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Più penso a certe cose, più mi viene voglia di tornare a casa. Pensare alla cioccolata calda insieme ad una coperta bella pesante non è la soluzione migliore mentre sto congelando accanto a Derek; Luke da bravo fidanzato che è ha dato il suo giubbotto alla mia migliore amica. Eh si, proprio oggi pomeriggio si sono messi insieme, ho ricevuto la notizia dopo poco che siamo arrivati e non potrei non essere felice per Sam, ha finalmente trovato un ragazzo con la testa sulle spalle e con le idee ben chiare su cosa vuole. La temperatura non fa altro che scendere non aiutando per niente la situazione nella quale mi trovo, perché ho preso solo la giacchetta di pelle? Non potevo prendere il giubbotto pesante, quello che ti fa sembrare dentro un piumone? Ovviamente no, Derek mi ha messo fretta, non ho neanche voluto darmi una sistemata e ho preso la prima cosa che c'era sull'attaccapanni. L'ennesima folata di vento freddo mi fa capire che domani è probabile che io mi risvegli con la febbre, o peggio, con la bronchite. Rivolgo a Derek quella che sarà la dodicesima occhiataccia in poche ore e si abbassa verso il mio orecchio "Vuoi andare a casa?" domanda portando un braccio attorno alle mie spalle e posa il dorso dell'altra mano sulla fronte. Si incupisce guardandomi con sguardo di scuse "Direi di si". Poi si rivolge ai suoi amici, alcuni dei quali si sono rivelati socievoli e simpatici, e poi mi stringe ancora di più a sé trascinandomi fuori dal parco. Posso sentire le mie dita dei piedi congelate, forse lì sotto è nato un nuovo Polo Nord che fa concorrenza a quello reale. "Se mi sono ammalata sarà solamente per colpa tua" borbotto e si ferma di colpo costringendomi a fare lo stesso. La mia faccia viene schiacciata contro il suo petto che si alza ad ogni suo respiro, le sue braccia mi circondano la schiena e la testa è nell'incavo del mio collo, sento che il suo fiato caldo mi riempie di brividi dovunque. Resto immobile trattenendo il fiato e lui fa lo stesso continuando a stringermi verso di lui. Il silenzio più totale ci circonda e chiudo gli occhi godendomi questo abbraccio, non so nemmeno perché l'ha fatto, ma mi sento bene stretta a lui. Allenta la presa e alza la testa guardandomi con un cenno di sorriso "Credo che ti sia scaldata abbastanza" sussurra scostandomi dei capelli dal viso e mi sfiora la guancia, solo ora mi rendo conto di essere arrossita e che la mia temperatura è aumentata in pochi istanti. Continua a mantenere questo contatto visivo senza batter ciglio. Solitamente nei romanzi che ho letto questa è la parte in cui uno dei due si fa avanti baciando l'altro e al solo pensiero che possa capitare adesso tra me e Derek rabbrividisco, ma non per disgusto o per freddo.. sono i brividi che non infastidiscono, quelle piccole scosse che sentivo quando stavo con Jason, ma queste sono molto più potenti. Abbassa la testa riprendendo a camminare con me sotto al suo braccio e restiamo in silenzio fino a quando non torniamo a casa.

Sento la porta di camera mia chiudersi e molto lentamente apro un occhio e la prima cosa che incontro è la montagna di fazzoletti usati sparpagliati sul letto, sul comodino e sul pavimento. Ebbene sì, anche se mi sono fatta una doccia caldissima per riscaldarmi, sono riuscita a prendere l'influenza. Lo sapevo che mi sarebbe venuta e, ironia della sorte, né Sam, né Luke e nemmeno Derek si sono ammalati. Ovviamente io sono la solita sfortunata che si ammala con niente. Metto a fuoco la persona che sta mettendo un vassoio sopra alla scrivania "Come ti senti?" domanda avvicinandosi e appoggia la mano sulla fronte "Come se qualcuno mi avesse tagliato il naso con una motosega" dico con voce nasale e si mette a ridere sedendosi accanto a me. Do un'occhiata all'orologio "Sei tornato prima da scuola" gli faccio notare e alza le spalle prima di parlare "Non ci sono andato". "Perché?". "Saresti rimasta a casa da sola, metti che la febbre fosse arrivata a livelli estremi? Non avrei voluto ricevere una chiamata di Madison subendomi una delle sue sgridate perché non mi sono preso cura di te" fa drammaticamente e roteo gli occhi "Come se non ti dispiacesse saltare scuola" borbotto riappoggiando la testa sul cuscino e mi rinchiudo come un bozzolo tra le coperte pesanti "Ti ho portato la tua colazione". Le mie orecchie si raddrizzano e punto gli occhi in modo interrogativo su Derek "Ciambelle e una spremuta d'arancia dovrebbero piacerti" si alza per passarmi il vassoio e mi metto seduta appoggiando la schiena alla testiera del letto "Grazie" sussurro prendendo una delle numerose ciambelle "Oggi ho gli allenamenti, ma potrei restare a casa a sorvegliarti, non ti vedo al massimo". Scuoto la testa e prendo un sorso della spremuta "Non devi preoccuparti, devi allenarti, presto comincerai il campionato" gli ricordo e alza le spalle "Il coach non si arrabbierà se per una volta non ci sono". "Tu dici?" domando alzando entrambe le sopracciglia "Se si lamenta gli farò avere un valido motivo per farlo stare zitto". Lo guardo piuttosto confusa e si gratta la nuca "Tra lui e la signora Murphy, la segretaria della scuola, ci sono stati dei rapporti.. intimi più volte, e tu sai che lei è la sorella del preside" alza le spalle spiegandomi tutto nel modo più disinvolto possibile, mentre io rimango disgustata e scioccata da questa rivelazione, avrei preferito non saperlo. "Non ti chiederò più spiegazioni in vita mia" dico con una scrollata di spalle concentrandomi poi sulle sue mani che rubano una delle ciambelle. Una delle mie ciambelle. "Ladro babbeo" ringhio avvicinando il vassoio a me. Prima che riesca a mordere la ciambella scoppia in una fragorosa risata tenendosi una mano sulla pancia, riesco a vedere una lacrime sfuggirgli da un occhio da quanto sta ridendo. "Mi farai morire prima del previsto se continui con questi tuoi insulti" continua a ridere prendendomi in giro. Sbuffo lanciandogli un'occhiata di sufficienza e mi concentro sulla bontà al cioccolato che tengo tra le mani.

Uno sbaglio da commettere insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora