Su richiesta di @simicirillo
Controlli la cartella del nuovo paziente che ti è stato assegnato.
Dylan O'brien nato a New York il 26 agosto del 1991 e ha una brillante cariare da attore. Sintomi: giramenti di testa, febbre, mal di testa...
Chiudi il fascicolo sbuffando.
Tu e Dylan siete stati insieme per circa un anno e mezzo ma tra voi è finita, in un certo senso per colpa sua. All'epoca stavi studiando medicina e volevi trasferirti a Chicago per lavoro, ma lui si era impuntato; <<non posso seguirti a Chicago y/n. Devi scegliere, o me o il tuo lavoro>> ti aveva detto alla fine di una discussione. Anche se con fatica, hai preferito il tuo lavoro. Un'opportunità come quella ti capita una volta nella vita.
Hai fatto le valige e sei partita, pensando che Dylan avrebbe capito. Ma non è stato così. Per un mese hai aspettato una sua chiamata o un suo messaggio o anche una visita da parte sua, ma niente. Avevi capito che tra voi era finita.All'inizio sei stata male. Avevi iniziato a pensare che forse non era così importante quel lavoro a Chicago, ma lo avevi capito tardi.
Percorri il corridoio sistemandoti il camice bianco. Raggiungi la stanza 432 e esiti un attimo prima di entrare. Non vedevi Dylan da quasi due anni e un miliardo di domande ti assillano la testa: sarà cambiato? I sarà fatto crescere la barba? Sarà ancora bello come te lo ricordavi?
Respiri a pieni polmoni e entri nella stanza. <<signor O'brien, dovremmo farle ulteriori analisi per poter dire con certezza cos'ha>> dici sfogliando la cartella ma senza leggere nulla in particolare. Con la coda dell'occhio lo vedi seduto sul letto, a dosso una felpa grigia e dei pantaloni da basket neri, le scarpe da ginnastica blu e bianche che si era regalato su tuo consiglio. Non sembra per nulla malato. <<ti sei tagliata i cappelli. Stai molto bene>> ti dice guardandoti dalla testa ai piedi con le labbra leggermente socchiuse. Noti un leggero livido sul suo zigomo e ti ricordi della notizia dell'incidente che ha avuto sul set di maze runner. Non ti eri mai preoccupata così tanto. <<si. È vero. Perché sei qui Dylan? Non sembri malato>> cambi discorso incrociando le braccia al petto e appoggiandoti alla gamba destra.
Dylan si alza e ti guarda ma rimane comunque a distanza <<volevo vederti. Volevo chiederti scusa>> risponde abbassando la testa e dondolando sui piedi. Ruoti gli occhi e ti passi una mano tra i capelli <<chiedermi scusa? Adesso Dylan? Sono passati due anni, abbiamo una vita diversa. Abbiamo entrambi voltato pagina>> dici grattandoti il sopracciglio. Dylan alza gli occhi su di te e si avvicina di qualche passo <<no io ho voltato pagina. O forse si ma non me ne rendo conto perché sei la protagonista di ogni mio capitolo>> dice avanzando sempre di più. Lo guardi ricordando la bellissima sensazione che provavi uando ti stava cosi vicino. Il suo profumo ti arriva al cervello ricordandoti che lui è lì veramente, ed è li per te. <<non pensavo te ne andassi davvero. Quando lo hai fatto ero arrabbiato ma poi mi sono reso conto di averti persa. E io che mi ero ripromesso di non lasciarti mai andare>> ridacchia verso la fine e abbassi la testa.Il giovane attore ti accarezza una guancia, spingendoti a guardarlo nuovamente <<non puoi piombare qui, dal nulla, e cercare di sistemare tutto>> dici cercando la forza per reprimere le lacrime. Dylan si morde il labbro e sospira <<lo so. Probabilmente ti sei rifatta una vita con un uomo che non sono io, magari avete in progetto di sposarvi e di avere figli. Volevo solo che tu sapessi che non ho smesso di amarti>> ti dice prima di appoggiare le mani sulle tue spalle e lasciarti un bacio sulla fronte. Chiudi gli occhi e ti godi il breve momento pregando che non finisca mai. Quando riapri gli occhi lui non è più davanti a te.
Per un attimo rimani ferma dove sei ma poi prendi un'altra scelta. Forse la più importante negli ultimi anni.
Corri fuori dalla stanza e lo vedi davanti all'ascensore. <<Dylan!>> gridi facendolo girare. Inizia a correre verso di lui e non appena gli sei arrivata davanti gli salti in braccio, unendo le vostre labbra. Ti erano mancate tantissimo.