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E niente, non vuole proprio ascoltarmi, sembra che non ci sia nulla da fare.
Decido di farmi un giro a piedi da sola, altrimenti qui succede la terza guerra mondiale.
Lui cerca di fermarmi ma senza ascoltarlo chiudo la porta dietro le mie spalle.


Gabriel
Sono stufo di aspettarla insieme a questa vipera.
Mi da sui nervi ogni secondo che passa.
Esco e vado a cercarla.
Guardo l'orologio e sono circa due ore che manca.
Cosa le sarà successo?
Manteniamo la calma, si sarà fermata con qualche ragazza, oppure si sarà messa a girovagare per negozi da sola.
Nel frattempo incontro un ragazzo, non è mio amico, un conoscente si può dire.
«Stasera daranno una festa al club degli incontri, vuoi venire? Ci divertiremo tantissimo».
Che entusiasmo.
«Ti farò sapere più tardi. Ho il tuo numero. Ciao.»
Liscio come l'acqua.
Ma dov'è?
Sì starà cacciando nei guai, visti che questa è la prima cosa che sa fare quando è sola.
Ma ci devo credere?
È così fragile e difficile da gestire ma se non fosse per lei sarei già alla festa a ubriacarmi e scopare la prima che capita.
Ad un certo punto vedo una sagoma nera dirigersi contro di me.
Saranno degli spacciatori. Pensai.
Ma era lei.
«Che ci fai qui?» chiedo.
«Dovrei fartela io questa domanda» sbuffa.
Non c'è nulla da sbuffare, ora ti cambi e andiamo a spaccarci.
«Va bene, scusami tanto».
Ci dirigiamo verso casa.
Nel tragitto spiego a chi ho incontrato mentre stavo cercando ad una più matta di me.
Esmeralda, senza esitare, accetta molto volentieri. Strano.
Lo farà sicuramente per distrarsi da ciò che le fa passare sua madre ogni giorno.
E un po' mi dispiace, non so come aiutarla, ma mi sono già messo in mezzo tante, o forse troppe, volte.
Finirà per odiarmi sul serio. Sempre se già non lo fa dalla prima volta in cui ho fatto soffrire sua figlia.

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