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Appena esco dalla doccia mi sento meglio fisicamente, ma interiormente sono... distrutta. Non so cosa mi prende. Devo darmi una calmata, io fortunatamente non ricorderò nulla di quello che è accaduto questa notte, mentre lui sì. Ma ripensandoci non so se posso ritenermi fortunata o meno, perché devo purtroppo ammettere che mi piacerebbe poter ricordare il sapore delle sue labbra, il tocco delle sue mani sul mio corpo, i brividi provocati al solo suono della sua voce. Non so nemmeno se gli è piaciuto, niente di niente, ma forse è meglio se rimango all'oscuro di tutto quanto. Asciugo i capelli e mi vesto, estraggo il cellulare dalla giacca di pelle, fortunatamente non si è rotto. Ho vari messaggi di Sam e Shane, ricevuti durante la notte. Sembrano entrambi preoccupati per me, in effetti non ricordo se li avevo avvisati del fatto che me stavo andando con quello che pensavo fosse uno sconosciuto.

Digito un breve messaggio ad entrambi dicendo loro che sono tornata a casa, ma non ricevo risposta, forse perché dormono. Mi chiudo in camera dopo aver preso una confezione di biscotti al cioccolato, accendo il computer che mi sono portata dietro e decido di guardarmi una serie tv per tutto il pomeriggio. D'altronde cosa posso fare quando sto male psicologicamente? Quando sono abbattuta, triste e sconsolata? Niente se non mangiare, dopo subentreranno i sensi di colpa, ma quelli li so gestire meglio grazie all'abbonamento trimestrale della palestra. Quindi provo a distrarmi, a non pensare alla realtà per almeno mezza giornata, anche se non è affatto facile.

     

          

Quando arrivo verso la fine della stagione, uno spiraglio di luce proveniente dalla porta si allarga sempre di più, rivelando il volto di mio padre. Mi tolgo le cuffiette e metto in pausa il film, "È permesso?" chiede entrando lo stesso e si siede sul bordo del letto. "Tutto bene tesoro?". Annuisco accartocciando il pacco di biscotti, erano buonissimi, spero che ce ne siano ancora in casa. "Sei arrivata tutta allegra e pimpante, mentre adesso sembri in fase depressiva. Ne sei sicura?". "No" ammetto in un sospiro, allunga una mano verso la mia per incitarmi a continuare. "Ieri sera ho rivisto Derek, solo che non lo sapevo. Non lo avevo riconosciuto. Solo questa mattina lo ho visto in faccia, è stato un duro colpo. Pensavo che rivedendolo mi sarei sentita normale, tranquilla, e invece... non lo so spiegare" ammetto togliendo subito una lacrima dalla guancia con la mano libera, lui mi passa un fazzoletto e gli sorrido. "Cosa vi siete detti?". "Credo quattro parole in croce. Abbiamo solo detto che entrambi siamo andati avanti, ma abbiamo ammesso entrambi che non è vero, che ci pensiamo ancora reciprocamente. Però abbiamo anche detto che è meglio continuare ognuno per la propria strada". "Ed è davvero ciò che volete tutti e due?" chiede alzando le sopracciglia mettendo in mostra la sua fronte rugosa, purtroppo non posso dire che si sta tenendo bene i suoi anni rispetto ad altri della sua età.

"Io... non lo so papà. Non so più niente. Fino a poche ore fa sì, ma ora che l'ho rivisto tutto il mio mondo si è scombussolato di nuovo. Non riesco a decidere, non so nemmeno cosa vuole veramente lui". "Non è cambiato affatto Derek, e nemmeno te tesoro. Se tu non lo volessi non saresti in queste condizioni auto depressive". "Non mi sto deprimendo. Sono solo triste". "Testarda sei e lo sarai. Però credo che la tua scelta tu l'abbia presa". "Non tornerò sui miei passi papà. Il passato deve rimanere in un capitolo chiuso, sai che l'ho sempre pensata così e non cambierò idea proprio adesso" parlo cercando di sembrare decisa, ma la realtà dei fatti è che nella mia testa c'è un discorso completamente opposto che è dettato dal cuore, incapace però di imporsi sulla ragione. "Come vuoi tu, la vita è tua. Ma almeno smettila di ingozzarti di schifezze" mi bacia dolcemente la fronte prima di alzarsi e si gira di nuovo "Io e Annalisa adesso usciamo a cena, abbiamo pensato di lasciarti casa libera nel caso volessi inviare i tuoi amici". Annuisco ringraziandolo e una ventina di minuti dopo Annalisa mi grida dal corridoio che stanno uscendo e dopo questo sento la porta d'ingresso essere chiusa.

Mi porto le ginocchia al petto dopo aver spento il computer e averlo messo a terra, il cellulare è proprio sul comodino, basterebbero pochi secondi per invitare qui Sam o Shane, ma la verità è che vorrei invitare qualcun altro. Non riesco a controllarmi, vorrei tanto non pensare a lui, ma la sua vista mi ha sconvolta. Persino con David non mi comporto così, siamo rimasti in buoni rapporti eppure non mi si mozza il fiato alla sua vista come è accaduto con Derek e soprattutto non ripenso a come sarebbe baciarlo di nuovo, sfiorarlo un'ultima volta, averlo qui accanto a me a parlare, ridere o anche solo ad essere stretta tra le sue braccia. Mi sento impotente, debole, infatti non riesco nemmeno a fermare le lacrime che scorrono sulle guance e nemmeno il fiume di ricordi che ho con Derek.

Uno sbaglio da commettere insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora