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Esmeralda
E niente, pensavo che alla fine si facesse trovare dentro la stanza con dei fiori in mano.
Ma si sa già che se mi aspetto qualcosa non arriva mai e mi illudo inutilmente.
Ma sta volta no, non lo perdonerò mai.
Che senso avrebbe adesso ritornare con Gabriel dopo che non si è fatto vivo in sala parto?
Fortunatamente mia madre è con me, ho solo lei.
Tutti quelli della famiglia mi hanno girato le spalle nel momento in cui ho detto che aspettavo un bambino, e va bene così.
Adesso mi goderó meglio la mia vita e quella del mio piccoletto.
«Come vuoi chiamarlo?» mi ricorda l'infermiera.
Ci rifletto un attimo poi dico «Andy»
Mi piace troppo questo nome, fin da piccola pensavo di metterlo quando arrivava questo momento.
Scrive tutto il necessario nei documenti e subito dopo mi portano il bebè.
Ancora non l'ho visto, ho sentito solo il suo pianto.
«Tieni il piccolo Andy» si avvicina.
Allargo le braccia e lo tengo stretta a me.
Rimango un po' a fissarlo.
Non posso crederci di essere appena diventata mamma e che mi sto già costruendo una famiglia.
Ha gli occhi verde smeraldo come il padre e quei pochi capelli castani come me.
Adoro mio figlio.
Lo sapevo che il padre è Gabriel me lo sentivo dentro.
Ora sono più tranquilla.
Se lo vedesse sarebbe più felice di essere padre anche se in teoria dovrò occuparmi anche di lui come sempre.
Gabriel è peggio di cinque bimbi neonati messi insieme.
Andy piange.
Chiamo immediatamente l'infermiera e arriva di corsa.
Ovviamente non ho nessuna pratica di occuparmi dei neonati.
«É successo qualcosa?» la vedo preoccupata.
«Sta piangendo, non so il motivo, aiutami per favore» la supplico.
«Sta tranquilla, ha solo fame» mi tranquillizza.
Mi porta il biberon piccolo.
Ma secondo lei Andy si sazia con quel poco di latte?
Ok manteniamo la calma, sono troppi agitata.
«Grazie» faccio un sorriso vero.
«Come stai?»
«Ho ancora dei dolori ma non ci faccio tanto caso con lui»
Diventare mamma è una cosa bella, soprattutto quando lo hai in mano la prima volta.
Quando lo vedi ridere tra le tue braccia.
Quando lo vedi piangere.
Quando lo vedi dormire.
È una cosa che non scorderò mai.
Sono felice di averlo.
Adesso sono rimasta sola con lui, mia madre è appena andata via, ovviamente non può stare la notte come ieri ma va bene lo stesso.








Gabriel
Ho deciso di apre nuovamente la mia palestra e di guadagnarmi dei soldi in questo modo.
Voglio godermi la solitudine per un po' di tempo, almeno fin quando non arriverà il primo ragazzo.
Ma sfortunatamente arriva Nica a rompermi le palle come al solito, ma l'amo ugualmente.
«Disturbo?» mi chiede con gentilezza.
Si.
«No tranquilla, ero solo» mento.
«Scopiamo?»
I miei occhi si dilatano del 20% con quella domanda.
Non posso non rifiutare.
Non è il massimo ma se la cava a baciare, al punto giusto più o meno.
«Vieni con me» chiudo la palestra a chiave e inserisco il cartellino con "torno subito".
Mi dirigo nella stessa stanza che ho portato ad alcune ragazze e inizia lei a baciarmi con molta foga.
Che le prende?
Sembra con molta voglia oggi.
Buon per me cazzo.
Non posso stare senza per molto tempo. Non c'è la farei.

io prima di te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora