Asa Butterfield

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Malfoy_love02



Tamburelli le dita sul braccio mentre te ne stai seduta scomposta sulla sedia di plastica fuori dalla presidenza. Sei stata mandata in presidanza per aver colpito in testa una tua compagna di classe con la palla da baseball. Se lo meritava quella stronza, sono anni che la conosci e dal primo giorno ti ha sempre tormentata.

La porta della sala d'attesa si apre e un ragazzo si siede davanti a te, lasciando lo zaino tra i suoi piedi. I vostri occhi si incontrano ma è lui il primo ad abbassare gli occhi. Hai una certa fama nella scuola, tutti sanno che non ti fai problemi a menare la mani se ti infastidiscono o se ti sfidano.

Inizi ad osservare i puzzle incorniciati alle pareti, la maggior parte dei quali li hai fatti tu stessa.

<<tu sei y/n, la figlia del rettore?>> ti chiede il ragazzo seduto davanti a te. Lo guardi da sotto gli occhiali da sole e ti gratti la testa <<chi lo vuole sapere?>> rispondi accavallando le gambe. Sai perfettamente chi è quel ragazzo davanti a te, fate religione e chimica insieme. <<che ci fai qui Asa?>> chiedi alzandoti gli occhiali sopra la testa, mostrando il livido viola sotto l'occhio destro <<sono arrivato tardi ieri e devo fare la giustifica>> ti risponde senza guardarti. Lo conosci dalle elementari e hai sempre saputo che aveva una cotta per te. <<e tu?>> ti chiede e finalmente ti guarda negli occhi. Ti guardi in torno e con pochi passi ti siedi accanto a lui <<ti rivelo un segreto, ma non lo devi dire a nessuno. Hai capito?>> gli sussurri sistemandoti il colletto della giacca di pelle che indossi. Lui annuisce lentamente e lo vedi arrossire mentre ti avvicini di più. Deglutisce rumorosamente e ti sgorz di non sorridere <<odio gli spacconi, da qualunque paese essi provengano. E per liberarmene divento cio che odio>> alle tue parole ti guarda colpito. Ti allontani da lui e il tuo volto si fa ancora serio <<non sei una spaccona. Ti fai valere, non permetti a nessuno di metterti i piedi in testa. Sei molto più di quello che sembra, lo so. Vorrei solo che anche gli altri lo capissero>> dice girando il busto nella tua direzione. Probabilmente, per la prima volta nella vita ti senti.. stupita. Capita.

<<vorrei che le persone cercassero di conoscerti per come sei realmente, dimenticandosi dell'armatura che ti porti addosso>> abbassi lo sguardo e sorridendo lo rialzi su di lui. La porta dell'ufficio di tuo padre si apre e la sua segretaria mi dice che posso entrare. Prendo il mio zaino e le linguette delle lattine che uso come portachiavi tintinnano <<se vuoi, possiamo farci qualche giro. Di tanto in tanto>> gli dici facendolo annuire mentre cammini all'indietro. Prima di entrare nell'ufficio del preside torno da lui velocemente. Gli afferri il mento con la mano sinistra e lo baci sulla guancia, lasciandogli il segno del tuo rossetto nero.


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Finisci di sistemare i libri nel tuo armadietto e prima di chiuderlo ti porti l'indice e il medio sulle labbra, posando poi le dita sulla fotografia di James Dean attaccata alla porticina blu dell'armadietto. Fai l'occhiolino al tuo amato attore e chiudi l'armadietto. <<ciao rockstar>> ti saluta Asa raggiungendoti con lo zaino in spalla. Detesti quel nomignolo, ma sono tre settimane che ti chiama così. Esattamente dal giorno dopo il vostro incontro in presidenza.

Lui ti cinge le spalle con un braccio e camminate verso l'aula di letteratura, sotto lo sguardo di tutti <<ecco la tua classe>> dice appena arrivati davanti la porta dell'aula 58. Asa si china un po e ti lasci un bacio sulla fronte <<ci vediamo a pranzo rockstar>> sussurra e annuisci.

Dal giorno della presidenza ti sei addolcita un po, o meglio, quando sei con lui sei te stessa. Con gli altri sei la solita y/n.

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