene un sorriso spontaneo ma solo perché ormai è diventato un ricordo.
Vedo che un tizio si sta per schiantare su di noi.
Mi metto un po' sulla destra, senza esagerare, ma lui non si muove neanche di qualche centimetro.
Vedo di rallentare ma i freni non funzionano.
Cazzo.
«Hai messo il casco?» faccio finta di non essere preoccupato affatto.
«Certo che si»
Io non ho neanche la possibilità di metterlo.
Ce l'ho al polso, ma non posso tenere la moto con una mano e rischiare il doppio.
Guardo il casco, dopodiché guardo la strada e....
Vedo sfocato.
Rumori dappertutto.
Buio.

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