Pov's Ashley
Mi dirigo verso l'uscita dell'ospedale come ogni notte ormai, sento dei passi poco lontani da me raggiungermi, aumento la velocità sperando di confondermi tra le persone. "Dove crede di andare a quest'ora?". "Mi lasci stare". E sono attimi prima che io corra fuori, la sua voce dopo settimane ha raggiunto le mie orecchie, ho la pelle ricoperta di brividi, è vivo eppure ho paura di incontrarlo. C'è qualcosa che mi ferma, non ho idea cosa sia questa cosa, ma ho come paura di vederlo, di parlarci. Forse la mia testa non riesce ancora ad accettare il fatto che io lo ami nonostante lui abbia baciato Christine. Corro fuori dal parcheggio con la macchina, lo vedo attraverso lo specchietto retrovisore, so che è lui, l'unico ragazzo in tutto l'ospedale che uscirebbe a febbraio con dei pantaloncini e una canotta. Non appena mi rinchiudo nell'appartamento cammino in punta di piedi rilasciando un sospiro, mio padre sta dormendo per mia fortuna. Mi sistemo sotto le coperte annusando ancora una volta il suo profumo impresso nella sua felpa che ormai è diventata mia come altre sue felpe appoggiate sulla scrivania pronte ad essere usate da me. Guardo la luna pensando e sperando che anche lui la stia guardando, che magari mi stia pensando. Shane mi sta tenendo compagnia in quest'ultimo periodo, mi aiuta a non scoppiare e mi distrae non facendomi pensare a lui. Sam mi ha chiesto varie volte perché non vado a trovarlo durante il giorno, la verità è che non voglio incontrarlo, lo amo e lo odio, e se lui mi amasse come dicono tutti farebbe di tutto per farsi sentire. Più guardo la città attraverso la finestra più mi rendo conto di alcuni dettagli, non ricordavo di avere avuto dei fiori sul balcone. Mi alzo piuttosto confusa e con incertezza apro la finestra, controllo che non ci sia nessuno sulla scala antincendio e sospiro rassicurata avvicinandomi alle rose rosse, alcune sono più rosse, altre meno, ce ne sono di tutte le grandezze. Rimango confusa a guardarle con la testa riempita da miliardi di domande senza risposte. Una ventata d'aria fredda mi fa rabbrividire, lascio i fiori sul balcone e mi chiudo in camera rimettendomi sotto le coperte, forse mio padre deve darle ad Annalisa, è l'unica spiegazione plausibile.
Anche a pranzo a scuola c'è qualcosa che non va nel mio vassoio, perché la cuoca mi ha messo un muffin con un cuore sopra? San Valentino è passato da qualche giorno, mi auguro che non sia andato a male. La cosa che mi lascia più perplessa è il bigliettino messo sotto, due parole che mi mettono in agitazione "Ti penso". Tutto ciò è inquietante, chi è che mi pensa? Faccio vagare la faccia nella mensa, nessuno sembra interessato a me, tutti troppo impegnati a come si vestiranno per il ballo di questo sabato sera. Il giorno di San Valentino la scuola aveva organizzato una festa, ma per motivi organizzativi l'hanno rinviato tra quatto giorni, questa cosa mi è indifferente, non ci sarei andata in ogni caso, lo sanno tutti che le feste non mi fanno impazzire. "Cosa ti metterai sabato?" Sam continua con questa domanda pur sapendo che la mia risposta è e sarà negativa "Il pigiama" borbotto rigirando tra le mani il muffin al caffè, chiunque sia il mittente ha azzeccato il gusto. "Ti ci porto con la forza". "Ora ti ci metti anche tu Shane?" esclamo incrociando le braccia al petto, alza le spalle "Se proprio devo lo farò". "Non riuscirete a farmi cambiare idea". "Oggi pomeriggio ti porto a prendere il vestito" esclama Sam alzandosi dalla sedia "E non cedere di scappare, non credo che ti faresti la strada a piedi fino a casa di tuo padre". "Infatti ho la macchina" prendo lo zaino cercando le chiavi per mostrargliele, spalanco gli occhi non vedendole "Stavi cercando queste? Devi stare attenta cara Ash" parla la mia migliore amica con un ghigno in volto con le mie chiavi tra le sue mani "Testarda". "Preferisco pazza, ma chiamami come vuoi" alza le spalle saltellando verso l'uscita della mensa e quasi salta addosso a Luke, lui con un grande sorriso le poggia il braccio sulle spalle trascinandola verso l'altra parte della scuola. "Tu non hai nessuna con cui andarci?" domando a Shane "Non sei obbligato, sarei solo la noia che si lamenta ogni secondo" continuo cercando di corromperlo con metà muffin, ma lo rifiuta con una smorfia. "La persona a cui ho chiesto arriverà più tardi, lavora di sabato". "È più grande di noi?" domando e annuisce con le guance che gli si tingono di rosso "Ha 23 anni". "La conosco questa persona?". "Non credo proprio, ma ti piacerà. Sarà una sorpresa per tutti" mi strizza l'occhio e finisco il pasticcino, ha lo stesso identico sapore di quelli che fa Benjamin, una ricetta segreta di Crystal, possibile che la persona che l'ha fatto conosca questa ricetta? È una cosa preoccupante, forse potrei ingaggiare un investigatore privato per cercare di capire chi sia questa persona...
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Uno sbaglio da commettere insieme
Teen FictionAshley Evans è una ragazza di diciassette anni come tutte le altre proveniente da Atlantic City, nel New Jersey, e crede di avere una vita perfetta con un ragazzo perfetto, Jason Miller. Ma cosa accadrebbe se un giorno il suo odiato fratellastro De...