Non appena sento la sveglia suonare dico tutti gli insulti peggiori che custodisco nella parte più remota della mia mente e allungo il braccio verso la sveglia spegnendola. Alzo il busto e sento subito il mio corpo riempirsi di brividi, ma non sono i soliti brividi: sono quei brividi che senti quando hai la febbre. Maledette Api Regine! Mi porto una mano sulla fronte calda, deduco di avere all'incirca 38 di febbre e questo non va affatto bene. Non posso e non voglio lasciare Derek in libertà. Non fraintendetemi, non sono una pazza da manicomio che appena una ragazza lo vede le salto addosso togliendole i capelli, ma non mi va che rimanga da solo quando Rose e Christine stanno cercando in tutti i modi di rapirlo e scommetto che oggi ci riusciranno. Mi rimetto distesa chiudendo gli occhi, prima o poi qualcuno si accorgerà che non mi sono ancora alzata, anche se sicuramente penseranno che sia normale da parte mia essere in ritardo. Dopo qualche minuto sento la porta aprirsi e lo spiraglio di luce entra in camera mia "Hey piccola, facciamo tardi" Derek fa qualche passo verso di me e mi scuote per le spalle "Ho la febbre e non è una scusa per saltare scuola" apro gli occhi e si abbassa posando le labbra sulla mia fronte. "Uh, nemmeno bassa eh.. lo dico a Madison. Se hai bisogno di qualcosa scrivimi con il telefono, vorrei restare con te ma se salto la verifica di inglese Edwards mi ammazza. Ti amo" sussurra le ultime due parole baciandomi la guancia e mi rimbocca meglio le coperte mettendomene un'altra sopra, riesco a sussurrare a malapena un anch'io prima di sentire la porta chiudersi e il mio cervello si spegne facendomi cadere in un sonno profondo.
Il brutto della febbre? Senz'altro gli incubi. Solitamente ogni volta che dormo ammalata ho gli incubi che mi obbligano a stare sveglia, sta volta è accaduto ciò che voglio evitare, ovvero che io e Derek litighiamo e che Christine lo abbia tutto per sé, manco fosse un premio. Mi alzo dal letto traballando e prendo una coperta girando per la casa come se fosse un mantello che mi copre tutta. Sono sola in casa e devo ammettere che non è come nei film dove si vedono i protagonisti correre con merende caloriche in mano e mettono sottosopra la casa. È tutt'altro, sembra una specie di tortura: non posso uscire, non posso fare movimenti bruschi altrimenti mi gira la testa, in televisione non c'è nulla di bello... mi sto annoiando parecchio. Controllo il cellulare e solo ora mi accorgo dei messaggi che Derek e Samantha mi hanno scritto
Sam: Mi sto annoiando a scuola.. non posso commentare con te i pessimi vestiti della Sanchez di oggi, dovresti vederla! Riprenditi che manchi già
Derek: Ti sei svegliata dormigliona?
Derek: Tutto bene?
Derek: Sono triste... mi manchi
Io: Esagerato, sono assente per qualche ora, non per una vita
Derek: Allora sei ancora viva! :)
Io: Per tua fortuna sì.. come va?
Derek: Se ci fossi tu andrebbe meglio.. Leggo il suo messaggio e aggrotto la fronte confusa leggendo quello della mia migliore amica
Sam: Certo che Derek potrebbe anche sforzarsi di sorridere, sembra che gli sia morto il gatto. Rispondo a Derek
Io: Guai a te se stai tenendo il muso!
Derek: Mi spiace deluderti, ma la scuola sta avendo a che fare con un Derek musone e triste :(
Io: Che devo fare con te?!
Derek: Non sai cosa ti farei io se non stessi male... mi copro la faccia con le mani consapevole che Samantha sta leggendo i messaggi accanto a Derek talmente impicciona è, perché lei deve assistere sempre nei momenti meno opportuni?
Mi affaccio alla finestra come se stessi aspettando il fattorino della pizza, credo che ormai lui si sia abituato a vedermi aprire la porta ancora prima che lui suoni il campanello. Sento il rombo della sua moto e sorrido nascondendomi dietro la tenda stringendomi nella coperta, non appena entra in garage mi stendo sul divano appoggiando la testa sul bracciolo. Lo sento avvicinarsi quasi in punta di piedi pensando che io stia dormendo, ma la verità è che ho atteso l'ultima campanella con impazienza. Alza la coperta schiacciandomi tra il divano e il suo corpo, non riesco più a respirare ed è per questo e apro gli occhi sorridendo, mi sistemo sopra di lui che ride scuotendo la testa "Mi sembri stare meglio". "E tu non mi sembri triste" gli bacio entrambe le guance e porta le mani ai lati della mia testa "Siamo soli?" domanda in un sussurro e annuisco prima che le sue labbra si fiondino sulle mie con irruenza e dolcezza allo stesso tempo, com'è possibile ciò? Piano piano le sue mani scivolano lungo il mio corpo raggiungendo la schiena sotto la felpa, me la accarezza regalandomi un senso di pace. Le sue labbra e la sua lingua si muovono percorrendo il mio collo fino alla clavicola, me la morde leggermente per poi succhiare la pelle, mi lascio sfuggire un gemito arrossendo impulsivamente. Sorride continuando a baciarmi ogni singola parte del mio collo tornando poi lentamente alle labbra cercandole quasi disperatamente "Dio, quanto ti amo" sussurra stringendomi i fianchi, una mano scende verso la base della schiena e si posa delicatamente sul mio fondoschiena, non smette di stordirmi baciandomi con tutta la passione che gli scorre nelle vene trasmettendomela in poco tempo. Mi allontano solo quando il fiato viene di meno e tengo gli occhi puntati nei suoi sorridendo, i suoi brillano e le sue labbra sono rosse e gonfie, così come sicuramente sono le mie. Regolarizzo il respiro appoggiando la testa sul suo petto. Non gli chiedo nulla riguardo Rose e Christine, potrei rovinare questo momento di pace creatosi fra di noi e, sinceramente, è l'ultima cosa che voglio adesso. Mi basta stare fra le sue braccia con il suo respiro che mi scalda e il suo profumo che mi invade le narici. Come si può non amarlo?
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Uno sbaglio da commettere insieme
Teen FictionAshley Evans è una ragazza di diciassette anni come tutte le altre proveniente da Atlantic City, nel New Jersey, e crede di avere una vita perfetta con un ragazzo perfetto, Jason Miller. Ma cosa accadrebbe se un giorno il suo odiato fratellastro De...