-"Ehi! Avete visto che forza che ha quello lì?"
-"Incredibile! Quanto sta sollevando, 300 chili?"
-"Con quelle braccia che ha non sono affatto sorpresa."
Un gruppo di studenti appena entrato in palestra, rimase di sasso quando vide le doti atletiche di Mezo Shoji, che sollevava un bilanciere di 300 chili senza mostrare la che minima fatica. Il gruppo rimase a guardarlo sbalordito finché non cambiò esercizio e le lodi per le sue braccia non mutavano. Tra questi studenti c'era anche [Nome Cognome], che come agli altri non sfuggì la forza di Shoji. Anche [Nome] rimaneva a fissargli le braccia, ma per un altro motivo.
"Tra le sue braccia, starei al sicuro..." pensava [Nome] mentre lo vedeva allontanarsi. La verità era che [Nome] era una persona che, sebbene mostrasse tanta sicurezza, era in realtà fragile e in cerca di attenzioni. I suoi genitori non c'erano più e viveva in un orfanatrofio da anni. I suoi genitori sognavano che [Nome] frequentasse la Yuuei, perciò con i soldi ottenuti in eredità poté permettersi il liceo, dove subito notò Shoji.
"Cosa vado a pensare!" scacciò via i pensieri e si avvicinò all'attrezzo appena liberato.
"Voglio provare a sollevare 60 chili!" sistemato il bilanciere, si mise in posizione ed iniziò l'esercizio. Uno, due, tre, andava tutto bene, ma verso la decima trazione non riusciva più a tirare su il bilanciere. Respirava affannosamente ma per quanti sforzi facesse non riusciva a muoverlo. Una mano arrivò in suo aiuto rimettendolo apposto. [Nome] vide che era stato Shoji ad intervenire.
-"Ti serve una mano?" chiese amichevolmente. [Nome] arrossì, rimproverandosi per la figuraccia che doveva aver fatto. Come se avesse capito a cosa stesse pensando, Shoji aggiunse -"Non preoccuparti, per me è un piacere. Mi chiamo Mezo Shoji."
-"Io sono [Nome Cognome], e non posso rifiutare questa offerta così generosa."
E così i due si allenarono insieme, Shoji si dimostrò molto paziente e gentile, badava che [Nome] facesse bene gli esercizi senza esagerare, dando qualche consiglio per migliorare. Arrivò l'ora di inizio delle lezioni pomeridiane.
-"Ci vediamo all'uscita, alla fine delle lezioni!" disse Shoji correndo in classe.
I due si incontrarono all'ingresso del Liceo e si incamminarono insieme verso le rispettive abitazioni. [Nome] non poteva fare a meno che dare un'occhiata una volta ogni tanto alle braccia di Shoji, talmente grandi che la sua divisa era senza maniche.
"Come vorrei rifugiarmi tra le sue braccia..." la voce di Shoji interruppe i suoi pensieri.
-"Come?"
-"Dicevo, come mai frequenti la Yuuei?"
-"Era ciò che volevano i miei genitori."
-"Immagino che saranno orgogliosi di te!"
Gli occhi di [Nome] si riempirono di lacrime. -"Chi può dirlo, purtroppo sono morti anni fa." A quelle parole Shoji si fermò di colpo. -"Mi dispiace, non lo sapevo."
-"Non ti preoccupare, non potevi saperlo."
-"Vivi con qualche tuo parente?"
-"No, vivo in un orfanatrofio. Non ho nessuno."
-"Mi dispiace, deve essere stata dura per te..."
-"È dura." sottolineò [Nome], -"Ci sono giorni in cui la solitudine non mi dà tregua. Certe notti, quando non riesco a dormire, vorrei che qualcuno mi abbracciasse e che mi dicesse che da qualche parte c'è qualcosa di bello anche per me." Dovette fare appello a tutte le sue forze per ricacciare indietro le lacrime. Per il resto del tragitto, entrambi non parlarono, poiché erano a disagio. Arrivati di fronte all'orfanatrofio, i due si separarono.
-"Grazie ancora. Ci vediamo in giro." lo salutò [Nome] ed entrò. Come ogni giorno, si rifugiò subito nella sua stanza e si affacciò al balcone. Adorava starsene lì, era come se la sua mente spiccasse il volo, compiendo viaggi straordinari. Nell'orfanatrofio erano tutti gentili con [Nome], e questo lo sapeva. Il problema era che non riusciva ad accettare che si trovasse lì, che i suoi genitori non c'erano più e che forse sarebbe stata un persona sola, padrona della propria vita. Si soffermò ancora un momento a guardare il panorama e poi si recò di sotto per la cena. Finito di mangiare, tornò di sopra. Stava per cambiarsi quando notò che sul balcone c'era qualcuno.
-"Shoji!?" [Nome] era senza parole. Corse ad aprire la finestra. -"Che ci fai qui!?"
-"Ho pensato che questa notte non avresti chiuso occhio. Perciò..." Non finì la frase, si limitò ad abbracciare [Nome]. Non si aspettava un gesto del genere, era tutto il giorno che fantasticava che Shoji lo facesse. Superato lo shock iniziale, ricambiò l'abbraccio. Si godette ogni singolo istante, si sentiva finalmente al riparo, come se avesse trovato un rifugio. Appoggiò la sua testa sul suo petto, ascoltando i battiti del suo cuore. Non aveva idea di quanto tempo fossero rimasti abbracciati.
-"Andiamo?" chiese Shoji.
-"Andare? E dove?" chiese [Nome].
-"A vedere cosa c'è di bello per te!"
Non lasciando il tempo di rispondere, Shoji caricò [Nome] sulle spalle e posizionò la membrana in modo tale che non rischiasse di cadere. Agilmente scese giù dal balcone e camminò, con [Nome] sulle spalle, tra le luci della sera.

STAI LEGGENDO
My Hero Academia x Reader ITA (Richieste Chiuse)
FanfictionRaccolta di piccole storie (oneshot) ambientate nell'universo di "Boku No Hero Academia" di Kōhei Horikoshi . Il personaggio principale di ognuna è colui/colei che legge. (Richieste Chiuse)