Chi cazzo è Andy?
«E chi sarebbe?» le dico.
«Non mentire e ridammelo» scatta a piangere.
«Comunque sia, sappi che non ti ho rubato nulla»
Lei non crede alle mie parole, così decido di andare immediatamente nel posto in cui si trova.
All'inizio non mi dice un bel niente, poi si arrende e lo fa.
Spero sia un cane oppure un oggetto.
So bene che lei mette dei nomi alle cose che si affeziona realmente quindi è possibile.
Visto che non vuole dirmi chi è Andy, Sandy, o Daddy.
Non mi ricordo il nome.
Che disastro.
Arrivo da lei.
Non so che fare.
Esmeralda mi abbraccia e piange sulla mia spalla.
Tra poco piango anche se continua così.
«Senti, non ne vale la pena piangere per un oggetto o per qualcos'altro, ci sono io adesso» cerco di tranquillizzarla.
«É il mio bambino cavolo» si agita e comincia a fare avanti e indietro.
Il suo bimbo?
OMG.
Lo vedrò.
Che fantastico.
«Iniziamo subito a cercare» il sangue mi diventa caldo.
«Sono entrata in camera è c'era una persona tutta incappucciata ed è uscito dalla finestra con lui in braccio. Poi sono svenuta e mia madre mi ha aiutata ed è uscita subito dopo» cerca di non singhiozzare.
Daniel.
Si è stato lui.
È impossibile che un ladro entri in una casa qualsiasi e ruba solo il bimbo, anziché prendere un oggetto qualsiasi.
Lo picchio.
Cerco di chiamarlo ma ha la segretaria telefonica.
Te pareva.Esmeralda
Io cerco di cambiare la mia vita, di renderla migliore. Il problema è che ogni qualvolta cerco di farlo, qualcosa o qualcuno si mette in mezzo, sempre. E io ormai sono stanca di cercare di cambiare i miei giorni tutti fin troppo uguali nella speranza di cancellare tutta questa monotonia. Sono stanca di tutto, di tutto questo niente o forse sono stanza di tutta questa gente.
Pensando, ho fatto anche la rima.
Fantastico.
Che ironia.
Sono stanca per davvero.
Cerchiamo dappertutto Andy.
«Chiamiamo la polizia?» mi consiglia.
«Si, ma fallo tu»
Non avrei il coraggio, o forse sì ma scatterei nuovamente a piangere anche a telefono.