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«Fortunatamente non è più grave adesso. Quindi se vuole può entrare a fargli visita, ma stia attenta a non sforzato troppo quando si sveglierà»
Dove sono?
E di chi sono quelle voci?
Poi mi sento chiamare.
La voce è lontana.
Vedo solo dei colori alternarsi.
Bianco e nero. Nero e bianco.
Non riesco a mettere in ordine sensato quelle frasi che sto appena ascoltando.
Chi parla?
Vorrei dirlo, eppure non riesco a muovere niente, neppure le labbra o addirittura gli occhi.
I ricordi sono sfuocati.
Dove mi trovo?
Mi sento solo adesso, non posso parlare e non c'è nessuno che ascolta i pensieri della gente.
Sono messo proprio male, credo.
Quindi se fosse vero, mi troverei in ospedale?
O sto sognando?
Aiuto.
Per la prima volta chiedo aiuto a qualcuno.
Forse, magari perché nessuno può sentirmi o aiutarmi per davvero.
«Cosa...successo»
Riesco solo a capire quelle due parole.
Questa persona vuole sapere da me cosa è successo?
Sinceramente vorrei saperlo io, visto che sono in queste condizioni.
Non ricordo proprio un cazzo.
È brutto adesso.
Chi sono io?
Cerco di muovermi un dito.
Dopo parecchi sforzi, riesco.
«Ei, buongiorno» dice una ragazza.
Chi è questa qui?
Ora che ci penso, ho finalmente messo in ordine, almeno questo.
«Dove...» mi blocco.
Vomito qualcosa.
«Vuoi aiuto?» chiede.
La vedo con le lacrime agli occhi.
Mi aiuta anche se non le ho risposto.
É mia sorella o un'amica?
«Chi sei?» chiedo confuso.
Non risponde.
E se invece è mia moglie, o addirittura la mia ragazza?
L'avrò ferita con queste parole?
Naturalmente si.
Vorrei tornare indietro nel tempo adesso, ma non posso farci niente.
«Non ricordi nulla?» si avvicina e mi prende la mano.
«Proprio zero» ammetto.
Esce dalla stanza.
Di nuovo solo no!! Per favore.
Ad un tratto entra con una col camice bianco.
Una dottoressa, spero.
Uhh meglio così.
Spero che mi visiti allora.
Ok la smetto di pensare a male adesso.
«Non ricorda proprio nulla» afferma.
«Non si preoccupi, è normale» le sorride ma la ragazza non ricambia.
La dottoressa esce e ci lascia soli.

Esmeralda
Davvero non ricorda un bel niente di ciò che gli è successo oppure mi sta prendendo solo in giro?
«Sai chi sono?» chiedo.
«Non so un cazzo. Non riuscivo neppure a parlare o muovere un muscolo prima che tu uscissi dalla stanza per chiamare quella tipa là» dice.
Ok non sta mentendo.
Eppure dovrei già conoscere quando mente e quando no.
Iniziamo tutto da capo e scordiamoci il passato.
«Piacere sono Esmeralda» gli do la mano.
«Ed io chi sono?» mi guarda.
I suoi occhi sono così tristi e vuoti in questo momento.
«Ti chiami Gabriel, ovvero il mio personal trainer» ammetto fiera.
«Eh? Io sono in questo stato e tu hai voglia di scherzare?»
Cerca di girarsi dal letto per distogliere lo sguardo su di me, ma è inutile, lui non riesce.
É tutto ingessato più o meno.
«Mi spieghi cosa ho avuto?» aggiunge.
Si è arreso finalmente.
«Per dirti la verità, so solo che hai avuto un incidente dopo che ti sei ubriacato»
«Ecco il motivo per cui prima ho buttato tutto, o quasi. Da quanto tempo sono qui?»
Vuole proprio saperlo?
«Secondo me, faresti meglio a non sapere nulla» guardo fuori dalla finestra per non pensarci e non ricordare nulla.
«Devo saperlo» dice in tono aggressivo.
Forse sta tornato il Gabriel che conosco, forse così lo aiuterò un pochino.
Sono un piccolo genio.
«Più di tre settimane» ammetto.
Ho passato ogni notte al suo fianco, proprio come dovrebbe farlo sua madre o chiunque lo conoscesse da poi tempo di me.
Invece, eccomi qui da sola con lui.
Lui che a volte mi detesta ed altre che fa il ragazzo dolce ma solo con me.
Ho sperato ogni giorno che un giorno di questi si sarebbe svegliato.
Non ho smesso di credere in lui.
É un ragazzo forte, nonostante i mille problemi che lo circondano.
Si è salvato.
Ogni notte gli raccontavo cosa facevi durante la giornata, eppure mi è sembrato un sogno, un incubo.
E menomale che è finito così dal nulla.
«Quando uscirò?»
Io che ne so.
Non gli rispondo.

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