Raggiungo lentamente mio padre seduto su una sedia in cucina e mi accomodo di fronte a lui mordicchiandomi le labbra per l'agitazione, le mani prendono a sudare e me le asciugo contro i pantaloni. Mio padre sospira alzando la testa verso di me "Da quanto?" domanda semplicemente, nella sua voce non sento trasparire nessun tipo di emozione, quindi non so se è arrabbiato o felice, anche se mi sembra impossibile quest'ultima, credo che chiunque non sia contento di sapere che la propria figlia stia insieme al suo fratellastro. "Circa due mesi e mezzo" rispondo con le gambe che tremano, se non fossi seduta sarei caduta sul pavimento. Si appoggia con i gomiti sul tavolo sporgendosi più avanti "Parlamene". Questa parola mi lascia confusa, lo guardo cercando spiegazioni e solo quando vede che non ho capito si spiega "Parlami di lui, della vostra storia, di ciò che vuoi. Voglio capire". Continuo ad essere confusa, ma mi faccio coraggio e dico tutto quello che mi passa per la testa, gli racconto ciò che provo standogli vicino, la paura nei confronti dei nostri genitori, quello che accadrebbe se lo scoprissero. Arrivata alla fine sono senza voce e ho la bocca asciutta, lui è rimasto impassibile ad ogni parola, fermo come una statua. "Voglio parlare con Derek da solo. Ti spiace chiamarmelo?" domanda facendo un cenno del capo verso il soggiorno, annuisco alzandomi e prima che io esca si alza anche lui stringendomi in un abbraccio "Stai tranquilla riguardo tua madre, sono sicuro che la farete ragionare" sussurra tra i miei capelli, trattengo le lacrime annuendo con il capo "Grazie papà. Ti voglio bene". "Te ne voglio anch'io tesoro". Mi dileguo in salotto, Derek si alza scattante dal divano scostandosi i capelli in tutte le direzioni possibili, sembra ancora più agitato di me "Che ha detto?" domanda con voce preoccupata avvicinandosi a me "Vuole parlarti" alzo le spalle, non ho potuto vedere bene ciò che pensa mio padre di me e Derek, ma da quello che ho capito spero sia contento.
Sono rimasta tutto il tempo in soggiorno camminando avanti e indietro per un tempo che sembrava fin troppo lungo, ho sentito tutto e non ho potuto fare a meno di sorridere quando Derek ha parlato di me, di noi, di quanto mi ami. La sua voce era sicura, alta, ma dopo una domanda di mio padre che non ho capito, la sua voce si è abbassata e non ho sentito più niente. Avrò frugato il pavimento talmente tanto ci ho camminato sopra, ma poco importa. Sento i loro passi, mi giro verso l'ingresso del soggiorno e li vedo, mio padre con la mano sopra la spalla di Derek con uno sguardo che non gli avevo mai visto. Derek pare rilassato, forse anche a lui è andata bene. Non chiedo nulla mentre mi si avvicina mio papà accennando un sorriso che diventa sempre più grande, mi circonda le spalle con le braccia appoggiando la testa sulla mia "Sei in buone mani Ash" poi si gira rivolgendosi anche a Derek "Sono contento per voi ragazzi, la vostra storia è un po' complicata ma sono sicuro che un giorno sarete ripagati per quello che state sopportando. Se volete un consiglio, però, non fatevi scoprire com'è successo a me, meglio che parliate loro con calma quando sarete solo voi quattro. Ora vado al lavoro, se avete problemi sapete qual è il mio numero di telefono" da' una pacca sulla spalla di Derek uscendo dal soggiorno. Punto i miei occhi su Derek che mi sorride come credo non abbia mai fatto, ci guardiamo negli occhi e cammino verso di lui saltandogli in braccio dalla gioia: mio padre ha approvato. "Non ci credo Ash" sussurra stringendomi forte a sé "È tutto vero" sussurro appoggiando la mia fronte sulla sua, mi stampa tanti baci sulle labbra senza togliere il sorriso dal suo volto. "Un'ultima cosa, andateci piano, quindi occhio con quelle mani Derek. Se Ashley dovesse rimanere incinta non risponderei delle mie azioni" esclama mio padre dalla porta d'ingresso lasciandomi cadere nell'imbarazzo mentre il mio ragazzo ride posandomi a terra. "Non accadrà!" esclama quest'ultimo prima che si chiuda la porta. Gli colpisco il petto "Dovevi proprio dirglielo?" domando coprendomi il volto con entrambe le mani, non posso credere che mio padre l'abbia detto sul serio: ci sono discorsi con i quali non si dovrebbe mai parlare con i propri genitori e questo è uno di quelli.
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Uno sbaglio da commettere insieme
Teen FictionAshley Evans è una ragazza di diciassette anni come tutte le altre proveniente da Atlantic City, nel New Jersey, e crede di avere una vita perfetta con un ragazzo perfetto, Jason Miller. Ma cosa accadrebbe se un giorno il suo odiato fratellastro De...