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Maledico me stessa per non aver chiuso le persiane ieri sera lasciando così che in questo momento la luce mi colpisca in pieno volto, ma poi mi ricordo il motivo per il quale me ne sono scordata e un sorriso spontaneo si fa spazio sul mio volto. Apro gli occhi portando una mano davanti ad essi per colpa del sole, mi giro dall'altro lato scoprendo che Derek non è qui, tasto il suo lato ancora caldo, si sarà alzato da poco. Scivolo fuori dal letto e mi vesto velocemente per poi raggiungere la cucina, lo vedo di spalle intento a preparare del caffè. "Buongiorno" sussurro con la voce ancora impastata dal sonno, si volta sorridendo e mi raggiunge circondandomi con le braccia "Sembri stanco, non hai dormito?" gli domando guardando il suo volto visibilmente stanco, annuisce scostandomi dei capelli verso le orecchie "Ho preferito rimanere sveglio a guardarti. Avevo paura che fosse tutto un sogno, che non fossimo tornati insieme" mi bacia la fronte accarezzando i miei fianchi ed è però costretto ad allontanarsi subito perché il caffè per poco non sgorga dalla caffettiera. Mi siedo guardando il suo corpo coperto solamente dai boxer, quindi non posso dire che non mi dispiace la visione che sto avendo. "Mio padre?" domando voltandomi verso l'ingresso della cucina temendo che possa entrare da un momento all'altro, ma Derek non sembra preoccupato "Ho controllato, sta notte non è rientrato. Sai per caso dov'era?". "È uscito con Annalisa, si sarà fermato da lei" alzo le spalle e si limita ad annuire allungandomi la tazza di caffè e delle fette di pane con la nutella e poi si siede di fianco a me appoggiando una mano sulla mia gamba, sento che tiene gli occhi puntati su di me, sono quasi spenti, bui. "A che pensi?". "Questa.. questa notte, ti ho fatto male?" domanda e con questo mi spiazza, lo guardo come se avesse parlato in latino. "No, non devi sentirti in colpa.. è una cosa naturale" parlo prima di prendergli il volto con una mano e stampargli dei baci sulle labbra. "Ho bisogno di farmi una doccia. Ci pensi tu a cambiare le coperte?" domando anche se ormai mi sto già dirigendo verso il bagno, lo sento sbuffare "Approfittatrice" borbotta dalla cucina, ridacchio chiudendomi la porta alle spalle. Sobbalzo vedendo il mio riflesso allo specchio, come può Derek guardarmi in faccia sapendo che ho un aspetto peggiore di un corpo in putrefazione? Mi infilo sotto il getto dell'acqua calda e chiudo gli occhi scaldandomi e dei flashback di ieri sera tornano alla mia mente, i baci, le carezze, le sue parole, ogni nostro singolo gesto e mi ritrovo a sorridere. Sobbalzo non appena il box della doccia viene aperto, lo guardo alzando le sopracciglia "Avvisarmi no?". "Non sarebbe stato divertente" alza le spalle prendendomi per i fianchi e fa scontrare i nostri corpi bagnati "Un'altra volta?" domando quasi con una smorfia in faccia, scuote la testa portando i miei capelli dietro la schiena "Voglio occuparmi di te, amarti come solo io so e posso fare". "Stai diventando troppo sdolcinato, hai per caso del zucchero al posto del sangue?". Scoppia a ridere scuotendo la testa "È colpa tua, mi hai fatto perdere la testa". "È ufficiale, il coma ti ha trasformato". "Non tornerò quello di prima, non dopo che la mia vita sta andando per la strada giusta e che, soprattutto, ho rimediato ai miei errori del passato". "Ti farò prescrivere una cura contro il diabete". "Di solito sono i ragazzi che rovinano i momenti, sta volta però sembra che qualcosa non quadri". Non mi ero nemmeno resa contro delle sue mani vaganti sul mio corpo, affonda la testa sul mio collo ripassando sui punti segnati dalle sue labbra di ieri sera. Una mano sfiora i miei seni, si ferma sopra al cuore e lo sento sorridere contro il mio collo "Allora non sono l'unico a sentirmi così". Appoggio una mano sul suo petto sentendo chiaramente che anche il suo cuore come il mio batte ad un'alta velocità. "Ti amo" sussurro abbracciando il suo torace, la testa contro il suo petto "Ti amo anch'io" mi bacia la testa, ma si allontana con uno scatto fulmineo "Hai qualcosa da fare oggi?". "Che hai in mente?". "Ti porto in spiaggia". "A febbraio? Non fa un po' freddo per un bagno?". "Chi ha detto di fare il bagno?" alza le sopracciglia chiudendo il getto dell'acqua, mi passa l'accappatoio e si copre anche lui con un asciugamano, ammetto che è stato piuttosto imbarazzante stargli attaccata rendendomi conto che entrambi eravamo nudi. "Ti do venti minuti" ed esce dal bagno dirigendosi verso camera mia, chiudo la porta e cerco di prepararmi il più velocemente possibile.

Rabbrividisco non appena i miei piedi entrano in contatto con la sabbia fredda, lascio vagare il mio sguardo lungo la spiaggia, non siamo gli unici ad aver avuto quest'idea, più che altro ci sono delle persone con il proprio cane che passeggiano come stiamo facendo noi due. Mi prende la mano stringendola saldamente e, tenendo le scarpe fra le mani, ci dirigiamo verso la riva "Che ore sono?" gli domando, il cielo non è uno dei migliori, spero che siano solo nuvole e che non abbiano delle conseguenze tipo la pioggia. "Le 11, hai fretta?". "No, era per sapere" mi stringo nelle spalle avvicinandomi verso l'acqua, so già che è congelata quindi non ci metto dentro nemmeno un piede al contrario di Derek che fa una smorfia non appena si rende conto di ciò che ha appena fatto. "Cosa facevi in ospedale?" gli domando, è una questione che mi sono posta varie volte mentre ero a casa o a scuola. Okay, me la sono posta ogni minuto, la mia mente era sempre concentrata su di lui, quindi è plausibile se pensavo a lui così tanto. "Dormivo, facevo esasperare le infermiere, scappavo dalla stanza girovagando per l'ospedale, ti pensavo" alza le spalle attirandomi verso di lui "Dove andavi nell'ospedale?". "Di solito verso i neonati e restavo a riflettere". "Erano pensieri positivi?". "Sì, soprattutto su di te e sul futuro.. mi sembri piuttosto curiosa oggi, non trovi?" prende dei miei capelli attorcigliandoli attorno all'indice "Forse in parte lo sono" alzo le spalle circondando il suo collo con le braccia e faccio in modo che si abbassi tanto quanto mi serve per poterlo baciare. Sento le farfalle nello stomaco risvegliarsi, diventano sempre più intense, poi capisco una cosa: non sono le farfalle nello stomaco, ma è il mio telefonino che si sta intasando di messaggi. Ci allontaniamo piuttosto confusi, lo estraggo dalla tasca, la maggior parte sono di Sam che mi dice di andare a leggere il nuovo gossip della scuola, altri sono numeri sconosciuti che mi scrivono tutti la stessa cosa: "È tutto vero? Come ha potuto?!" e altre cose di questo genere. "Cosa significa?" domanda stringendo la presa sui miei fianchi, alzo le spalle ed entro nel sito della scuola rimanendo stupita di ciò che sto leggendo

Carissime ragazze che state leggendo questo articolo,
mi spiace comunicarvi che il ragazzo da noi tanto ambito,
Derek Sanders, sembra essersi avvicinato alla sua sorellastra.
Che sia tutta una diceria inventata da lei solo per attirare
l'attenzione e per diventare popolare o è lui che la sta usando
per dimenticare già Christine Scott?
In allegato una loro foto della festa di ieri sera.

La mia reazione a tutto ciò? Niente, impassibile. La verità un giorno sarebbe venuta fuori e quel giorno sembra essere arrivato e da un lato ne sono felice, io e Derek potremo stare insieme senza sentire la paura di essere scoperti. Forse non era il modo migliore per far venire tutto a galla, ma è sempre meglio di nulla. Quasi mi strappa il cellulare dalle mani, lo spegne e lo mette nella sua tasca dei pantaloni "Non voglio perdere tempo, devo recuperare quello che ho perso compiendo la cazzata del secolo". "Ti ho perdonato quando ho capito che probabilmente ti avrei perso per sempre, che non ti avrei mai più visto". Annuisce prendendomi per le spalle e continuiamo la camminata sulla spiaggia fino all'ora di pranzo dove decidiamo di fermarci da un carretto degli hot-dog, sarà da molto tempo che non ne mangio uno. E restiamo fuori casa andando un po' ovunque parlando di ogni cosa che ci passa per la testa fino a quando non è il momento di rientrare, non che si sia fatto tardi o altro, ma la pioggia ha appena deciso di non darci tregua, per questo motivo raggiungiamo l'appartamento il prima possibile. Rientriamo togliendo giacche e scarpe e ci avviamo verso il soggiorno, mi fermo vedendo mio padre steso sul divano intento a guardare la televisione, il più silenziosamente possibile ci chiudiamo in camera mia e subito Derek mi tempesta di baci facendomi sorridere sinceramente "Se solo non ci fosse tuo padre, non sai cosa ti farei in questo momento" sussurra avvicinandosi al letto si stende stringendomi contro di sé e prima che me ne possa accorgere, mi addormento tenendolo stretto contro il mio corpo, come se non volessi che se ne andasse.

Uno sbaglio da commettere insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora