78

1.7K 62 2
                                    

Due anni e mezzo dopo.

Il tempo a volte sembra non bastarci mai, sembra come se si prendesse gioco di noi: quando ne abbiamo bisogno non ce n'è mai abbastanza, quando non ci serve passa il più lentamente possibile. In questo momento sto aspettando che il tempo passi velocemente pur sapendo che non è così, più guardo le lancette dell'orologio più mi sembra che si muovano al rallentatore. Mi giro dall'altra parte del letto e accendo la luce del comodino e stando attenta a non fare rumore, per non svegliare la mia compagna di stanza Annie, prendo dal cassetto quella busta bianca, ormai rovinata dal tempo. La rigiro di nuovo tra le mani, l'avrò riletta almeno un centinaio di volte, so la sua grafia a memoria. Cosa contiene questa busta? Le scuse più sincere che io abbia mai avuto e le parole più confortanti da parte di mia madre. Ci ha messo il cuore a scriverla e ammetto che mi sono anche spaesata e spaventata quando ho letto che lei e Benjamin sapevano di me e Derek. Sapevano tutto e aspettavano solo che io e lui ci facessimo avanti. L'ho ricevuta pochi mesi dopo che ho iniziato l'università e sono rimasta scioccata. Non sento la mia famiglia dal loro matrimonio –eccetto per i compleanni, Natale e per sentire Kate–, anche se poi mia tanto non è. Non mi sento parte di nessuna famiglia a dirla tutta. Anche mio padre e Annalisa si sono sposati pochi mesi fa, un matrimonio in comune seguìto da un pranzo molto semplice con pochi invitati, conoscevo solo mia sorella e qualche parente dalla parte di mio padre.

Metto la busta nella valigia messa vicino al letto e quando finalmente suona la sveglia mi alzo e mi cambio. Oggi rivedrò Sam e Shane dopo tanto, troppo tempo, solitamente ci sentiamo una volta a settimana via Skype e ci scriviamo spesso con il telefono, ma non è la stessa cosa. Infilo il pigiama nella valigia e sento un borbottio provenire dall'altro letto, "Parti adesso?" domanda assonnata, annuisco pettinandomi i capelli "Il viaggio non sarà lungo, ma voglio arrivare il prima possibile". Annie annuisce e si tira a sedere, i suoi capelli ricci sono un groviglio, non capirò mai dove trova la pazienza per tenerseli così. Fossi in lei me li piastrerei ogni volta.

"Torni tra due settimane, giusto?" domanda incrociando le gambe all'indiana. Ha la pelle olivastra e gli occhi color caffè, è una ragazza molto bella devo ammetterlo e anche molto slanciata. "Se tutto va secondo i piani sì. Tu vai da qualche parte?". "Do l'ultimo esame giovedì e poi torno anch'io a casa" spiega alzandosi dal letto e mi viene incontro quando indosso il giubbotto, "Ricordati di mangiare qualcosa". Più volte mi sono svegliata in ritardo per aver passato la notte a studiare e quindi essendo in ritardo non mangiavo spesso a colazione, tranne quando non era Annie a ficcarmi in bocca almeno un biscotto. La abbraccio forte poi lei scioglie l'abbraccio tornando come un fulmine sotto le coperte, chiudo la valigia dopo aver messo tutte le cose più importanti e sento Annie ricominciare a russare. Ridacchio ed esco dalla stanza, altre ragazze come me sono già sveglie per i corridoi del dormitorio femminile, chi per prendere per prima una doccia, chi come me per tornare a casa. Metto la valigia nel baule della macchina e salgo mettendomi alla guida. Forse per la prima volta sono contenta di tornare a casa.

                 

            

Continuo a guardare la strada sotto all'appartamento di mio padre in attesa di vederli arrivare e li riconosco subito tra tutti i passanti. Apro la porta d'ingresso e li sento salire attraverso l'ascensore. Dire che sono elettrizzata di vederli è dir poco, potrei esplodere di gioia da un momento all'altro. Le porte dell'ascensore fanno tempo ad aprirsi di pochi centimetri, che i miei due migliori amici mi stanno già stringendo a loro con molta forza, quasi mi tolgono il fiato, ma non me ne importa. Mi sembra un sogno. "Dio mio Ash, ti sei rimpicciolita?" esclama Shane appena si stacca dall'abbraccio. "Tu invece diventi sempre di più un gigante", gli tiro un pugno alla spalla e mi rendo conto che in effetti devo alzare il braccio più del solito. Shane avrà raggiunto la bellezza del metro e novanta, se non di più. In tutto ciò Sam non mi si è ancora staccata di dosso "Quanto mi sei mancata Ashley" mi sussurra e sento il mio collo inumidirsi: sta piangendo. La abbraccio più forte "Anche tu Sam, tanto". "Cosa sono questi pianti? Qui bisogna festeggiare il nostro ritrovo" esclama Shane spingendoci nell'appartamento e scoppiamo a ridere per il suo troppo entusiasmo. Ho trascorso la mattinata e metà pomeriggio con mio padre e Annalisa, poi poco fa  sono andati via a fare la spesa e solo adesso alle 7 di sera rivedo i miei amici.

"Oh sì, c'è una festa qua vicino, ti prego andiamoci" esclama Sam saltellando sui suoi piedi. Annuisco e quindi mangiamo dei toast fatti alla svelta e in camera mia presto dei vestiti a Samantha mentre Shane tiene i suoi. Quest'ultimo decide di farmi indossare una gonna nera corta a pieghe e un top rigorosamente nero con una giacca di pelle e dei tacchi. Lascio i capelli sciolti e mi trucco abbastanza sempre per volere di Shane, "Usa questo rossetto rosso però. L'altro è troppo opaco" interviene Sam indicandomene uno dentro la mia trousse. "Se questa sera non ti trovi un bel manzo evita di parlarmi" dice Shane e gli lancio un'occhiata di avvertimento "Non sono in vena di storie d'amore, mi sono lasciata da qualche mese con David e non ne voglio sapere di ragazzi". "Nessuno ha parlato di ipotetici morosi, anche uno da una botta e via, come quello dello scorso anno". "Avevi organizzato un appuntamento al buio con tuo cugino e dopo quella notte mi sono rifiutata di cercarmene altri da una botta e via, come li definisci tu", una delle esperienze peggiori. "Che ne sapevo che per mio cugino era la prima volta?". "Non è quello Shane. Non è stato bello fare la sfilata della vergogna e inoltre mi sono sentita sporca" spiego finendo di truccarmi, si sono già fatte le 22, è meglio andare a questa festa. Shane annuisce e controlla il cellulare mentre saliamo in macchina sua "Ci sarà anche Andrea. Luke invece?" domanda mentre accende il motore. "No, lui è ancora all'università e non pensa di venire a casa, non ne varrebbe la pena secondo lui" spiega Sam alzando le spalle, ma in realtà lo vedo che è un po' giù. Sam e Luke hanno avuto un momento di crisi durante questi ultimi anni, Sam ha avuto un aborto spontaneo dopo poco tempo che ha scoperto di essere incinta. Il giorno stesso in cui è accaduto lo doveva dire a Luke, ma le cose hanno preso un'altra piega e hanno litigato per una lunga serie di motivi. È stato un duro colpo per Sam, non se l'aspettava tutta quella rabbia di Luke, inoltre lui è stato via dal loro appartamento e per più di un mese non si sono sentiti. Non ricordo molto bene i dettagli, ma so che ci hanno messo parecchio tempo a tornare insieme e a tornare ad essere la stessa coppia spensierata di prima.

Arrivati alla discoteca mostriamo le nostre carte d'identità ed entriamo. L'odore dell'alcol mischiato al fumo, al sudore e a chissà cos'altro non mi mancava affatto. All'università non frequento quasi mai le feste, non sono mai stata una festaiola al contrario di Annie, ma qualche volta mi ha trascinata con sé. Shane ci fa strada verso un angolo appartato della discoteca e intravedo Andrea seduto ad un tavolo con un paio di ragazze e altre tre sedie libere. Sopra il tavolo ci sono dei bicchieri e una bottiglia di vodka è messa al centro. Si prospetta una bella serata...

Uno sbaglio da commettere insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora