Ricordo quando ancora il primo Natale di mia sorella, ancora troppo piccola per capire il motivo per il quale un uomo rosso entra nelle case dei bambini lasciando dei regali sotto l'albero di Natale durante la notte. È ovvio che non lo sapesse, a malapena era riuscita a dire le prime parole in quel periodo. Mi ricordo che quell'anno Babbo Natale era interpretato dal nostro nonno materno e ricordo anche che quell'anno ho ricevuto pochi regali, visto che avevo più o meno 12 anni, se non sbaglio, e ormai la letterina per Babbo Natale non la facevo più da molto. Almeno mia sorella però non si è ancora rovinata l'infanzia come la sottoscritta: avevo 7 anni quando appunto quello che credevo fosse Babbo Natale si è presentato la sera della vigilia di Natale con una borsa piena di regali. Ho scoperto che non era lui per un semplice motivo: quando ha preso i biscotti per mangiarli, si è abbassato la barba finta dimenticandosi che io lo stavo guardando. È inutile dire che sono rimasta arrabbiata con la mia famiglia per più o meno una settimana o due, poi con la fine del Natale avevo già dimenticato questo fatto sconcertante. È questo uno dei primi pensieri che occupa la mia mente non appena mi rendo conto che è Natale. Cerco di muovermi il più silenziosamente possibile per controllare l'ora dal suo cellulare e sorrido vedendo che il sole è alto già da un bel pezzo. Riporto gli occhi sul ragazzo che dorme attaccato a me, le nostre gambe sono intrecciate fra di loro e le sue braccia mi stringono i fianchi. Passo una mano fra i suoi capelli scostandoglieli dalla fronte, seguo il tragitto fino ad arrivare al poco accenno di barba che ha. La casa al momento è silenziosa, quindi non mi preoccupo del fatto che qualcuno possa beccarci nello stesso letto. Avvicino il mio viso al suo e sfioro i nostri nasi, premo le mie labbra contro le sue che a poco a poco le sento muoversi contro le mie. "Buongiorno" sussurriamo contemporaneamente smarrendoci l'uno negli occhi dell'altro "Dormito bene?" domando con un sussurro "Mai dormito meglio di così" posa di nuovo le sue labbra sulle mie. Veniamo interrotti dalle urla di Kate che si propagano per la casa: è Natale anche per lei. "Babbo Natale è arrivato questa notte?" farfuglia contro la mia bocca. "Siamo un po' grandicelli, non trovi?" domando ironicamente cominciando a sfuggirgli dalle braccia "Ancora due minuti" quasi implora provando a trattenermi "Non vorrai far aspettare Kate per scartare i regali, vero?". "Sbaglio o anche tu vuoi aprirli?". "Non è un Natale se non sei felice come un bambino al momento dei regali" dico riuscendo ad avvicinarmi alla porta. Derek segue i miei stessi movimenti e solo ora mi rendo contro che ha dormito solo in biancheria, la cosa non va affatto bene, perché fa così caldo qui dentro? La mia schiena finisce schiacciata contro la porta e le sue mani sono ai lati della mia testa, e se lo volessi mi sarebbe impossibile scappare in questo momento. "Dove pensi di andare?" sussurra sfiorandomi le labbra con le sue, rapisce i miei occhi nei suoi profondi e le parole mi muoiono in gola: non mi sono mai sentita così in vita mia, vi prego di dirmi che non sono l'unica in questo universo. Mi parla ancora, ma non ascolto una sola parola talmente sono ipnotizzata dai suoi occhi e dalle sue labbra che bramano le mie. Lo ammutolisco portando le braccia dietro al suo collo e le nostre bocche si scontrano in un bacio passionale che mette in moto tutte le mie poche capacità cognitive mattutine. Le sue mani scorrono su di me, raggiungono le gambe invitandomi ad allacciarle attorno a lui e faccio ciò ritrovandomi schiacciata tra la porta e il suo corpo muscoloso. Gli scompiglio i capelli ancora di più, grugnisce contro la mia bocca aumentando la presa sui miei fianchi, accolgo la sua lingua che rincorre la mia esplorando la mia bocca come se fosse la prima volta. Si sentono i passi di tutti che corrono per la casa ed è solo per i nostri genitori se mi allontano da Derek scendendo dalle sue braccia "Dobbiamo andare" sussurro anche se so che vorrei restare con lui ancora un po' di tempo. Annuisce passando la mano tra i capelli e si avvicina verso la valigia con le spalle ricurve e sembra avere l'anima afflitta. "Tutto bene Derek?" domando torturandomi le mani, ho fatto qualcosa di sbagliato? "Tranquilla, non è niente, un po' di mal di testa" non mi guarda nemmeno in faccia e capisco che mi sta mentendo. Non approfondisco la questione, non perché non voglia farlo, ma perché sento dei passi salire le scale, quindi corro in camera mia chiudendomi dentro. Chi poteva essere se non uno dei nostri genitori? Sento chiaramente mia madre che parla con Derek, quindi mi velocizzo nel cambiarmi con dei pantaloni e un maglione. Mia mamma entra in camera quando mi raccolgo i capelli in una coda alta "Già sveglia? Che strano" dice ridacchiando "Con Kate che urla per la casa non è difficile svegliarsi". Ride appoggiandosi alla porta "Come stanno andando questi giorni? Insomma, come ti trovi con gli Scott?". "Bene, nulla da ridire" eccetto la loro figlia. "Papà ha chiesto se verso i primi di gennaio sto un po' con lui, gli ho già dato conferma". Annuisce e poi esce dalla camera canticchiando, sospiro guardandomi allo specchio e mi sfrego le mani sulla faccia prima di raggiungere le famiglie al piano inferiore. Mi siedo a gambe incrociate sul tappeto accanto a mia sorella che ormai ha già cominciato a scartare i suoi regali, appoggio la schiena al divano dietro di me sospirando. È arrivato anche il momento dei sorrisi falsi per i regali inutili, ogni anno c'è sempre qualcuno che mi regala qualcosa di cui non so cosa farmene. Un esempio? Quando avevo undici anni i miei zii mi hanno regalato un libro sulla psicologia, o una cosa simile, solo che io non sapevo cosa farmene vista la mia giovane età. Mi viene messo un sacchetto fra le mani e sorrido a Cindy che aspetta solo che io lo apra. Sorrido a lei e a Larry scrutando con attenzione la sciarpa e il cappello dall'aria costosa. Il mio sguardo finisce oltre la finestra immergendosi nella neve bianca candida che, da quel che vedo, durante la notte è aumentata di parecchio. Torno con i piedi per terra solo quando nella stanza cala un silenzio tombale, siamo rimasti solo io e Derek. Si sposta sedendosi accanto a me "Sono andati fuori a giocare con la neve" dice sfregando il naso contro il mio collo, sorrido puntando gli occhi sotto l'albero di Natale "Questo l'ho preso per te. Non è niente di che" dico allungandogli il pacchetto "Grazie Ash" mi stampa un bacio veloce prima di scartarlo. Il suo sorriso si allarga "Mi serviva un profumo, grazie mille piccola" sussurra prima di lanciarsi sulle mie labbra. Sorrido contro la sua bocca ma mi stacco quasi subito sentendo le voci dei nostri genitori in giardino "Meglio non rischiare" sussurro e annuisce rabbuiandosi per poco. "Ti.. ti ho preso anch'io un regalo" dice pescando dalle tasche dei suoi pantaloni un sacchetto di stoffa. Sorrido aprendolo con cautela, sento il suo sguardo intenso su di me. "Ti piace?" sento la preoccupazione nella sua voce, annuisco rigirando tra le mani il bracciale con un pendente a forma di angelo "È bellissimo Derek" rispondo baciandogli il collo, prende una mia mano giocando con le mie dita. "Andiamo anche noi fuori?" propongo mentre mi allaccia il bracciale "Ci sto" si alza aiutando anche me a fare lo stesso. Prima di uscire lo fermo sulla porta afferrandogli il volto con le mani, premo forte le mie labbra contro le sue, sorride posando le mani sui miei fianchi. Lo allontano per le spalle non appena approfondisce il bacio e lo spingo fuori di casa ridendo e sono questioni di secondi prima che della neve mi colpisca in piena faccia. Questa è una dichiarazione guerra di Kate e chi sono io per tirarmi indietro?
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Uno sbaglio da commettere insieme
Teen FictionAshley Evans è una ragazza di diciassette anni come tutte le altre proveniente da Atlantic City, nel New Jersey, e crede di avere una vita perfetta con un ragazzo perfetto, Jason Miller. Ma cosa accadrebbe se un giorno il suo odiato fratellastro De...