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Avete presente quando sapete che sta per succedere qualcosa nella tua vita, che sia bella o brutta? Nella maggior parte dei casi questo mio sesto senso non ha mai fallito, soprattutto se si trattava di eventi tutt'altro che piacevoli. Un esempio? Basta solo pensare a quante volte sapevo che l'insegnante mi avrebbe interrogata e, come per magia, l'ha fatto. Anche questa mattina avevo questa sensazione, il presentimento che sarebbe successo qualcosa che non mi sarebbe piaciuto, ma per ora nessun insegnate ha voluto interrogarmi, il che è anche un bene per me. Ma ora capisco perché ho sentito questa strana sensazione che mi ha messo sottosopra lo stomaco facendomi impazzire, ho persino saltato la colazione, cosa poco normale come me. Stringo saldamente l'anta del mio armadietto tenendo lo sguardo puntato verso la fine del corridoio, la gente si sposta come se fosse Dio sceso in terra mentre mette in atto la sua camminata sentendosi superiore. Quanto vorrei che spuntasse una buccia di banana sotto ai suoi tacchi mostruosi per farla finire con il sedere per aria. Cammina con sguardo duro e deciso verso di me non staccandomi gli occhi di dosso, posso sentire la maggior parte dei ragazzi fischiarle dietro e, se fossi in lei, non ci metterei molto a sbattere la testa di queste persone sugli armadietti. Ma lei sembra soddisfatta di tutto ciò. "Evans, da quanto tempo" squittisce, la sua voce mi fa venire la pelle d'oca e le mie orecchie implorano già pietà "Già, è un piacere rivederti" sospiro mordendomi l'interno della guancia per evitare di mostrarle il mio odio verso di lei, ma è inevitabile, so per certo che tra pochi istanti esploderò. "Che ci fai qui?" continuo più acidamente di quanto avrei voluto, ma lei non si scompone, anzi, sfoggia uno dei sorrisi migliori che le vengono pronunciando le parole che mi fanno togliere il pavimento da sotto i piedi. "Ci siamo trasferiti pochi giorni fa e ho cambiato scuola. Non sei contenta di vedermi?" domanda cominciando ad attorcigliarsi i capelli fra le mani. Non ci posso credere, ditemi che adesso usciranno dei cameraman dicendomi che è uno scherzo di un nuovo programma televisivo. "Sono molto felice per te Christine" dico digrignando i denti, ma lei non sembra accorgersene. Annuisce e volge il suo sguardo altrove "Sai dov'è Derek? Volevo fargli una sorpresa". "Senti Christine, devi sapere che..". Una mano si posa sulla mia bocca e la voce del mio ragazzo mi interrompe "Oh caspita, anche tu qui? Che coincidenza!" esclama Derek per nulla sorpreso, gli pesto un piede e lo sento trattenere diverse imprecazioni dal linguaggio colorito. "Stavamo proprio parlando di te!" squittisce sporgendosi di più verso Derek, voglio staccarle ogni singola ciocca di capelli finti che si ritrova nella sua testa. "Vorrei fermarmi a parlarti, ma devo mostrare una cosa ad Ashley. Ci vediamo in giro". "Aspetta, volevo chiederti se potevi darmi una mano per recuperare delle materie, sono un po' indietro con il programma" gli afferra un braccio, si sofferma troppo a tastargli il bicipite e mi trattengo dal sferrarle un pugno. "Ne riparliamo più tardi" mi spinge allontanandomi da Christine e lo fulmino con lo sguardo "Tu non studierai con lei" sibilo assottigliando gli occhi, sospira portandosi una mano fra i capelli e mi fa entrare nell'aula di matematica ancora vuota, la pausa pranzo non è ancora finita a quanto pare. Chiude la porta e mi appoggio alla cattedra "E adesso?" domando incrociando le braccia al petto, alza le spalle avvicinandosi a me "Per me lei non esiste, capito?" mi alza il mento con entrambe le dita "Non mi darà pace finché non ti avrà". "Se persino Rose non mi corre più dietro vuol dire che anche lei si renderà conto che sono innamorato di una ragazza bellissima" mi scosta dei capelli dal viso portandoli dietro l'orecchio, le guance vanno a fuoco e la temperatura aumenta. "Ti amo" sussurro allacciandogli le braccia al collo e preme le labbra contro le mie come se mi volesse stordire, ma il problema è che lo sono ogni volta che lo vedo.

"Vuoi tenermi il muso per il resto della giornata?". "Se serve per tutta la vita". "Dai Ash, non stavamo facendo niente di male" si lascia sfuggire una risatina, ma si ricompone non appena vede il mio sguardo assassino "Niente di male? Ne sei sicuro? Non potrò più guardare Sam con gli stessi occhi, e che penserà lei di noi?". "Fortunatamente era lei. Pensa se fosse stato Rodríguez". "Appunto Derek! Saremmo in presidenza in questo momento". "Ma ci stavamo solo baciando" borbotta allungandosi sul banco per potermi guardare negli occhi, ma i miei sono rivolti verso l'insegnante che sta spiegando un nuovo argomento e non posso permettermi di distrarmi o questa volta la sufficienza me la sogno. "Per poco non facevamo.. sto zitta che è meglio". Ho persino le orecchie rosse dall'imbarazzo, con la coda dell'occhio vedo un ghigno formarsi sul suo volto "Non facevamo cosa? Ce la puoi fare a dire quella parola" sghignazza e gli tiro un pugno sulla spalla ritornando poi a guardare la lavagna "Lo sai anche tu che ci mancava poco". È andata così più o meno, se non fosse stato per Samantha non so fino a quanto in là ci saremo spinti, mi ero persino dimenticata che oltre la porta c'erano circa mille studenti che attendevano solo il suono della campana. "Dovete procreare proprio qui?" è stata questa la frase della mia migliore amica che ci ha fatti allontanare, mi chiedo da quanto ci stava guardando mentre pomiciavamo tranquillamente sulla cattedra. Non era nostra intenzione, almeno non mia, ma una cosa tira l'altra e mi sono ritrovata mentre cercavo di togliergli la maglia di dosso... vorrei essere risucchiata dal pavimento in questo momento. "Può succedere a tutti Ash, persino tra gli insegnanti.. non sai quanti ne ho beccati" sghignazza lasciandomi inorridita "Non parliamone per favore". "Solo se mi perdoni. In caso contrario penso che ti possano piacere maggiori dettagli su quella volta che ho visto..". Gli metto una mano sulla bocca facendogli segno di stare zitto, ride cercando di non fare rumore per non farsi beccare "Ti perdono, ma non traumatizzarmi te ne prego" borbotto scrollando le spalle disgustata, mi afferra la mano sinistra da sotto il banco e intreccia le nostre dita accarezzandomi il dorso con il pollice.

Uno sbaglio da commettere insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora