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Pov's Ashley

La testa pulsa non poco ed è così che mi risveglio, con i capelli per aria, il trucco sbavato e qualche scena di ieri sera che si ripete nella testa. Mi alzo dal letto e mi porto una mano sulla fronte sentendo il mal di testa peggiorare, esco dalla camera camminando peggio di uno zombie e striscio i piedi fino alla stanza di Derek. Apro la porta trovandolo addormentato con le coperte che gli coprono a malapena le gambe permettendomi di vedere il suo fisico scolpito e mi ritrovo ad arrossire, fortunatamente non può vedermi. Gli sistemo dei capelli dalla fronte, mugugna qualcosa e mi pietrifico. Apre lentamente gli occhi sbattendo le palpebre "Come stai?" domanda tirandosi su lasciandomi lo spazio per sedermi "Mi sento uno schifo. Cos'ho combinato ieri sera?" borbotto portandomi le mani tra i capelli. Sospira guardandomi dritto negli occhi "Lo vuoi davvero sapere?". Annuisco e mi afferra una mano, il suo tocco brucia eppure non è la prima volta che ci tocchiamo "Jason ti ha fatto bere dell'alcol, molto alcol. Ti sei lasciata abbindolare da lui, stava per portarti a casa sua. Poi hai avuto paura di me, mentre lo prendevo a pugni. Non eri tu quella di ieri sera". Stringo forte la sua mano, come se avessi paura di perderla, mi impongo di non piangere e cambio subito discorso "Samantha e Luke?". "Mi ha scritto qualche ora fa, hanno preso un taxi verso le 2, stanno bene". Mi sento in colpa per aver lasciato la mia amica senza darle delle spiegazioni. "Tu, come stai?". "Io bene, ho solo la mano un po' ammaccata, ma nulla di preoccupante" dice con una mezza risata e punto i miei occhi su di essa "Non è nulla, tranquilla. Hai già fatto colazione?" domanda mettendosi in piedi e prende dei vestiti dall'armadio infilandoseli "No". Mi fa cenno di uscire e lo seguo al piano inferiore dove troviamo Benjamin e mia madre intenti anche loro a bere dei caffè "Buongiorno ragazzi, dormito bene?" domanda mia mamma e annuisco sedendomi di fronte a lei mentre Derek prepara per entrambi la colazione. Mia madre e Benjamin si scambiano un'occhiata compiaciuta, ma non dicono nulla. Capisco cosa stanno pensando, credono che nel giro di poco tempo ci vedranno insieme che giriamo come fratello e sorella, ma non andrà così. Lo so io stessa che qualcosa andrà male prima o poi, so che questo rapporto che abbiamo io e Derek non durerà a lungo, ma non so se la cosa finirà in bene o in male. "Avete da studiare per domani?" domanda Benjamin e neghiamo contemporaneamente "Perfetto" sorride mia mamma alzandosi dalla sedia ed esce dalla cucina "Ma cosa.." mi interrompo da sola non appena torna e mette sotto il mio naso una busta. Lancio un'occhiata alle persone presenti in questa stanza e poso la tazza aprendo il contenuto della busta. Leggo le righe sopra incise con l'inchiostro di una calligrafia a me nota. Sento dell'aria colpirmi il collo e ci metto poco a capire che si tratta del respiro di Derek "Quindi, questa sera c'è una festa galante e, fatemi indovinare, siamo costretti a venire con voi" parlo guardando soprattutto mia madre che sprizza gioia da tutti i pori "Indovinato! Hai vestiti eleganti?" domanda lei puntando gli occhi al piano superiore "Sì, ne ho uno..". "Io non credo, andiamo a controllare" mi prende per le mani trascinandomi confusa fuori dalla cucina, il mal di testa non fa che aumentare con tutti questi movimenti bruschi. "Cosa stai facendo?" le domando stranita e spaventata dal suo comportamento. Chiude la porta di camera mia e si mette a ridere aprendo il mio armadio e rovista tra i vari vestiti "So cos'è successo tra te e Jason tesoro, vedo che sei diversa. Ma vedo che stai andando avanti e sono fiera di te". "Okay, dove vuoi arrivare?" le domando sedendomi a gambe incrociate sul letto "Ho sentito che questa sera ci saranno un paio di ragazzi della tua età". Ora capisco da dove arriva il suo entusiasmo. "Mamma, ma cosa vai a pensare?" dico con una risata "L'ho visto questo ragazzo, se fossi in te non ci penserei due volte prima di parlargli" ridacchia e le lancio un cuscino addosso "Hai già l'uomo che ti porterà alla festa!" le ricordo e alza le mani innocente al cielo prima di uscire dalla camera "Torno subito". In men che non si dica torna con un abito lungo bordeaux tra le mani e lo appende all'anta dell'armadio "Dove lo tenevi nascosto?" mi alzo raggiungendo quel vestito a dir poco stupendo "L'ho portato al ballo del mio ultimo anno di liceo, me lo ricorderò per sempre" dice con una risata "Quella sera mi sono data alla pazza gioia e sono tornata con le mie amiche quasi ubriaca, non scorderò mai la faccia dei tuoi nonni" mi strizza l'occhio prima di continuare. "Ma tu non commettere il mio stesso errore! In ogni caso scommetto che ti starà perfettamente". "Non credo di riuscire ad entrarci" dico con una smorfia "Alla tua età tesoro ero tale uguale a te, al massimo ti starà un po' stretto sul petto, ma nulla di insopportabile" ed esce dalla stanza canticchiando. Scuoto la testa sorridendo, probabilmente sta immaginando i nomi dei nipotini.. il solo pensiero mi fa venire i brividi.

Mi guardo un'ultima volta allo specchio prima di sentire qualcuno bussare alla porta, e chi non poteva essere se non mia madre? Entra sorridendomi e ricambio avvicinandomi a lei "Sei bellissima mamma" dico prendendole una mano e la faccio roteare su sé stessa facendola ridere "Non sei da meno tu. Andiamo?" indica la porta e annuisco seguendola sulle scale. Alzo il vestito per evitare di cadere dai tacchi vertiginosi e mi tengo allo scorri mano. Raggiungiamo il soggiorno "Siamo pronte" richiama l'attenzione mia mamma e Benjamin si alza dal divano insieme a Derek. "Siete stupende, farete un figurone" parla Benjamin per primo avvicinandosi a mia madre e le stampa un veloce bacio. Non posso non convincermi del fatto che Derek mi sta facendo tremare le gambe, ho lo stomaco sottosopra per colpa dell'intensità dello sguardo che mi rivolge. "Prendiamo entrambe le auto, così se siete stanchi potete tornare a casa prima" parla mia madre passandomi le chiavi della mia auto. Annuisco rivolgendo uno sguardo a Derek che non ha ancora staccato gli occhi da me. "Hai finito di sbavare? Tra poco la casa sarà un acquario" domando non appena rimaniamo da soli e ridacchio vedendo la sua espressione. Raddrizza la schiena roteando gli occhi e mi passa davanti rubandomi le chiavi dalla mia mano "Non penserai che ti lasci guidare con i tacchi" alza un angolo della bocca aprendo la porta del garage. Sbuffo seguendolo e mi siedo dal lato del passeggero.

"È la prima volta che ti vedo in giacca e cravatta" parlo dopo vari minuti di silenzio "E sarà anche l'ultima. Odio vestirmi così, non riesco a muovermi che sento i muscoli opprimersi" borbotta rallentando la velocità ad una rotonda. "È un peccato, sai? Così almeno sembri un ragazzo per bene" sospiro teatralmente e bofonchia qualcosa tenendo la fronte aggrottata "Parla per te, finta stangona" scoppia a ridere vedendo la mia faccia imbronciata "Non sono bassa!" esclamo incrociando le braccia al petto "Ah già, devo ringraziare chi ha inventato i tacchi" si dà un colpetto sulla fronte e riceve da parte mia uno schiaffetto sul braccio. "Tua sorella?" domanda quando ha smesso di ridere "Da mio padre, non resisterebbe ad una festa simile". "Allora siamo in due". "Credevo ti divertissi". "Certo, i discorsi lunghi e noiosi sui problemi di lavoro, vedere persone che ti conoscono ma che tu non sai della loro esistenza, stuzzichini dai gusti più strampalati... si, ne vado matto" prende un respiro profondo prima di terminare la frase e parcheggia poco distante dalla villa dove si svolge questa festa. "Ancora mi chiedo perché li hanno invitati". "Possiamo sempre scappare" propone aprendo lo sportello dell'auto "Sarebbe poco educato, non trovi?" esco anch'io dalla macchina e raggiungiamo l'ingresso decorato con diverse candeline sul vialetto. "Qualcuno ci aiuti" sospira disperato e gli tiro una leggera gomitata prima di varcare l'ingresso e ritrovarmi in un luogo gremito di gente con i vestiti più lussuosi che abbia mai visto "Divertiamoci, dai" sospiro camminando verso una meta imprecisata con Derek al mio fianco che continua a saettare lo sguardo ovunque, forse in cerca di qualcuno o magari del tavolo del cibo, chi lo sa cosa frulla nella sua testa...

Uno sbaglio da commettere insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora