Speciale 69

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Esmeralda

«Mi vuoi sposare?»
«No»
«Davvero No?»
«Sì davvero no, non voglio sposarmi»
«Perché non mi ami?»
«Sì che ti amo ma non voglio che ci sposiamo, ecco se vuoi possiamo levare la S e ci “posiamo”»
«Ci posiamo?»
«Sì ci posiamo, su un bel prato di fiori magari, e dopo potremmo, se ti va, levare anche la P e così ci “osiamo”»
« Ci osiamo?»
Sto diventando matta, forse più del solito.
«Sì, perché no, il prato di fiori, io e te che osiamo di noi, e magari quando i sudori saranno un odore solo, leviamo la O, così rimane il “siamo”»
«Il siamo?»
Okay adesso non ho dubbi, lo sono e basta.
«Sì il siamo, la presenza, e una volta diventati una cosa sola, consapevoli, leviamo anche il SI per dare la nostra conferma al cielo, e tra noi rimarrà solo e per sempre “amo”»
«Allora ricapitoliamo: sposiamo, posiamo, osiamo, siamo e amo, giusto?»
« Giusto»
« Lo voglio.»

Mi sveglio ed era tutto un sogno.
Sbuffo.
Vedo un messaggio di Gabriel, sul cellulare e mi affretto a controllare il più velocemente possibile.
«Eii, voglio vederti» manda un cuore.
«Anch'io»
«Dieci minuti e arrivo»
Voglio dormire nuovamente con lui, svegliarmi e averlo accanto per un po'.
Stargli tutto il giorno attaccata come un koala come ho sempre fatto.
Cucinare, lavare, pulire, stirare tutto insieme.
Anche mano nella mano, credo che me lo merito anch'io tutto questo.
Quando andrà via mia madre lo farò, anche se mi terranno troppi complessi per Andy, non potrò neanche stare attenta alle lezioni se avrò questo pensiero fisso.






Gabriel
Suono il campanello e dopo circa mezzo secondo mi apre la porta.
Eccola in pigiama.
Te pareva se una volta ogni tanto doveva farsi trovare in questo stato.
Non mi da tanto fastidio.
La bacio.
Sto per aprire bocca ma si avvicina verso di me.
«Shhh» mi zittisce con l'indice sulle mie labbra, poi continua «siamo soli»
Mi eccito con queste parole, non so il motivo ma a me causa questo effetto.
La bacio con molta voglia, molto desiderio, e con passione.
Tanta, tanta passione.
La guardo con gli occhi pieni di voglia e lei non riesce a guardarmi fissa, so che le causa lo stesso mio effetto, ed è per questo che lo faccio.
Saliamo nella sua camera e lei comincia a togliermi la camicia.
Prima sbottona il bottone di sopra e mi guarda.
«Continua» la supplico a bassa voce.
Cazzo.
Fa il secondo. Il terzo e il quarto.
Spaso.
Le tolgo anch'io la maglia, la spoglio e affondo su di lei come se fosse la prima volta.

io prima di te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora