"Dovete proprio partire?" domando a mia madre mentre la aiuto a scendere le scale portando una valigia da una maniglia e lei dall'altra. "Credo che sia io che Benjamin ci meritiamo questa vacanza. È da tanto che la sognavo e lo sai benissimo anche tu" mi sorride elettrizzata e sospiro frustrata. Mio padre ha già portato Kate da lui e un taxi è pronto a portare Benjamin e mia madre in aeroporto, hanno il volo tra tre ore circa o poco più. Sento già la sua mancanza, ma forse esagero. "Ve la caverete tranquillamente, cosa vuoi che siano due settimane? Inoltre avrai modo di interagire di più con Derek, forse risolverete le vostre divergenze" dice speranzosa e mettiamo la valigia accanto alla porta d'ingresso. Indossa il giubbotto "Lo spero proprio mamma" dico alzando le spalle. Mi sorride stringendomi poi tra le sue braccia "Fai la brava mi raccomando. Se ci sono problemi di qualsiasi tipo non esitare a chiamarmi, d'accordo?" domanda con la voce che le si incrina. Mi metto a ridacchiare "Non piangere che dopo contagi anche me" dico appoggiando la testa sulla sua spalla "Ti chiamo non appena arriviamo in Europa" mi bacia una guancia e saluto Benjamin con un abbraccio breve e distaccato. Finiscono di mettere le valigie nel taxi e in poco tempo la macchina sparisce dalla mia vista. Mi stacco dallo stipite della porta d'ingresso e mi siedo sul divano in modo sgraziato, Derek non toglie gli occhi dalla televisione "Se ne sono andati?". "Così sembra" sospiro appoggiando la testa sul cuscino "Bene" risponde in un sussurro prendendo il cellulare in mano "Non starai facendo ciò che temo" dico riluttante e mi sporgo per guardare il suo display "Ash, i nostri genitori saranno via per due settimane, credi che non ne abbia approfittato per organizzare qualche festa?" domanda alzando gli occhi dal telefono per qualche secondo prima di premere il tasto invio "L'hai fatto per davvero?" domando esasperata. "Ti divertirai anche tu, è tra due sere". "Non pensare che io partecipi. Me ne starò chiusa in camera". "Vorrà dire che dovrò nascondere la chiave.. o forse l'ho già fatto" dice con voce innocente e spalanco gli occhi "Derek, spero che tu stia scherzando". "Non ricordo nemmeno dove l'ho nascosta" alza le spalle e impreco digrignando i denti e lui come se niente fosse alza il volume della televisione "Andrà tutto bene Ash" risponde sospirando pesantemente. "Ti conviene" assottiglio gli occhi portando le gambe sul petto e le braccia attorno ad esse con la testa sulle ginocchia. Un braccio di Derek si sposta attorno alle mie spalle e mi tira verso di lui facendomi appoggiare alla sua spalla. Il calore che si propaga per il mio corpo è alto, spero che non se ne sia accorto. Non so nemmeno perché sento queste sensazioni, non ha fatto nulla di strano infondo..
Nel tardo pomeriggio mi rinchiudo in cucina in cerca di qualcosa da fare per cena. Giro il ricettario di mia madre in cerca di qualcosa di non troppo impegnativo, ma nemmeno semplice. Scelgo di cucinare dei club sandwich, quindi metto a tostare il pane con pancetta, prosciutto e formaggio, prendo le uova facendo la frittata, taglio il pomodoro, metto l'insalata nei panini dopo che si sono cucinati insieme alle uova e al pomodoro. Metto i panini sui piatti e chiamo Derek per la cena, ci ho messo un po' di tempo, ma ne è valsa la pena. Mi raggiunge spostandosi i capelli umidi di lato, ovviamente la maglia inesistente e dei pantaloni della tuta "Credevo avessi mandato in fiamme la cucina" commenta sedendosi di fronte a me "Spiritoso. Domani cucini tu, sia chiaro" gli punto la forchetta contro e alza le mani innocente "Come vuoi tu". I panini sono venuti buoni, forse il pane è un po' bruciato, ma nel complesso non è male. Sento gli occhi di Derek puntati su di me, osserva ogni mio movimento con uno sguardo che non riesco a decifrare. Mi sento troppo sotto attenzione "Ho qualcosa che non va?" domando pulendomi gli angoli della bocca con un tovagliolo. Si riprende dal suo stato di trance "No, tranquilla... stavo pensando, in questi giorni la casa da chi verrà pulita?" domanda facendo guizzare i muscoli mentre afferra il bicchiere d'acqua. "Non la pulirò da sola di sicuro" obietto e sghignazza avvicinandosi al frigo, prende una bottiglia di birra e me ne indica una. Scuoto la testa in segno di diniego e alza le spalle sedendosi sulla sedia. Ne beve una grande sorsata senza staccare gli occhi da me, una cosa che odio, essere osservata. "Tra poco esco con Luke e altri ragazzi della squadra". "Ricordarti che domani c'è scuola". "Sembri i nostri genitori". Alzo le spalle e sento il cellulare vibrare. Rispondo a mia madre, la sua voce è carica di entusiasmo, ma allo stesso tempo riconosco quel minimo accenno di preoccupazione. Riattacco dopo poco e finisco di mangiare mettendo il piatto nella lavastoviglie, mi risiedo sulla sedia sospirando. "Ti va di venire?" propone appoggiandosi al tavolo. "Dove?" alzo le sopracciglia confusa, alza un angolo della bocca prima di prendere un'ultima sorsata di birra "Fuori, con me, Luke e gli altri" risponde con ovvietà "No, preferisco stare qui" alzo le spalle indifferente "Dai Ash, scommetto che ci sarà anche Samantha". "Che ci sia lei o meno non è un mio problema e non mi condizionerà. Devo anche farmi la doccia e domani non vorrei andare a scuola sotto le sembianze di uno zombie" borbotto decisa "Guarda che non andiamo a nessuna festa, giriamo a caso senza uno scopo preciso" risponde roteando gli occhi "Inoltre vuoi restare a casa, da sola, al buio, con la possibilità che un ladro entri in casa e ti rapisca, o peggio, ti uccida? Io non credo" incrocia le braccia al petto guardandomi con espressione soddisfatta, come se si aspettasse che io cedi alla sua proposta alquanto allettante, ma allo stesso tempo so che è sbagliato. "Resterò a casa".
Allaccio il gancio del casco borbottando qualcosa contro Derek che mi guarda soddisfatto "Chi aveva ragione?". "Non ci metto molto ad andare dalla vicina". "Dalla signora Longary? Sei seria? I suoi cani ti salterebbero addosso per mangiarti viva". "Quei bulldog sono così antipatici" mi lamento esasperata. Salgo dietro di lui, quanto vorrei essere sul divano con una coperta a guardare un film qualsiasi alla tv. Sfreccia con la moto tra le strade buie illuminate da pochi lampioni funzionanti, e già questo mi fa rimpiangere il ladro immaginario, magari era anche bello e simpatico.. ma quale ladro scherzerebbe con gli ostaggi?
Si ferma di fronte ad un parco e mi basta solo guardare il cancello dell'ingresso per capire dove siamo. Mentre camminiamo uno di fianco all'altro mi fermo con lo sguardo ad osservare questo posto che conserva tanti miei ricordi, sia belli che brutti. In questo parco ci venivo spesso da piccola con i miei genitori, il più delle volte con mio padre. Quando ero triste per qualsiasi motivo lui non ci metteva molto a prendermi tra le sue braccia e a portarmi qui, cercando una qualsiasi altalena o uno scivolo libero. Con il tempo questo parco è stato abbandonato, basti vedere l'erba incolta, i giochi rovinati dal maltempo e, la maggior parte di essi, sono in pessime condizioni. Scommetto che se mi sedessi su un'altalena, questa cadrebbe portando giù con sé l'intera struttura. Sento delle voci e mi risveglio dai ricordi della mia infanzia, riconosco la mia migliore amica accanto a Luke, poi ci sono altri ragazzi vicini a loro che bevono quello che credo sia birra o che tengono tra le dita una sigaretta, o almeno spero che si tratti di una sigaretta... "Alla buon'ora" dice esasperata Sam e le lancio un'occhiata di avvertimento prima che Derek risponda precedendomi sul tempo "La signorina qui presente ha cercato di chiudersi nel bagno, ma si è dimenticata che la chiave non può essere usata da un solo lato". Quanto odio la serratura del bagno: mi è capitato più di una volta di rimanerci chiusa dentro, altre volte invece non si chiudeva proprio e farmi la doccia è stato un incubo, l'ansia che qualcuno aprisse la porta era alle stelle. Derek prende dalla tasca della giacca un pacchetto di sigarette e uno dei ragazzi gli passa un accendino. Guardo la sua bocca racchiudere la sigaretta per qualche secondo per poi rilasciarla e del fumo esce dalle labbra. Per un solo nanosecondo mi chiedo come sarebbe toccare quelle labbra, poi scaccio questo pensiero vergognandomi di me stessa, non dovrei pensare a certe cose. Non dovrei farlo, è pur sempre il mio fratellastro...
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Uno sbaglio da commettere insieme
Teen FictionAshley Evans è una ragazza di diciassette anni come tutte le altre proveniente da Atlantic City, nel New Jersey, e crede di avere una vita perfetta con un ragazzo perfetto, Jason Miller. Ma cosa accadrebbe se un giorno il suo odiato fratellastro De...