Pov's Derek
Tre settimane che non si fa più sentire, se non quando riesco a sentire la sua conversazione con Madison. Tre settimane che la vedo solo tra i banchi di scuola, tre settimane che Christine ha rovinato tutto, io ho rovinato tutto. Avremmo dovuto far spargere la notizia della nostra relazione, visto che Christine come tutti gli altri non ne sapeva niente, in questo modo tutto sarebbe andato per il verso giusto e in questo momento lei sarebbe ancora con me, in questo letto ad abbracciarmi. Non è mai passata di casa, se non quando forse ho avuto allenamento. Come lo so? Madison e Kate non si metterebbero mai il suo profumo che tanto amo e nemmeno userebbero il suo shampoo fruttato. Prendo dei vestiti dall'armadio e mi chiudo in bagno facendomi una doccia veloce, mi preparo per andare a scuola e, come ogni mattina prima di scendere le scale, entro nella sua stanza solo per poter respirare il suo profumo. Mi sto odiando come non ho mai fatto, ho fatto una cazzata e me ne rendo perfettamente conto. Tutta la scuola ha visto che io e Ashley non ci parliamo più, io invece ho notato un nuovo ragazzo che le sta sempre più vicino e questa cosa non mi rende tranquillo nemmeno per un istante. Spero che questo non significhi che lei sia riuscita a dimenticarmi in così poco tempo, mentre io ogni giorno soffro vedendo la ragazza che amo che cerca di evitarmi in tutti i modi possibili. Ma non sono l'unico che soffre per aver abbandonato la casa, anche Kate è diversa, spenta. Ogni tanto la sento entrare in camera mia e infilarsi sotto le coperte con me, non ho ancora capito il motivo anche se gliel'ho chiesto, ma lei è ostinata a non rispondermi. Magari sono solo degli incubi. Scendo dalla moto togliendo il casco, provo a sistemarmi i capelli e raggiungo l'ingresso della scuola fermandomi dal cancello accendendomi una sigaretta. Come ogni mattina la vedo arrivare stretta nelle spalle con lo sguardo basso, si ferma sotto lo stesso albero attendendo quel ragazzo e io come di routine la osservo desideroso di andarle incontro anche soltanto per sfiorarla. Come farmi perdonare io non lo so, ma vorrei trovare un modo per farle capire che sono veramente pentito per quello che ho fatto e che ho bisogno di riaverla accanto a me. Il suo amico biondo la abbraccia, una scarica di gelosia mi attraversa tutto il corpo. Sì, sono geloso, perché lui le può stare vicino e io no, io che la amo no. Spariscono dalla mia vista addentrandosi nella scuola, una mano si scontra con la mia spalla e alzo le sopracciglia guardando stranito Luke "Ancora nulla?" domanda mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni. Scuoto la testa negativamente espirando il fumo "Risolto niente con Samantha?". "No, è la sua migliore amica ed è ovvio che le darà ragione e, finché io ti sarò amico, ci sarà sempre una certa tensione tra noi". "Cazzo, mi sento così in colpa" mi scompiglio i capelli sentendo i muscoli tendersi, oltre a rompere con Ash ho fatto in modo che Luke e Sam litigassero. Come ha già detto il mio migliore amico Sam la sosterrà sempre, soprattutto in questo caso. Secondo Luke, Ash sta esagerando un tantino, dicono che non esce mai di casa e che mangia poco, per questo hanno litigato. Sam non fa niente per cercare di tirarle su il morale, o almeno ci ha provato, ma pensa che sia meglio se ci pensi lei da sola, mentre Luke pensa il contrario. È un vero e proprio casino. Ed è tutta colpa mia e della mia stupidità, forse anche per colpa di Christine, ma non avrei mai dovuto parlarle. "Sta sera c'è la partita, giusto?" domanda riportandomi alla realtà e solo adesso mi rendo conto di aver già finito la sigaretta. Annuisco entrando a scuola con lui e ognuno di noi va nella propria aula. La vedo nella fila centrale dei banchi seduta di fianco al biondino, sembra stiano parlando di qualcosa di serio a giudicare dalle loro facce. Rodríguez sbatte la porta alle mie spalle e a passo spedito mi vado a sedere nel banco in fondo all'aula, la guardo dal mio posto mentre scarabocchia sul quaderno, i capelli le ricadono morbidi lungo le spalle, ha gli occhi persi mentre guarda ciò che sta disegnando continuando ad ascoltare il suo amico.
Continuo a far vagare lo sguardo tra gli spalti ma è difficile dalla mia posizione riconoscere le persone, perciò sconsolato per quella che sarà la miliardesima volta in questi quasi 80 minuti di partita torno a rincorrere gli avversari distrutti e svantaggiati. Siamo tre goal a uno per noi, una cosa positiva c'è in queste settimane. E vincere significa anche festeggiare. Non ne sono in vena a dire la verità, non sono in vena di molte cose finché la mia mente è rivolta altrove. Ricevo il pallone, corro verso la porta avversaria scartando gli avversari, provo a calciare il pallone, ma finisce sopra la porta verso gli spalti. Per lo meno ho già fatto una doppietta, dovrei esserne felice ma non è così. Entrambi i goal erano per lei, ma tra quegli spalti lei non c'è. Continuiamo a correre per il campo passandoci il pallone tentando di fare altri goal e altrettanto fanno gli avversari fino a quando l'arbitro fischia la fine della partita e subito gli spettatori si alzano in piedi gridando il nome della nostra scuola, alcuni miei compagni di squadra mi vengono incontro saltandomi quasi addosso e lo stesso fanno con l'altro attaccante Mike. In spogliatoio si scatena l'inferno come ogni volta, peggio della tifoseria. "Bisogna festeggiare! Capitano, a casa tua?" esclama appunto Mike, esito un istante, ma l'adrenalina della vittoria mi fa accettare senza che me ne renda conto ed è questione di pochi minuti prima che all'incirca un centinaio di persone siano invitate a casa mia tra mezz'ora. Fortunatamente Madison e mio padre sono fuori città e Kate è da sua sorella e suo padre, un problema in meno.
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Uno sbaglio da commettere insieme
Teen FictionAshley Evans è una ragazza di diciassette anni come tutte le altre proveniente da Atlantic City, nel New Jersey, e crede di avere una vita perfetta con un ragazzo perfetto, Jason Miller. Ma cosa accadrebbe se un giorno il suo odiato fratellastro De...