Pov's Ashley
Chiudo gli occhi cercando di trattenere le lacrime inutilmente, è impossibile non amarlo e non volergli star vicino. Alzo lo sguardo verso il suo, gli occhi profondi pieni di speranza e paura, scrutano i miei con una profonda intensità e faccio l'unica cosa che non avrei mai pensato di rifare. Le mani raggiungono le sue guance velate da un leggero strato di barba, lo guardo ancora decidendo poi di farlo, di baciarlo. Prima ancora che me ne possa rendere conto il mio corpo è ricoperto di brividi e sto sperando che tutto questo non sia un sogno, che stia accadendo realmente. Lo sento sorridere, una mano raggiunge la mia afferrandomela, si avvicina quasi volendo far fondere insieme i nostri corpi e mi ritrovo con le gambe quasi inesistenti. Si allontana sempre sorridendomi, asciuga le lacrime che mi hanno solcato il volto. "Lo prendo per un sì" mi guarda con una strana scintilla negli occhi e riconosco il significato tanto che sento le guance prendermi fuoco. "Sei bellissima questa sera". "Perché di solito sono brutta?" domando alzando le sopracciglia per tentare di allentare la tensione tra noi due perché riesco a capire che si sta trattenendo nel farmi una lista infinita di domande alle quali non so se esiste una risposta; assottiglia gli occhi "Tu non mi inganni. Comunque chi è questo Andrea?". Scuoto la testa reprimendo un sorriso "Il ragazzo di Shane". Mi guarda confuso e poi stupito prima di annuire. "Andiamo via dalla festa? Mi stavo annoiando" prima che mi dia conferma faccio qualche passo indietro "Non vedevo l'ora che me lo chiedessi" ammette ridendo, mi afferra una mano trascinandomi verso la macchina di Benjamin. "Sono in casa?" gli chiedo e annuisce sospirando, allunga una mano verso la mia posta sopra la gamba "Mio padre torna a casa tardi. Andiamo lì?" sembra più un'affermazione che una domanda la mia e svolta quasi immediatamente verso la strada che porta verso il palazzo di mio padre. "Come.. come sta andando la riabilitazione?" domando a bassa voce temendo di toccare qualche tasto sbagliato, mi rivolge uno sguardo veloce prima di riguardare la strada "Bene direi, altrimenti non starei guidando" mi fa notare, gli stringo la mano sentendo che il suo calore si sta propagando sul mio corpo "Tu con la scuola invece?". "Normale". Non appena parcheggia scendiamo quasi subito, l'aria in quella macchina si è fatta pesante, persino l'atmosfera cambia diventando imbarazzante e tesa allo stesso tempo. Mi chiudo la porta alle spalle, lui avanza verso la cucina e lo seguo, si sente solo il rumore dei miei tacchi contro il pavimento "Perché sei scappata quel giorno?" domanda appoggiandosi di fronte a me sul tavolo, lo guardo decidendo poi di sedermi, quindi mi tolgo le scarpe lasciandole per terra. "Avevo paura di vederti, paura di quello che sarebbe accaduto. È bastato un errore per mandare la nostra intera famiglia sottosopra, non me la sentivo di parlarti dopo tutto quello che è successo" ammetto con il cuore in gola, non lo guardo nemmeno in faccia talmente temo la sua reazione. "Non avresti dovuto avere paura di me. Ti ho sognato ogni notte, ti ho pensato ogni minuto passato lì dentro, speravo che un giorno anche tu avresti fatto l'ingresso dalla porta, ma ciò non è mai accaduto. Ma non mi sono voluto arrendere, ti volevo e ho provato ad uscire da lì dentro il prima possibile, volevo vederti anche contro la tua volontà" si avvicina a grandi passi, mi alza il viso con una mano "Non dubitare mai più di me. Ti amo e voglio stare con te, è l'unica certezza che ho" mi fa alzare in piedi e mi appoggio al tavolo, i suoi occhi mi osservano da cima a fondo senza lasciarsi sfuggire un solo mio piccolo dettaglio, si sofferma sulle mie labbra, le sfiora con le sue "Ti amo anch'io Derek". Chiudo gli occhi non appena mi bacia lentamente, il suo sapore mi era mancato da troppo tempo ormai. Le mani vagano sul mio corpo, si soffermano sui fianchi e li accarezzano lentamente, risalgono sfiorandomi le braccia riempiendomele di brividi, la lingua si insinua nella mia bocca cercando la mia e subito si sfiorano per poi scontrarsi in un bacio che mi fa perdere la testa. Cammina all'indietro lentamente trascinandomi con sé, si ferma nel bel mezzo del corridoio spingendomi delicatamente contro il muro, mi bacia il collo lasciandoci dei baci umidi, mi mordo il labbro inferiore affondando le mani fra i suoi capelli e ci metto poco tempo prima di decidere di togliergli la cravatta, sbottono la camicia facendo scorrere le mani sul suo torace che freme sotto il mio tocco. Trattengo a stento un gemito mentre continua con la sua tortura mordendomi la pelle, ci passa la lingua sopra e ripete la stessa azione. Lo spingo per le spalle costringendolo a raggiungere la mia camera, chiude la porta con un calcio e torna verso di me riprendendo a baciarmi appassionatamente, gli tolgo definitivamente la camicia lanciandola per terra, si ferma allontanandosi di pochi centimetri, entrambi con il fiato corto "Ash sai che non ti obbligo a far nulla, in questo momento voglio solo sentire che mi hai perdonato". "Non mi sento per niente obbligata, anzi, ne sono felice" sussurro accarezzando il suo petto, scorro gli occhi sui tatuaggi marchiati sul suo corpo. "Mi perdoni quindi?" mi afferra le mani intrecciando le nostre dita, sorrido annuendo "L'ho già fatto da un po' di tempo sapendo che, forse, ti avrei perso". "Perché mi hai fatto aspettare?". "Dobbiamo proprio parlarne adesso?" domando indicandogli con gli occhi il letto alla mia destra, sorride con una certa lussuria nei suoi occhi "Sarò lieto di esaudire il tuo desiderio". "Non vedo l'ora che si avveri" e mentre torna all'attacco sul mio collo una sua mano scorre lungo la schiena, trova il gancio della cerniera del vestito e lo fa scendere lentamente, sfila con la stessa lentezza le spalline lasciando poi che il vestito raggiunga i nostri piedi, continua a baciarmi ritornando sulle mie labbra, le mani sono calde contro i miei fianchi nudi. Indietreggio verso il letto e quasi cado di peso sopra ad esso con lui sopra. "Ash.. non ho il preservativo" si ferma tastando le sue tasche, mi mordo il labbro inferiore "Controlla da mio padre" sussurro e dopo avermi baciata esce dalla camera lasciandomi sola per qualche minuto, mi stendo sotto le coperte e rendendomi conto di ciò che faremo arrossisco violentemente, e non posso nemmeno tornare alla mia normale carnagione che lui è già rientrato, chiude la porta a chiave "La sicurezza non è mai troppa" alza le sopracciglia velocemente e alzo gli occhi al cielo scuotendo la testa. Sbottona i pantaloni facendoli fare la stessa fine del mio vestito, mi raggiunge sotto le coperte "Ne sei proprio sicura?". "Se me lo chiedi ancora ti faccio passare la notte sul balcone" minaccio più seria di quello che avrei voluto essere e scoppia a ridere avvicinandosi a me, accarezza la guancia e chiudo gli occhi unendo poi le nostre labbra, mi ritrovo sopra di lui che lo bacio con passione e irruenza, le sue mani scorrono sul mio corpo facendo pressione, si soffermano sul mio fondoschiena e immediatamente mi ritrovo sotto di lui, continua a far vagare le mani e lo lascio fare, lascio che mi trasmetti tutte le sue paure, il suo amore, i suoi desideri, voglio che smetta di tormentarsi almeno per questo momento nel quale ci siamo solo noi due da soli. Credo che tra poco mi faranno male le labbra talmente me le sta baciando, poco dopo ci ritroviamo uno contro l'altro, entrambi presi l'uno dall'altra a donarci tutto ciò che abbiamo, gli trasmetto tutto il mio amore e lui fa lo stesso, ci stiamo amando più fortemente di prima, stiamo facendo crescere il nostro amore e stiamo scacciando le nostre paure e le nostre insicurezze e in questo momento non vorrei essere da nessun'altra parte se non qui, tra le sue braccia, mentre lo imploro a non andarsene, a non allontanarsi mentre lui con dei semplici gesti mi fa capire che per me ci sarà sempre, basti guardare solamente la luce nei suoi occhi per avere la risposta per ogni mia domanda. Stremati e giunti ai nostri apici, ci ritroviamo a baciarci di nuovo finché entrambi non crolliamo in un sonno profondo stretti l'uno contro l'altro, questo è l'unico posto dove so che posso fidarmi, essere me stessa, l'unico posto che voglio avere nella mia vita, lui.
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Uno sbaglio da commettere insieme
Teen FictionAshley Evans è una ragazza di diciassette anni come tutte le altre proveniente da Atlantic City, nel New Jersey, e crede di avere una vita perfetta con un ragazzo perfetto, Jason Miller. Ma cosa accadrebbe se un giorno il suo odiato fratellastro De...