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Ora che ci penso bene...
Dove cazzo è finito il mio telefono?
Menomale che sono in palestra solo, così ne approfitto per chiudere tutte le cazzo di cose e cercare quel cazzo di telefono.
Cerco dappertutto, anche sotto i materassini, vicino le finestre, in bagno, sul tavolino dove si mettono a fumare fuori, sotto i documenti.
Insomma, non ho trovato un cazzo.
Bussano nel garage.
«Chi cazzo sei?» urlo per farmi sentire.
«Sono Nica, è importante»
«Ciò che sto facendo io è importante, quindi ciao»
«Sto dicendo per davvero»
Sbuffo «E va bene, lascia tutto lì, dopo li prendo»
Cos'è più importante del cercare il mio telefono?
Perdo totalmente il pensiero quando la vedo lì.
È sempre lì.
Di fronte la mia palestra.
Ogni volta la vedo di spalle.
Probabilmente dovrà farsi un ecografia, di nuovo.
Quanto vorrei andarci.
Ma per davvero.
Ma non posso.
E sai perché?
Perché ho perso lei, e cazzo, Esmeralda era l'unica cosa che non dovevo mai perdere.
È ormai l'ho persa. Per sempre.
Non è la prima volta che la perdo ma stavolta non la troverò più felice e pazza di me ma sarà il contario quando mi vedrà di nuovo negli occhi, sarà triste e stanza di me.
Di vedermi.
Di guardare nuovamente i miei occhi.
Adesso non c'è più nessun legame che ci tiene attaccati.
Il filo rosso, come dicono i cinesi, si è spezzato da tempo.
Lei entra nel portone ed io fisso il posto dove era lei.
Scatto a piangere.
Ho visto lei. Il mio tutto.
Non voglio arrendermi cazzo.
Non posso farlo.
Non posso continuare a guardarla di schiena e non più il suo bellissimo viso.
Non voglio mai dirle addio per sbagli che ho commesso con lei.
Ho troppa voglia di piangere.
Di tirar fuori quelle lacrime troppo amare.
Purtroppo niente si dimentica ed io rimarrò il coglione di sempre.
Ho cercato di cambiare cazzo, non c'è l'ho fatta.
Ultimamente ho cercato di farla riavvicinare a me ma il bimbo lo ha impedito.
Se non so di chi è non potrò mai vivere felice.
Do pugni a muro però mi fermo nel momento in cui sento il portone.
È lei.
Mi reco il più velocemente che posso nella fessura in cui la sbircio sempre e non la vedo. Cazzo.
Sempre di spalle?
Mai una volta che si ferma a pensare ai momenti in cui era qui con me?
Non so fare a meno di lei e lei fa a meno di me.
La sua voce si infila dentro la mia testa fin quando non mi scoppia.
E convivo ogni singolo secondo così.
Non c'è la faccio veramente più.
Poi la testa mi scoppia.
Non riesco ad ascoltarmi la musica per troppo dolore.
E non riesco a fare a meno di dire "Cazzo".
La palestra anche oggi sarà chiusa e non mi entrerà in tasca nemmeno un centesimo. Me lo merito.
Ma se continui così potrò dire addio solo qui, mi faranno chiudere.
Tutto questo accadrà per lei.
Ho rabbia.
Causa mia.
Ci sono quattro sedie, mi avvicino e le rovescio a terra.
Nella mia testa c'è quell'immagine che era ancora qui a fare educazione fisica.
I tappetini lì butto a terra.
Poi mi domando.
Che soddisfazione c'è buttare qualcosa che non fa rumore?
Riesco solo a piangere ma non a sfogarmi.
Il mio sguardo è freddo.
Ma non solo quello.
Le mani.
Il viso.
Il corpo.
Tutto me stesso.
Il carattere è più freddo di allora.
Continuo a pensarla cazzo.
È diversa dalle altre.
I suoi baci sono dolci anche quando ha in bocca l'amaro.
Lei vive come in una fiaba, pensa che tutto è facile ma invece non è così.
Alla fine mi stavo quasi per convincermi di viverla anch'io ma insieme a lei.
Ma va tutto bene fin quando nessuno vede che sono completamente a pezzi.
Voglio fare qualsiasi cosa pur di renderla felice.
Partire.
Viaggiare.
Visitare nuovi posti.
Scoprire altri gusti che ancora non conosciamo.
Farle tante di quelle sorprese da riempire la nostra casa, insieme al bimbo.
Crescere una famiglia tutta nostra.
Mi prenderei la responsabilità di crescere un figlio non mio ma non posso crescere quello di Daniel.
Proprio non ce la faccio.
Sarà circa un'ora da quando lei è andata a casa di qualche suo parente a festeggiare la gravidanza.
Chissà se lo frequenta ancora.
Ma che cazzo sto pensando se sicuramente sarà con lui.
E se stanno facendo l'amore?
La mia vita finirà.
Andrà tutto a pezzi.
Farò sicuramente qualche cazzata.
Non c'è la faccio più cazzo.
Sono stanco di soffrire.
Mi asciugo le lacrime e apro il garage.
Il mio telefono lo vedo lì.
Finalmente.
Allora c'è l'aveva Nica.
Dovrò pur ringraziarla ma ci rinuncio.
Controllo i messaggi ma niente.
Zero chiamate.
Mi scarico l'applicazione per vedere se effettivamente è la verità.
Non mi fido di quella.
Potrà anche darsi che mi ha cancellato tutto per non farmi ritornare da Esmeralda.
La mia Esmeralda.
La mia piccola.





"E mi auguro che con lei sarai felice, che sarà quella ‘giusta’. Spero che l'amerai quanto io ti ho amato e continuo ad amarti. Che con un solo sguardo ti farà battere il cuore e che avrai il sorriso stampato in faccia ogni volta che vi vedrete. Poi un giorno, di punto in bianco, sparirà dalla tua vita facendoti soffrire, spezzandoti il cuore. Proprio come tu hai fatto con me. Forse capirai, e quando arriverà quel momento, io non ci sarò più per te.”




Io l'ho capito.
È arrivato quel momento che credi cazzo.
Lo sapevo che lei mi avrebbe detto addio in un modo o nell'altro.

io prima di te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora