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Esmi
“Noi ci dobbiamo vedere,
Io ti devo vedere,
Devo abbracciarti,
Vederti sorridere,
Ho bisogno di questo,
Ho bisogno di te”
Apro la notifica e lo leggo. Daniel.
Dopo un giorno che non si fa né sentire né vedere se ne esce con sta roba?
Lascio perdere e vado a lavarmi.
«Buongiorno mamma» urlo dalla mia camera.
Nessuna risposta. Probabilmente sarò sola.
Vado in cucina per fare colazione e trovo un biglietto con scritto che non ci sarà a pranzo.
Perfetto, già sapevo che sarebbe successo oggi.
Mi dirigo in camera mia e metto una tuta così più tardi poso lo zaino e andrò in palestra.
Controllo l'orario e sono ancora le 6:10.
Almeno oggi non posso dimenticarmi di andare a scuola.
Prendo un post-it e scrivo ciò che devo fare.
Uno lo metto in camera, uno in bagno e l'altro in cucina.
Non pensavo che potessi arrivare a questo punto, da vecchia sarò molto peggio.
Decido di rispondere a quel messaggio.
«Buongiorno» e alla fine aggiungo una faccina sorridente.
Poco dopo mi arriva la risposta.
«Stai bene?»
Potrebbe andare meglio. Digito.
Lo rileggo tre volte ma alla fine lo cancello e lo riscrivo.
«Tutto bene, tu?»
«No»
Come no? Pensavo che mi tradisse a destra e sinistra.
Notifica. «Sono in ospedale, non volevo dirtelo per non farti preoccupare...»
Cosa?? E me lo dice così di punto in bianco?
Gli dico dove si trovasse ma nessuna risposta.
Sarà morto?
Che fantasia che ho.
Gli mando altri cinque messaggi ma niente.
Fanculo.
Vado in palestra, almeno là starò senza pensieri per un po'.
           ***
«Gabriii» urlo.
In palestra non c'è nessuno. Non c'è anima viva.
È strano, di solito la gente non apre il proprio negozio e poi sparisce.
Gli alieni hanno rapito sia Gabriel che Daniel. Anzi, non dimentichiamo mia madre.
«Ei» mi riporta sulla terra Molly.
«Ciao, sai dov'è Gabriel?» chiedo.
«No... cioè si» balbetta.
«É in pericolo?» rido.
«Nono, si sta solo divertendo» abbassa lo sguardo.
Decido di cambiare discorso. «Mi stai simpatica»
«Che ne dici di diventare amiche? Visto che ci vedremo molto spesso»
«Ma ovvio» urlo.

Gabriel
Sto scopando con Sharon. A carte ovviamente.
A disturbarci sono delle voci.
«Non fermarti, continua» si morde le labbra.
Adoro troppo quanto fa così, che non mi rendo neanche conto di ciò che sto combinando.
Decido di non smettere. D'altronde mi sto anche divertendo, è questo il bello.
«Ma ovvio» sentiamo un urlo per di là.
Siamo abbastanza lontani dalla stanza principale, precisamente siamo negli spogliatoi maschili.
«Ti ho detto che non devi smettere» mi guarda.
Mi tolgo su di lei, mi vesto e corro in palestra.
«Ci sentiamo» urlo.
Ormai mi sono allontanato da lei.
Appena arrivo vedo Esmi con Molly.
«Che è successo?» dico preoccupato.
«Nulla, perché?» mi guarda strana.
Dovrei guardarla io in quel modo ma evito.
«Ho sentito delle urla» le guardo e ridono.
Cosa c'è di così buffo?
Ho detto qualcosa di comico?
La mia faccia fa ridere?
Sono idiote le ragazze di oggi.
«Siamo amiche» spiega.
Eh?
«Tutto qui?»
«Per il momento si»
«Mi stavo allenando e mi avete fatto smettere» sbuffo.
«Sisi, si stava allenando il ragazzo» dice Esmi.
Sono le 17:34 e ancora non c'è nessuno, boh che strano.
«Molly, sai per caso il motivo per cui oggi non ci sia nessuno?»
«Si... ha detto che stasera ci sarà una festa»
La solita festa del cazzo, in casa di quella cogliona che mi sono scopato poco fa.
Quando finalmente chiudo la mia palestra, saluto le ragazze e vado a riunirmi alla mia comitiva.
«Ei raga, tutto bene?» chiedo.
Ma non ottengo nessuna risposta, sono già tutti fatti.
Gliela tolgo dalle mani e la fumo anch'io.
Ormai sono diventato un dipendente dal fumo, di qualsiasi tipo ed è difficile togliere il vizio.

io prima di te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora