Gabriel
È passata un'altra settimana da quando sono uscito dall'ospedale.
Esmeralda non fa altro che vomitare ogni volta che mangia.
Ogni volta le misuro la febbre ma niente, non ne ha.
Sono preoccupatissimo per lei.
Non so più che fare.
L'ho aiutata il più possibile ma non ha avuto miglioramenti.
Le ho anche detto se volesse andare in ospedale ma ha rifiutato.
Sono le sei del pomeriggio e lei dorme, finalmente ha trovato l'unico modo per sentirsi bene.
«Vita portami qualcosina velocemente»
Si vomita prima che io possa prenderla. Cazzo.
Vorrei sapere tanto cos'ha.
Le porto la bacinella.
«Sei sicura di voler continuare a stare in questo modo?» mi rivolgo in modo molto calmo.
Non può parlare.
Prendo della carta e l'aiuto a pulirsi.
Ormai saranno due settimane che sta malissimo ma lei ancora non accetta il fatto di farsi ricoverare.
Non posso mica forzarla e portarla dal suo medico, anche se vorrei tantissimo.
«Sono sicurissima» si pulisce.
Prendo un mocio.
Pulisco l'enorme quantità e cerco in qualche modo di star bene e prendermi cura il più possibile di Esmeralda.
Faccio su e giù e pulisco del tutto, non so bene se si fa in questo modo ma almeno ci sono riuscito.
«Ti amo, e non voglio che ti succeda qualcosa di brutto» urlo dall'altra parte della stanza, posando il mocio.
«Ti amo anch'io»
Si vede un miglio che sta malissimo, è molto pallida e ha un po' di forze ma se la cava comunque.
Ah le donne, le donne, che forza che hanno.Esmeralda
Se scoprisse che sono incinta e non so nemmeno di chi è, sicuramente mi caccerà di casa e mi spedirà molto molto molto lontano.
Perché deve essere sempre tutto complicato per me?
Una vita senza problemi, no?
Io l'ultima volta, penso che l'ho fatto con Gabriel, ma non ne sono molto sicura.
Ultimamente mi faccio più complessi io che un'intera generazione.