Non so come o quando mi sono svegliata, ma è da un po' che mi sto rigirando in questo letto che non assomiglia per niente al mio. È molto largo, morbido e sa da uomo. Uomo? Annuso ancora profondamente il cuscino e provo ad aprire un occhio, impasticciato per il trucco di ieri sera. Ho un'emicrania atroce, sembra che una scimmia stia suonando un tamburo, solo che il tamburo in questione è il mio cervello. La luce che entra dalla finestra è fastidiosa, perché non ho chiuso la tenda? Mi giro dal lato opposto e apro anche l'altro occhio, ma visto che ci vedo doppio li stropiccio con le mani. O sto ancora sognando o ho appena visto qualcosa di rosa nelle lenzuola blu. Forse è un cuscino rosa o è Sam, sì è probabile che sia lei. "Ehi Sam", sbadiglio allungando una mano verso la sua testa, non ho ancora aperto gli occhi e non ho intenzione di farlo. Mi metto a sedere sentendo troppo freddo a miei gusti. Quando finalmente arrivo a toccarle la testa qualcosa non quadra: i capelli sono cortissimi. Sam ieri li avevi ancora belli lunghi e spumeggianti come ricordavo sono sempre stati. Questi saranno lunghi pochi centimetri. Mi costringo quindi ad aprire entrambi gli occhi e a primo sguardo penso che si tratti di Shane, ma poi ricordo che lui li ha biondi, non mori come questi. Mi guardo intorno, la camera è spoglia se non per dei vestiti sparsi sul pavimento accanto alla porta, tra questi riconosco subito i miei. Abbasso lo sguardo su di me, scoprendo di essere completamente nuda. Ripeto, sono completamente nuda in una camera che non conosco. Perché non ricordo il motivo? Ma soprattutto, chi è questo ragazzo? Intuisco subito che ci sono andata a letto, ma vorrei sapere come ha fatto a convincermi, ma più ci penso e più il mal di testa aumenta. Devo sapere dove diavolo mi trovo per potermene tornare a casa.
Comincio a rivestirmi partendo dalla biancheria, ma avvicinandomi alla gonna inciampo su un paio di scarpe e finisco a terra facendo un casino tremendo e mi faccio anche male al fianco "Aia, cazzo!" sibilo portandomi una mano sul fianco, sento un mormorio provenire dal letto. "Chi è?" dice una voce bassa, profonda e assonnata. Rabbrividisco. Non. Può. Essere. È uno scherzo. Non ho il coraggio di girarmi verso il letto, preferisco cento mila volte restare con la faccia contro il pavimento. "Non ricordo il tuo nome... anzi, ora ricordo, non ce li siamo nemmeno scambiati, giusto Kitty?". Kitty? Da dove salta fuori? Io resto immobile, congelata. Come è potuto succedere? Se è stato un piano di Sam e Shane giuro che li affetto con un'ascia. "Sei viva?". Okay, devo fare un paio di respiri profondi, forse pizzicandomi il braccio mi risveglierò da questo sogno, o forse incubo. Ci provo ma non succede niente. "Kitty?". Lo sento muoversi sul letto, mi irrigidisco per paura che mi si avvicini, quindi con la poca voce che ho in gola parlo "Fermo" è un sussurro strozzato, non sembra nemmeno la mia voce. Lui mi ha riconosciuta come forse io ho fatto, anche se spero con tutto il cuore di essermi sbagliata? "Sicura di non volere una mano? Domanda ancora più improtante, che stai facendo?", lo sento raccogliere i suoi vestiti e rivestirsi. Non rispondo di nuovo. Non so cosa fare, sono nel panico. "Come ti chiami?" chiedo ancora senza voce. "Abbiamo detto di rimanere anonimi, quindi mi hai soprannominato Piercing-man. Ti piacevano davvero tanto i miei piercing, per poco non me li strappavi via" sghignazza e lo sento avvicinarsi, una sua mano mi tocca la spalla. Il suo tocco mi brucia la pelle e allo stesso tempo mi riempie di brividi. In uno scatto mi gira supina ed è in questo momento che confermo la mia ipotesi e lui realizza la realtà dei fatti. Passano dieci secondi di shock, ci guardiamo dritti negli occhi senza dire nulla, lui sembra ancora più nel panico di me, spaventato, confuso. Insieme esclamiamo i rispettivi nomi e qui mi sembra che il mondo mi crolli addosso, il mondo che ero riuscita a ricostruirmi dopo molto tempo: "Derek?!". "Ashley?!". Non saprei chi dei due ha urlato più forte, ma dal corridoio si sente una voce maschile: "Io sono Ethan, piacere!" e poi dei passi che se ne vanno.
Questa situazione è troppo assurda e impossibile da capire. È passata più di un'ora e il tempo è trascorso esattamente così: io e Derek ci siamo fissati a lungo, abbiamo guardato i rispettivi cambiamenti fisici nell'altro, poi lui è uscito di corsa dalla camera lasciando la porta aperta, io ho usato il suo bagno privato per darmi una rinfrescata e rivestirmi, ho cercato la cucina nell'appartamento e con passo leggero ci sono entrata, era vuota, ma Derek mi ha sorpresa alle spalle mentre prendevo un biscotto e ora siamo seduti uno davanti all'altro senza dirci niente. Almeno fino a quando dopo un'eternità non è lui il primo a parlare "Sei cambiata". Annuisco mantenendo la posizione rigida "Anche tu", però lui è cambiato in meglio. Ha la mascella del viso più pronunciata, i capelli li tiene meno folti e sembrano anche più scuri, tendenti al nero, le sue braccia hanno dei tatuaggi e sono molto più muscolose di un tempo. Non lo vedo dal matrimonio credo. Non abbiamo mai risolto quell'ultima nostra discussione e credo che sia arrivato quel momento. "Come stai?" chiedo a bassa voce, intanto si sentono delle imprecazioni provenire da una camera, dev'essere quell'Ethan, ma Derek non ci fa molto caso. "Bene. Tu?". "Bene". Mi guarda portandosi le mani tra i capelli, prende un respiro profondo e poi sgancia lui la bomba "Mi.. mi spiace per ieri sera. Non ti ho riconosciuta proprio. Avrei dovuto bere di meno, guardarti meglio negli occhi, non lo so. Non avrei dovuto fare quello che ho fatto". "La colpa è anche mia Derek. Non ricordo niente di ieri sera, era forse la prima volta che bevevo così tanto e non so cosa mi ha lasciata andare. Tu ricordi qualcosa?". Lui annuisce e stringe la presa attorno ai capelli per poi rilasciarli e chiude le mani in un pugno davanti al suo volto "Sì, quasi tutto. Ti avevo puntata perché ballavi in modo terribilmente sexy e provocante. Era da un po' che non ci provavo con nessuna, Ethan da tempo insisteva per portarmi da qualche parte e ieri sera ci è riuscito. Avevo deciso che avrei rispolverato le mie vecchie doti e... lascia perdere. Anche te ci stavi, non ti sei mai tirata indietro e anzi, sei stata te a proporre di venire in una delle nostre case. Ti ho portata qui con un taxi, abbiamo deciso di fare tutto all'oscuro, niente nomi, niente luce. Eravamo irriconoscibili. Più volte in camera mi sembrava troppo famigliare la tua voce, ma ora che la risento sembra cambiata di nuovo. Non devo nemmeno spiegarti ciò che è successo in quel letto, penso che tu lo possa intuire", spiega tutto troppo velocemente per i miei gusti, ogni tanto si ferma e poi riprende. Caspita. Sono andata a letto con Derek. Dopo tutto questo tempo passato a dimenticarlo ci sono ricascata, senza nemmeno saperlo. "Io so solo che ero con Sam e Shane, ho bevuto un sacco e alla fine dopo aver conosciuto un ragazzo, che a quanto pare sei tu, ho deciso di dare ascolto a Shane e di concedermi per un'unica volta e mi ero ripromessa che sarebbe stata l'ultima. Ricordo a fatica un taxi e delle scale fatte a piedi nudi, poi nulla". Annuisce e passano svariati minuti di silenzio prima che i suoi occhi intercettino i miei, marroni contro azzurro.
Risento il fuoco divampare dentro di me e probabilmente anche nelle mie guance, lo stesso effetto di tempo fa. "Tu te ne penti?" domanda a bassa voce, quasi preoccupato. Rimango pochi secondi a pensarci e questo conferma il fatto che in realtà non ho mai dimenticato Derek, non ho mai smesso di amarlo e di pensarlo, "No, non me ne pento. Tu?". "Nemmeno io" risponde subito e accenna un sorriso, ma non è ricambiato. "Senti, io penso che dovremmo tornare alle nostre vite" mi schiarisco la gola prima di continuare "Intendo, questo dovrebbe essere dimenticato da entrambi. Far finta che non ci siamo mai rivisti. Io ti ho lasciato alle spalle e vorrei continuare così". "Sì, credo che tu abbia ragione. Anch'io ho chiuso quel capitolo da tempo e forse è meglio se continuo quello nuovo". Annuiamo contemporaneamente, poi torniamo a guardarci negli occhi. Sta mentendo. Io sto mentendo. "Mi hai dimenticato con facilità?" domanda quasi imbarazzato, timido o spaventato dalla risposta. "No, per niente. Ti penso ancora, in continuazione. Tu?". "Ogni fottuto giorno" ammette rilassando le spalle, ma poi continua "Ma forse dovremmo riuscire a farlo una volta per tutte. Non credi?". "Sì sono d'accordo, è la scelta migliore per entrambi".
Mi alzo in piedi "Ora penso che dovrei andare, chiamo un taxi", Derek annuisce e si alza nel momento preciso in cui gli passo accanto, il suo profumo mi investe e mi riaccende. "È... è quel profumo?" chiedo timidamente. "Lo ricompro ogni volta", allunga una mano verso il mio polso, fa tintinnare i vari braccialetti fermandosi su uno in particolare, il suo, "Credevo lo avessi fatto sparire". "Non avrei mai potuto". Ci guardiamo, occhi negli occhi, la stessa passione di un tempo, le nostre stesse anime in corpi diversi, in ambienti diversi. Le nostre teste oscillano l'una verso l'altra ci sono davvero pochi millimetri che separano le nostre bocche, sento una strana sensazione spargersi lungo tutto il mio corpo, il cuore batte più forte del solito e quasi esce dalla cassa toracica.
Quando penso che lui mi si stia per lanciare contro, un rumore ci fa allontanare di scatto. "Ho interrotto qualcosa?" domanda un ragazzo, il presunto Ethan. "No, niente. Tranquillo" fa Derek evitando il mio sguardo e io faccio lo stesso allontanandomi ancora di più. Tiro un sorriso purtroppo visibilmente falso al ragazzo anche se in realtà non lo guardo nemmeno in faccia, "Stavo giusto andando via". Derek annuisce, gli lancio un'ultima veloce occhiata, poi mi giro sussurrando un flebile saluto e a passo veloce esco dall'appartamento. È quando chiudo la porta del palazzo dietro di me che sento una sensazione impadronirsi di me, la malinconia.
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Uno sbaglio da commettere insieme
Teen FictionAshley Evans è una ragazza di diciassette anni come tutte le altre proveniente da Atlantic City, nel New Jersey, e crede di avere una vita perfetta con un ragazzo perfetto, Jason Miller. Ma cosa accadrebbe se un giorno il suo odiato fratellastro De...